Intervista | Carpano (lista Calenda): “Sulla manutenzione stradale Roma faccia come Milano”
Tra il 2015 ed il 2020 arrivate al comune 41mila richieste di danni per sinistri stradali
Quanto costa al comune una cattiva manutenzione delle proprie strade? La questione è stata affrontata dall'agenzia per il controllo e la qualità dei servizi, che ha diffuso un report sulle denunce di sinistri e sui risarcimenti assicurativi pagati dal comune per risarcire danni causati da dissesto stradale. Una questione che, secondo il consigliere Francesco Carpano, della lista Calenda, meritava un apposito approfondimento.
Il costo degli incidenti stradali per il comune di Roma: sei milioni di euro in 5 anni
Carpano, la manutenzione delle strade viene spesso assegnata a società private che, da contratto, dovrebbero sollevare Roma dal risarcimento dei danni. Tra il 2016 e il 2020 però circa il 31% dei sinistri denunciati, sono stati rimborsati dalla società partecipata Assicurazioni di Roma. Sono 6 milioni di euro. Non è tanto?
Abbiamo a Roma un modello che non funziona. Non è possibile che, se contrattualizziamo delle aziende per svolgere i lavori stradali e per rimborsare i cittadini che hanno subito dei danni, poi il 30% dei risarcimenti finiscano sul gruppone del Comune. Perché parliamo di 6 milioni di euro, molto più di quanto riceva un municipio per gestire le proprie strade. Ed è chiaro che così non funziona. E non funziona a tal punto che siamo stati noi, un mese e mezzo fa, all'Acos un approfondimento sulle denunce da sinistro ed i relativi risarcimenti.
Ha in mente un modello più efficace di quello romano?
Sì. Abbiamo analizzato come sono organizzati i comuni di Milano e Torino. Lì le strade da rifare sono di competenza solamente del dipartimento centrale. Quello è un modello efficace. A Roma invece il dipartimento SIMU ha la gestione solo del 15% delle strade. Le altre sono di competenza dei municipi. Invece funzionerebbe se, ai municipi, venisse lasciato soltanto il compito di fare le segnalazioni.
Ma Roma è una città infinitamente più grande dei comuni di Milano e Torino. Non si rischia, lasciando l'onere della manutenzione stradale al solo dipartimento SIMU, di non riuscire a garantire un servizio adeguato?
Il dipartimento SIMU va opportunamente rafforzato. Ma non ha senso continuare a pensare che esistano strade di serie A e strade di serie B, laddove queste ultime sono quelle gestite dai municipi. Il risultato poi è che si arriva, in cinque anni, ad avere più di 40mila richieste di risarcimento danni.
Leggendo il rapporto dell’Acos, il numero di sinistri segnalati nelle strade di competenza municipale è risultato essere particolarmente alto soprattutto nelle zone più periferiche. Penso ad esempio al VI, che ha fatto registrate 420 denunce ogni 100 km di strade. Risultato simile in VII. Sono anche i municipi più popolosi. Lei ci vede una correlazione?
La popolosità è un fattore che incide molto sulla dinamica. Parliamo infatti del VI municipio, che ha oltre 220 mila abitanti. Il settimo invece ne ha più di 300 mila. Ma c’è un altro aspetto che vorrei sottolineare. A Roma abbiamo 2 meccanismi diversi di manutenzione delle strade. Per la viabilità principale c’è il simu, che fa due bandi, uno per la sorveglianza e l’altro per i lavori. Quando la prima indica la presenza di un problema, interviene la ditta che ha vinto il secondo bando. Ed è un meccanismo che funziona.
Nei municipi invece non è così?
No, i municipi mettono insieme l’appalto e questo genere a mio avviso anche un conflitto di interesse tra chi deve esercitare i due compiti. Poi il risultato è che le strade siano tenute decisamente peggio di quelle della cosiddetta viabilità principale.
Poi bisogna scontare il fatto che municipi hanno anche molte strade e pochi soldi in bilancio per gestirle...
Sono d’accordo. Anche sul piano delle risorse umane non sono attrezzati. Ci sono una, massimo due persone, che svolgono il ruolo di direzione dei lavori. E questo è la conseguenza di un decentramento senza strumenti, un feticcio che così com’è non ha senso d’esistere. Invece il decentramento dovrebbe essere un mezzo per ottenere un fine. Per quanto riguarda la manutenzione stradale, ripeto, la strada migliore è quella che prevede che i municipi si limitino a svolgere attività di segnalazione.