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Risorse per Roma, il nuovo contratto mette al sicuro gli stipendi: ma restano i dubbi di lavoratori e opposizione

Mercoledì la firma del contratto di servizio, scaduto ad aprile, da parte della Giunta

Con la firma in Giunta del nuovo contratto di servizio, l’allarme stipendi che si era prospettato per gli oltre settecento dipendenti della società capitolina Risorse per Roma è rientrato. Sul tavolo della commissione Trasparenza che si è tenuta ieri mattina presso la sede dei gruppi consiliari di via del Tritone sono però rimasti molti nodi irrisolti, esposti sia dai consiglieri capitolini di opposizione sia dai rappresentanti dei lavoratori presenti. Con l’aggiunta di una polemica ‘trasversale’ alle tematiche affrontate e condivisa da Pd e Fdi: “L’assenza sistematica di assessori e uffici capitolini”. Infatti, se il presidente di Risorse per Roma, Giuseppe Cerasoli, ha risposto all’appello dei consiglieri, nessuno tra gli assessori a Bilancio e Urbanistica, Luca Montuori e Gianni Lemmetti, e rispettivi dipartimenti erano presenti. 

Il nuovo contratto di servizio della partecipata che svolge servizi in sostegno al dipartimento urbanistica più il portierato in una serie di sedi comunali e municipali, scaduto il primo aprile scorso, “è stato firmato mercoledì in Giunta con valori economici lievemente rivisti al ribasso per un totale di 42 milioni e mezzo” ha spiegato Cerasoli. “Ora abbiamo 20 giorni di tempo per definire i programmi operativi”. Nel frattempo, ha tranquillizzato, “questa firma ci permetterà di incassare a breve le fatture di aprile e maggio. Possiamo dire di aver superato le criticità finanziarie che nei mesi scorsi ci avevano costretto a segnalare la situazione al Comune”. 

Chiedono di vederci chiaro le opposizioni, Pd e Fdi in primis, che avevano già affrontato il tema del contratto di Risorse per Roma nel corso di una commissione urbanistica del 17 gennaio scorso e che lamentano “una completa mancanza di coinvolgimento dei consiglieri che non sono più stati convocati nelle commissioni competenti, come promesso, e non hanno potuto nemmeno visionare il documento”. Da qui la richiesta rinnovata a più riprese da diversi consiglieri “di far accompagnare gli atti per la concretizzazione del contratto di servizio nelle commissioni competenti”.

La motivazione l’ha spiegata a Romatoday il capogruppo Pd in Campidoglio, Giulio Pelonzi: “Risorse per Roma è una partecipata che svolge servizi molto importanti e in continua evoluzione, come per esempio le pratiche per i condoni, le affrancazioni e i piani di zona. Lo avevamo già chiesto un anno fa” continua il consigliere “lo richiediamo ora: le commissioni competenti siano messe nelle condizioni di partecipare ai contratti attuativi che sono il mezzo attraverso il quale si sostanzia il servizio”. 

Motivi di preoccupazione sul destino del servizio e degli oltre settecento lavoratori sono stati espressi anche dai sindacati. "Aspettiamo di leggere il contratto di servizio, ma rispetto ai contenuti che sono emersi fino a oggi siamo molto scettici" commenta Tiziano Tozzi, Rsu Cgil. "Il documento fissa una serie di obiettivi, anche in termini strettamente numerici, che non siamo sicuri siano il frutto di un'analisi delle potenzialità dell'azienda. Risorse per Roma lavora solo se i dipartimenti di riferimento forniscono le attività propedeutiche a quelle che sono le nostre funzioni, se non c'è la definizione delle responsabilità di entrambe le parti potrebbero nascere problemi. Nonostante queste incertezze, il ritardo con cui l'amministrazione è arrivata alla definizione di questo contratto ci pone di fronte al fatto di doverlo accettare comunque perché altrimenti è a rischio la continuità economica dell'azienda e di conseguenza gli stipendi dei lavoratori". 

Sul tavolo anche il nodo dei 76 lavoratori che svolgono servizio di portierato. "Siamo nel contratto ma con la spada di Damocle che pende sulla nostra testa della gara Consip alla quale l'amministrazione capitolina si riserva di affidare il servizio qualora si riveli più conveniente" spiega Mario Romani, Rsa Cisl. "E' vero che siamo tutelati dalla delibera 58 di Colomban ma chiediamo che anche nel documento siano inserite clausole più specifiche e un'armonizzazione del nostro contratto con i servizi che effettivamente svolgiamo". 

"Nessun lavoratore è a rischio" spiega Cerasoli a Romatoday. "Il Comune ci sta chiedendo di svolgere anche il servizio di portierato. Consip potrebbe bandire a breve la gara del facility management e quindi dare indicazioni all'amministrazione di rivolgersi a un fornitore centralizzato. Sono le norme dello Stato. I timori dei lavoratori sono legati alla previsione di questo scenario, dal momento che non ci sono garanzie occupazionali in questo passaggio, ma al momento non abbiamo evidenze certe. Nel momento in cui si andrà in questa direzione l'amministrazione e la società capiranno quale sarà la cosa migliore da fare". 

"Il fondamento giuridico di questo contratto di servizio" attacca ancora Pelonzi "è la delibera 58 sulla riorganizzazione delle società partecipate scritta da Massimo Colomban. Due emendamenti approvati e quindi facenti parte del documento dicono che anche in caso di distacco di un ramo d'azienda i livelli occupazionali saranno salvaguardati. Se così non sarà, sono pronto a ricorrere al Tar e bloccare il contratto di servizio". 

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