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Caudo e Ciaccheri per piegare i grillini: centrosinistra in cerca d'autore si stringe intorno ai due vincitori

Il centrosinistra unito incorona i due candidati civici usciti vincitori dalle primarie del 28 aprile. Ma il Pd non fa i conti con l'ennesima sconfitta

Coesione, pluralità, ricostruzione. Il campo semantico è chiaro. Nel day after delle primarie in III e VIII municipio, il centrosinistra si mostra compatto nel Salotto palatino di via dei Cerchi per presentare i candidati vincitori alla competizione del 28 aprile. Amedeo Ciaccheri per Garbatella e Giovanni Caudo per Montesacro guideranno una coalizione "progressista e di sinistra" come aspiranti minisindaci. E all'indomani del successo elettorale parlano di unità e rivendicano con forza la modalità di scelta dei nomi da mettere in campo - "non siamo il M5s che seleziona per acclamazione in una stanza" - e la "grande partecipazione" di seimila cittadini che hanno fatto la fila ai gazebo. 

Ampia la rappresentanza politica in sala, dal segretario romano del Pd, Andrea Casu, alla consigliera regionale Marta Bonafoni, da Anton Giulio Pelonzi, capogruppo dem in Campidoglio, a Gianluca Peciola del Movimento civico per Roma, all'ex presidente del III, Paolo Marchionne. Chi prende la parola allontana polemiche e retroscena. "Con le primarie non c'è stata una contrapposizione personalistica tra due candidati, ma una scelta su due proposte politiche, la mia è quella di una coalizione ampia, unita e di sinistra" spiega l'urbanista Giovanni Caudo. "Non mi sono mai sentito contro il Pd, semmai per il Pd".

Idem per Ciaccheri: "Ringrazio subito Enzo Foschi e il Pd perchè loro hanno permesso questa tornata elettorale in contrapposizione al fallimento del M5S". Ma - e il dato è incontrovertibile - il Pd è il grande sconfitto di queste primarie, perfettamente in linea con gli ultimi appuntamenti elettorali dalle politiche del 4 marzo all'ultime regionali del Friuli. Non ce l'hanno fatta i due esponenti scelti dai circoli dei democrat, Paola Ilari, renziana del III municipio, ed Enzo Foschi, zingarettiano che doveva fare da apripista al modello Lazio uscito vincitore alle regionali del 4 marzo. 

E se il segretario Casu, seduto vicino ai vincitori outsider, ripete come un mantra che si va uniti perché "è questo il senso delle elezioni primarie", e correntismi e personalismi sembrano diventati un tabù, il centrosinistra riparte sì ma lo fa fuori dalle formazioni tradizionali. Vince il civismo che rottama il Nazareno, e quel non meglio definito campo progressista talmente liquido da non avere ancora nè un nome nè un simbolo. 

L'intervista al segretario Andrea Casu

"È stato un momento di unità in cui abbiamo vinto tutti e non ci sono state divisioni, dando un segnale di discontinuità rispetto al passato con al centro Roma e i territori" esulta Gianluca Peciola, ex Sel oggi nel Movimento civico per Roma. Ma non hanno vinto proprio tutti. Per l'ex segretario romano del Pd Marco Miccoli "ha perso il presidente Matteo Orfini". Anche il coordinatore romano Riccardo Corbucci, ex minisindaco del III presente oggi (ma defilato) in via dei Cerchi, "ha perso tutto il Pd". Casu invece difende l'operato del Partito democratico, dribblando con maestria chi lo incalza sul futuro del partito e parlando di "vittoria della partecipazione"

Fa quadrato intorno a Ciaccheri e Caudo anche il governatore del Lazio Nicola Zingaretti su Facebook, concentrandosi però solo sulla scelta di andare uniti alle elezioni, non sui risultati delle primarie: "Un centrosinistra aperto, plurale, largo è vincente, come abbiamo dimostrato alle elezioni del Lazio. Se ci isoliamo si perde". Ma a perdere è stato proprio il suo candidato, Enzo Foschi, zingarettiano doc. Dettagli che sembra dimenticare anche il deus ex machina del modello Lazio, il vicepresidente del consiglio regionale Massimiliano Smeriglio: "Hanno vinto due figure che io definisco 'irregolari': un giovane attivista sociale e un professore universitario di rara fama. Il modello Lazio, con una coalizione larga del campo democratico e progressista, deve dare la spinta per riformare il centrosinistra".

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