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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Campi Rom, l'appello a Tronca: "Riveda il bando, stesse dinamiche pre Mafia Capitale" 

La lettera di un gruppo di associazioni per i diritti rom contro la gara pubblicata a febbraio per la gestione dei villaggi attrezzati: "Cinque milioni che dovevano servire a chiudere i campi, non a tenerli in piedi"

Una cordata di associazioni si appella a Tronca contro il bando che affida ancora una volta in gestione i campi rom della Capitale a enti terzi. Si chiede "una radicale revisione della gara pubblicata a febbraio", manifestando "forte preoccupazione sia per la linea politica che per il contenuto stesso". 

La lettera inviata oggi al Commissario straordinario è firmata dalle associazioni Radicali Roma, A Buon Diritto, Arci Roma, Asgi, Associazione 21 Luglio, Cild, Possibile e Un Ponte Per, componenti del Comitato "Accogliamoci", che nei mesi scorsi hanno promosso e depositato una delibera d'iniziativa popolare per il superamento del sistema campi a Roma, raccogliendo le firme di oltre 6 mila cittadini. E invece quel sistema, sotto accusa dell'Europa e vergogna tutta romana, sembra quasi impossibile da abbandonare. 

"Nonostante nelle premesse del bando si richiami la Strategia Nazionale di Inclusione dei Rom, Sinti e Caminanti, nella declinazione dei servizi si nota la riproposizione di schemi, come dimostrato dalle esperienze passate, non atti al superamento della logica emergenziale ed assistenzialista che ha caratterizzato il sistema del 'villaggi' della Capitale, anche a causa della mancanza di un chiaro meccanismo di monitoraggio e valutazione delle attività poste in essere, della loro reale portata e delle finalità ultime da conseguire" scrive il Comitato Accogliamoci nella lettera a Tronca.

Gli oltre 5 milioni di euro accantonati in base alla Relazione Previsionale e Programmatica 2015-2017 di Roma Capitale per "chiudere i campi rom, abusivi e non, e dare la possibilità a coloro che vogliono vivere nella legalità, di avere una casa e di crearsi una vita", vengono riallocati "con diversità finalità" ovvero "servizi di gestione e vigilanza dei villaggi, e senza che sia stato elaborato un piano organico per il superamento dei campi".

"Il rischio, altissimo, è che si finisca per reiterare le medesime dinamiche segreganti e discriminatorie sino ad oggi in essere". Mafia Capitale dovrebbe aver insegnato qualcosa: come erogare fiumi di denaro pubblico "per servizi all’interno degli insediamenti rivelatisi dispendiosi e inefficaci". Inoltre, alcune attività previste dal bando, come "la vigilanza e la guardiania che prevedono un database volto a registrare le persone ospiti dei cosiddetti 'villaggi' inevitabilmente su base etnica, sono suscettibili di ledere libertà fondamentali costituzionalmente garantite".

Secondo le associazioni, non si intravede, di fatto, all’interno del bando alcuna discontinuità con le dinamiche degli ultimi dieci anni, mentre i fondi stanziati, se impiegati in progetti di inclusione personalizzati, potrebbero portare, anche in tempi brevi, al superamento definitivo del sistema, fin'ora annunciato solo a parole.  Per questo, Accogliamoci, ricordando la storica ordinanza del Tribunale Civile di Roma che ha giudicato discriminatorio su base etnica il 'villaggio attrezzato' La Barbuta "chiede una radicale revisione dei contenuti del bando e delle attività progettuali in esso previste, a partire dalla individuazione di azioni concrete di monitoraggio e valutazione in funzione di chiari indicatori. Ciò con l'obiettivo di perseguire in maniera efficace le azioni e gli obiettivi volti a una reale inclusione, in linea con la Strategia Nazionale dei Rom Sinti e Caminanti e di quanto previsto dalla Relazione Previsionale e Programmatica 2015-2017 di Roma Capitale".

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