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Campidoglio, tregua armata tra il sindaco e la maggioranza: la priorità è il bilancio

Ieri pomeriggio riunione di quattro ore tra il primo cittadino e i capigruppo del centrosinistra. Marino cede ai partiti: diminuiti i dirigenti esterni

È tregua tra il sindaco Ignazio Marino e i partiti della maggioranza. Ci sono volute quattro ore di riunione a Palazzo Senatorio per affrontare tutti i nodi irrisolti e trovare il modo di far ripartire la macchina amministrativa ormai in fase di stallo. Da una parte il primo cittadino, il vicesindaco Nieri, il caposegreteria Enzo Foschi. Dall'altra i capigruppo capitolini del Pd D'Ausilio, della Lista Marino Giansanti, di Sel Peciola e di Centro Democratico Caprari. Presenti anche il presidente dell'assemblea capitolina Coratti e il coordinatore della maggioranza Panecaldo.

Nonostante l'esordio ad alta tensione, con la maggioranza pronta a dare battaglia, alla fine una convergenza di intenti tra Marino e i partiti di maggioranza è stata trovata. La priorità è l'approvazione del bilancio 2013 seguito dal previsione 2014. Almeno fino a quel momento si remerà tutti nella stessa direzione. In cambio, l'inquilino del Campidoglio ha permesso qualche concessione ai partiti, primo tra tutti la definizione della macrostruttura a cui sta lavorando in questi giorni il vicesindaco Luigi Nieri. E per dare il segno che i rapporti sono cambiati, nei prossimi mesi il 'vertice' di ieri si riunirà a cadenza quindicinale.

A preoccupare maggiormente è l'approvazione del bilancio. La norma 'salva Roma' su cui si regge tutta la manovra non è ancora passata al Consiglio dei ministri che lo dovrebbe inserire nella legge di Stabilità. La manovra dovrebbe arrivare la prossima settimana in giunta per poi approdare in Consiglio dove, per evitare il rischio commissariamento, oltre a una maggioranza compatta servirà anche un'opposizione collaborativa. Dalla riunione di ieri è uscita anche la decisione, per il bilancio del 2014, di lanciare una campagna d'ascolto nella città, nei municipi e nelle periferie. Una sorta di bilancio partecipato dove, dai municipi, i cittadini potranno dire la loro sulle voci di spesa.

La tregua armata fino a Natale è passata anche per per qualche concessione del sindaco ai partiti. In primis la definizione della macrostruttura che oggi approderà in giunta. Su pressione dei partiti di maggioranza sono stati ridotti i dirigenti esterni dai 30 iniziali, queste nomine sono state ridotte a 18. E più chiarezza ci sarà anche sui compiti dell'entourage di Marino. Sul banco degli imputati infatti erano finiti anche i piani alti dello staff di Marino. “Non si capisce chi fa cosa” il lamento più sentito tra i banchi della maggioranza. A creare tensione anche la vicenda della Metro C, con Improta che ha scaricato la palla alla Ragioneria.

Tutto calmo quindi almeno fino a Natale. Anche se non era al centro della preoccupazione della riunione di ieri, tra i sindaco e la maggioranza si aggira lo spettro di un rimpasto visto sempre più necessario per ristabilire un equilibrio politico dentro al centrosinistra capitolino. Oltre all'assessore all'Urbanistica Giovanni Caudo, fin dall'inizio mal digerito dal Pd, nel mirino ci sono anche Flavia Barca (Cultura), Daniela Morgante (Bilancio) che molto probabilmente, dopo l'approvazione della manovra economica tornerà alla Corte dei Conti, e Rita Cutini (Politiche Sociali). Ma questo se ne parlerà più avanti.

Marino smentisce qualsiasi indiscrezione: "È tutto assolutamente infondato. C'è un rapporto solidissimo in giunta" ha dichiarato ai cronisti a margine del XXXI congresso dell'associazione nazionale magistrati. "C'è un senso di grande responsabilità per superare la prova del bilancio perché entro il 2013 vogliamo approvare anche quello di previsione del 2014".

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