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Politica Primavalle / Via Bernardo da Bibbiena, 33

Rogo di Primavalle, 50 anni fa la tragedia dei fratelli Mattei

Cordoglio unanime delle forze politiche. La sorella: "No pace con chi non si è scusato". Meloni in una lettera: "Tenere viva la memoria". L'assessore Gotor: "C'è il progetto di un murale"

Cinquant'anni. Tanto è passato dalla notte tra il 15 e il 16 aprile del 1973 quando a Primavalle, in una palazzina di via Bernardo da Bibbiena 33 un incendio doloso uccise Virgilio e Stefano Mattei di 22 e 8 anni. Un'azione portata a termine da un gruppo di militanti di Potere Operaio e che aveva come bersaglio Mario Mattei, segretario della sezione del Movimento sociale italiano. Lui scampò alla strage e il resto della famiglia riuscì a fuggire. "Una delle pagine più buie", l'ha definita oggi Giorgia Meloni che ha voluto indirizzare una lettera all'associazione Mattei. 

Le parole di Antonella Mattei

Commosso il ricordo della sorella di Virgilio e Stefano, Antonella. "Avevo nove anni, ma perché mi hanno dovuto massacrare così? Abbiamo vissuto malissimo" ha ricordato ancora Antonella, raccontando di non essere più tornata a Primavalle per quarant'anni, finché non lo ha chiesto suo figlio. "Mio padre ha fatto scendere mia sorella Lucia dalla finestra. Poi ha provato a fare scendere Silvia che è caduta ed è stata un anno ingessata. Mia madre mi ha salvata. Da sotto ho visto mio padre con le gambe piene di fuoco. Non si puo' dimenticare. Virgilio, che era più grande, ha abbracciato Stefano perché ha visto che non riusciva a camminare e non ce l'ha fatta. Ha preferito morire, piuttosto che lasciare mio fratello più piccolo lì. Questa immagine deve essere tramandata, la giustizia italiana non è stata giusta con noi, non ci hanno mai chiesto scusa. In questi cinquant'anni abbiamo parlato solo di politica, che è lecito, ma non di cosa è successo a noi umanamente". Quindi Antonella Mattei sulla pacificazione: "Non mi posso pacificare con persone che non hanno chiesto mai scusa. A nove anni mi hanno distrutto la vita, come si fa a dimenticare?". 

Tragedia senza giustizia

Ricordiamo che per il rogo di Primavalle l'unico a finire in carcere fu Achille Lollo (morto a Trevignano all'età di 70 nell'agosto del 2021) condannato a 18 anni in appello per incendio doloso, duplice omicidio colposo e uso di esplosivo e materiale incendiario assieme agli altri due imputati Marino Clavo e Manlio Grillo (rimasti latitanti senza mai scontare neppure un giorno di reclusione). La sentenza escluse l'aggravante di terrorismo. 

Lollo si rifugiò in Brasile prima della sentenza definitiva della Cassazione e la sua pena venne dichiarata estinta il 12 ottobre del 2003. Nel 2005, in una intervista, ammise di avere realizzato, con altri, un attentato dimostrativo con una bomba artigianale non esplosa, rivolto a Mario Mattei, ma sostenne sempre di non aver incendiato la casa con la benzina.. Sei anni dopo fece rientro in Italia e spiegò che l'azione venne eseguita da un gruppo di sei persone in tutto (lui compreso) e che doveva essere solo dimostrativa.

Il cordoglio

Un anniversario importante perché coincide con l'arrivo di un governo di destra. Roma e l'Italia hanno ricordato l'eccidio. Questa mattina in via Bernardo da Bibbiena 33 sono state deposte quattro corone di fiori decorate con i nastri del Governo italiano, del presidente della Camera, del presidente del Senato e, in un'unica corona, di Roma Capitale, della Regione Lazio e della Città Metropolitana. A deporle, il presidente della Regione, Francesco Rocca, l'assessore alla Cultura capitolino, Miguel Gotor, e, accanto, il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, il vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli, e il vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri. Con loro, anche la sorella di Stefano e Virgilio, Antonella Mattei. Presenti anche Gianni Alemanno, Isabella Rauti, e il presidente del XIV Municipio, Marco Della Porta.

