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Pd Lazio, Melilli sul putiferio per la nomina del presidente: "Ridare dignità al partito"

Il neo segretario commenta la rissa in assemblea. Al centro della polemica la nomina a presidente di Liliana Mannocchi, osteggiata dai renziani perché esterna all'assemblea. Melilli: "Il motivo dello scontro è politico, non tecnico"

"Non abbiamo fatto una grande figura" ammette il segretario del Pd Lazio, Fabio Melilli, a margine del congresso della Cgil. Il riferimento è alla baruffa di sabato scorso che ha trasformato in show l'assemblea di partito. Durante l'incontro avvenuto nel centro congresso di via dei Frentani si doveva ratificare la nomina a segretario dello stesso Melilli, vincitore delle primarie, e procedere all'elezione del presidente e della direzione regionale. 

Invece si è finiti a urla e spintoni, con un delegato portato via in barella per un malore, e le dimissioni minacciate da Melilli stesso. Che commenta a freddo: "Stiamo lavorando per ridare un po' di dignità al partito regionale", dove proprio la nomina del presidente ha scatenato il caos. I renziani volevano Lorenza Bonaccorsi, sfidante di Melilli alle primarie e interna all'assemblea. Ma la nomina a presidente è andata a Liliana Mannocchi, sostenuta dallo stesso segretario, ma esterna all'assemblea. 

Da qui il putiferio di cui oggi Melilli si scusa con i suoi elettori, pur senza indietreggiare di un passo sulla scelta Mannocchi. "Mi assumo la responsabilita' della mancata intesa, ma senza un presidente non ha motivo di esistere neanche un segretario. E in fondo ho scelto il metodo Renzi, anche lui ha fatto eleggere chi non fa parte dell'assemblea".

"Già ieri però avevo la sensazione che fosse stato fatto tutto nella norma, cosi' come accaduto per il nazionale dove Matteo Ricci è stato nominato vice di Renzi nonostante non facesse parte dell'assemblea -spiega Melilli- Anche il presidente della commissione nazionale di Garanzia, presente ieri sera, ha dato il suo via libera alla candidatura. Le regole si rispettano e quando sono di difficile interpretazione, esistono organismi per chiarire".

Quello che è accaduto ieri sera, continua l'ex presidente della provincia di Rieti, "ha piu' un risvolto politico che uno tecnico". Come consuetudine ormai, il ruolo di presidente viene affidato ad uno degli "sconfitti" delle primarie, come sottolineato piu' volte anche dai renziani che sostenevano Lorenza Bonaccorsi. "Non ci siamo neanche accorti che c'era stata la sua candidatura - spiega Melilli - Penso che si sia voluta creare una distinzione molto forzatamente".

Nei prossimi giorni, gia' da domani, il segretario incontrera' i rappresentanti della maggioranza per fare il punto della situazione, anche se ribadisce la volonta' di restare al suo posto. "Chiedero' la nuova assemblea il prima possibile, vorrei ricordare che che dobbiamo eleggere la direzione - spiega - dato che abbiamo appuntamenti molto importanti, come per esempio le elezioni Europee. Dobbiamo ritrovare l'unita'". 

E infine un avvertimento al Pd romano e al correntismo che spacca il partito, specie con Renzi a Palazzo Chigi: "Per anni ho assistito a riunioni regionali che ogni tanto diventavano la seconda puntata delle riunioni di Roma. Se si vuole fare del Pd regionale il luogo approfondimento del Pd romano, io non sono il segretario piu' adatto". 

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