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Riserva dell’Acquafredda, fumata bianca: approvato il piano di assetto

Gubbiotti (RomaNatura): “Dà certezza delle regole, valorizza attività presenti e garantisce corretta fruizione”

Fumata bianca. Il consiglio regionale del Lazio ha approvato il piano di assetto della Riserva Naturale dell’Acquafredda. Il polmone verde, situato nel quadrante nord ovest della città, dispone ora di uno strumento in grado di garantirne valorizzazione e salvaguardia.

A cosa serve il piano d'assetto

Il piano di assetto “dà certezza delle regole ci permette di operare coniugando sempre difesa dell’ambiente protezione e conservazione della natura e della biodiversità, e valorizzazione di quelle attività che nel parco operano, e fruizione sempre più aperta e corretta a disposizione di tutti” ha commentato Maurizio Gubbiotti presidente di RomaNatura, l’ente regionale che gestisce decine di parchi, riserve e monumenti naturali presenti nel territorio della Capitale.

“Siamo riusciti ad ottenere un piano di assetto per la riserva dell’Acquafredda  rispettoso del valore naturalistico di questi luoghi, ma anche di forte prospettive” ha spiegato Gubbiotti che ha ricordato , “il grosso impegno da parte dell’associazionismo sociale ed ambientale” ma anche “un forte protagonismo degli agricoltori, che non solo hanno scelto la strada della multifunzionalità, ma anche quella della cooperazione tra loro”.

La ricchezza della riserva

Non ha nascosto la propria soddisfazione neppure il presidente della commissione Ambiente Valerio Novelli, per il quinto piano di assetto approvato nel corso degli ultimi tre anni. “la Riserva Naturale di Acquafredda, ha delle ricchezze straordinarie, è, infatti, uno dei polmoni verdi di Roma ed ha al suo interno i fossi dell’Acquafredda e di Montespaccato che costituiscono le due sorgenti che danno il nome alla Riserva. Il terreno, di origine vulcanica, è fertile e favorisce lo sviluppo agricolo della zona. Un Piano, quindi, che guarda con lungimiranza allo sviluppo sostenibile di un’area verde fondamentale per Roma e per tutta la Regione Lazio”.

La quadra sull’approvazione del piano di assetto è arrivata stralciando un progetto che aveva fatto discutere. Era quello contenuto nella scheda 9 “che prevedeva un consumo di suolo, di circa 180mila metri cubi sui terreni di proprietà dell’Apsa (Amministrazione Patrimonio Sede Apostolica)” ha ricordato Novelli.

Sì alla multifunzionalità e no alla multimprenditorialità

C'è un altro aspetto che il Piano affronta: la cosiddetta multifunzionalità. E’ una questione che aveva suscitato un dibattito all’interno della Pisana. Ai produttori sarà consentito di diversificare la propria attività, mantenendo però prioritaria quella agricola (multifunzionalità). Si è invece rinunciato a quello che, il consigliere Marco Cacciatore, ha definito “il controverso tema della  multimpreditorialità, ovvero la possibilità che gli agricoltori possano svolgere attività diverse dalla loro principale, lasciando affiancare all'agricoltura ben altro tipo di attività ed insediamenti con il rischio - ha rimarcato il consigliere regionale - di  perdere la vocazione agricola”. L'originaria vocazionie di quei terreni, a nord ovest della Capitale, viene quindi rispettata. A garantirlo, da oggi, provvederà il piano di assetto.

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