In sala Protomoteca del Campidoglio è stato poi svelato un francobollo raffigurante Stefano e Virgilio Mattei. "In questo francobollo - ha detto il ministro Urso - c'è tutta la necessità di ricostruire la memoria italiana di quel periodo. Una strage efferata che ha avuto una falsa campagna d'informazione e nessuna giustizia. Nel ricordare le vittime di Primavalle ricordiamo tutte le vittime del terrorismo".

La lettera di Meloni

Meloni, come detto, ha affidato ad una lettera il proprio ricordo. "Il 16 aprile di cinquant'anni fa l'Italia e Roma hanno vissuto una delle pagine più buie della storia nazionale", esordisce la Premier. "Il popolo italiano ha saputo superare quegli anni così duri. Non lo ha fatto senza difficoltà. Le cicatrici delle profonde ferite subite ne sono il segno concreto e, spesso, tornano a far male. Non possiamo cancellare la storia o chiedere alle famiglie delle vittime di dimenticare ciò che è successo. Non possiamo restituire la vita ai troppi giovani che l'hanno sacrificata ad un'ingiusta violenza. Quello che possiamo fare oggi è tenere viva la memoria di quanto accaduto, per evitare il pericolo di ricadute e condurre l'Italia e il nostro popolo verso una piena e vera pacificazione nazionale. È l'obiettivo che l'Associazione Fratelli Mattei persegue fin dalla sua fondazione e che era nel cuore della signora Anna, donna straordinaria che non ha mai smesso di chiedere giustizia per i suoi figli e che ha impegnato tutta la sua vita con la forza della testimonianza. È l'obiettivo che mi auguro tutte le forze politiche, le Istituzioni, le agenzie educative e la società vogliano porsi per trasmettere alle nuove generazioni un messaggio di rispetto e tolleranza. Perché nel confronto politico non ci siano più nemici da abbattere o da distruggere, ma soltanto avversari, con i quali confrontarsi civilmente e nel riconoscimento reciproco".

Il presidente Rocca

Il presidente della regione Lazio Francesco Rocca, sulla scia di Meloni, ribadisce il concetto di uno dei momenti più bassi della storia d'Italia: "Soltanto chi l'ha vissuta- ha detto riferendosi alla sorella delle vittime, Antonella Mattei- può esprimere quella sensazione di sopravvivenza che abbiamo anche sentito in tante tragedie. Quell'angoscia di dire 'perché loro e non io'. Quindi oggi è doveroso ricordare cosa è stato quel periodo per il nostro Paese perché non accada mai più, perché l'odio politico non prevalga, perché prevalga la ragione, il dialogo, la speranza. Cinquant'anni dopo speriamo possa cominciare un nuovo percorso, che si metta una volta per tutte la parola fine anziché alimentare divisioni sul nulla. Ci sono sensibilità politiche diverse, ed è giusto che sia così in democrazia, ma mai questo può autorizzare comportamenti violenti di qualsiasi tipo".

L'assessore Gotor

Per Roma Capitale presente l'assessore alla cultura Miguel Gotor: "Non credo" ci sia il rischio di tornare a un clima di violenza politica, "la polarizzazione della democrazia è il sale della democrazia in un dibattito libero e civile. Stiamo parlando di eventi tragici avvenuti 50 anni fa. Qui dove siamo ora avviene una tragedia, la morte di due ragazzi e una famiglia dilaniata da questo immane dolore. Ma dobbiamo credere e siamo sicuri che questi 50 anni non sono passati invano. Naturalmente noi ricordiamo quanto avvenuto come un ammonimento perché non debba ripetersi. Però non credo ci sia questo rischio in questo periodo storico, politico e civile". L'assessore ha poi aggiunto che "il Municipio sta lavorando a un progetto per la realizzazione di un murale in ricordo dei fratelli Mattei".
 

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