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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Raggi caccia due assessori: via il vicesindaco Luca Bergamo e Carlo Cafarotti

Per la sostituzione in pole Lorenza Fruci, per le politiche culturali, e Pietro Calabrese, per il ruolo di vice. Andrea Coia dovrebbe diventare l'assessore al commercio

Il rimpasto pre elettorale alla fine è arrivato. Con un comunicato arrivato alle 22.17 di venerdì 22 gennaio, la sindaca Virginia Raggi ha dato il benservito all'assessore alla cultura, nonché vicesindaco, Luca Bergamo, e al responsabile del commercio Carlo Cafarotti. Salva invece, almeno per ora Veronica Mammì, assessora alle politiche sociali, anche lei in predicato di essere cacciata. 

Perché il rimpasto

Si tratta di un rimpasto pre elettorale. C'è la motivazione ufficiale: "Ci sono diversità di visioni politiche per il futuro di Roma. Ne abbiamo discusso di recente senza riuscire a trovare una sintesi". C'è poi quella reale di un'irritazione della sindaca risalente ad agosto quando, dopo l'annuncio della sua ricandidatura, l'assessore Bergamo con un'intervista espresse tutto il suo disappunto per la scelta. Cafarotti invece non manifestò entusiasmo sui social, uscendo con un post su facebook solo dopo essere stato sollecitato dallo staff di comunicazione. Da allora i due, insieme alla Mammì, erano finiti nel mirino e dopo mesi di voci, si è passati all'azione.

L'annuncio ufficiale

L'annuncio con un comunicato: "La sindaca di Roma Virginia Raggi ha deciso di riprendere nelle proprie mani le deleghe alla Crescita Culturale e allo Sviluppo Economico, Turismo e Lavoro". Le motivazioni e i ringraziamenti, almeno quelle ufficiali, differiscono nei toni: più accorate e dettagliate per Luca Bergamo, più fredde e brevi per Carlo Cafarotti. 

“Ringrazio Luca Bergamo per il lavoro che ha svolto come Vicesindaco e assessore alla Crescita culturale del Comune di Roma. Mi preme sottolineare che la mia decisione non è legata ad alcuna incomprensione né a dissapori nei suoi confronti: la fiducia e la stima nei confronti di Luca restano alte, soprattutto alla luce del complesso e ottimo lavoro che ha portato avanti in questi anni. Voglio ringraziare Luca per il suo impegno al servizio della città grazie a cui sono state realizzate delle vere rivoluzioni nel modo di fare cultura a Roma, che hanno influenzato il dibattito italiano e internazionale, con il solo obiettivo di garantire la massima accessibilità e partecipazione dei cittadini alla vita culturale della propria città. Penso alla Mic Card che apre quasi gratuitamente ai romani tutta la rete dei musei civici di Roma. Penso alla Festa di Roma, un capodanno unico e apprezzato a livello nazionale e internazionale per la qualità delle performance e della creatività o alla prossima riapertura del Mausoleo di Augusto. E questi sono solo tre esempi tra i tanti. Tuttavia, ci sono diversità di visioni politiche per il futuro di Roma. Ne abbiamo discusso di recente senza riuscire a trovare una sintesi".

Quindi per il responsabile al commercio: "Allo stesso modo, ringrazio Carlo Cafarotti per il contributo all’azione amministrativa realizzato nel corso di questi anni. Abbiamo portato avanti insieme progetti importanti per la città come il rilancio del settore turistico attraverso il Convention Bureau e FutouRoma o la riorganizzazione dei mercati rionali".

Fuori gli assessori non allineati, premiati i fedelissimi

Dietro la facciata però, come avevamo scritto ieri, c'era la necessità di far fuori assessori giudicati non allineati alla linea Raggi e soprattutto quella di premiare fedelissimi ritenuti importanti per la corsa al bis. Per la sostituzione di Bergamo il nome in pole position è quello di Pietro Calabrese, attuale assessore alla mobilità e grillino della prima ora. Alternativa, le cui quote però sono in forte ribasso, è Antonio De Santis. L'idea è quella di dare, anche simbolicamente, un carattere pentastallato della giunta, affidando il ruolo più importante all'assessore attivista, un tempo ben voluto da tutti ma oggi, come tutti gli eletti, un po' scollato dalla base. De Santis invece è il deus ex machina dei rapporti con i dipendenti comunali: a lui va il merito di aver risolto tutti i dossier più caldi e la sua promozione sarebbe stata (e potrebbe ancora essere non essendo la decisione presa) un premio per aver coltivato un bacino di voti giudicato fondamentale. 

E il bacino di voti sarebbe alla base di Andrea Coia allo Sviluppo Economico, Turismo e Lavoro. Il presidente della commissione commercio viene reputato importante per i rapporti che ha con le associazioni di categoria: da lui la sindaca si aspetta soprattutto ricuciture (e quindi voti) con commercianti e ambulanti. Non è casuale, ad esempio, la scelta di dicembre di aprire la ztl per lo shopping natalizio, strizzando l'occhiolino proprio a queste categorie. 

Salva Veronica Mammì

Salva, come detto, è l'assessora Veronica Mammì. Restano a lei le deleghe alle politiche sociali. Troppo grillina e attivista della prima ora, avrebbe rotto il tentativo di pax con la base, minando anche la maggioranza in aula. Moglie di Enrico Stefano, la sua cacciata avrebbe provocato un'ulteriore levata di scudi della fronda. Rimane da assegnare la delega alle politiche culturali per la quale quasi certo è l'ingresso in giunta di Lorenza Fruci, già delegata alle pari opportunità.

I retroscena dietro il rimpasto

Il rimpasto, annunciato da mesi attraverso indiscrezioni fatte uscire ad arte, è arrivato alle 22 di venerdì sera, alla vigilia del week end. Una scelta non casuale, per tenere il più bassa possibile l'attenzione mediatica sul cambio di poltrone, per schiaccare la notizia sulla settimana in chiusura e non intaccare la campagna elettorale, tesa a mostrare "gli straordinari risultati raggiunti dall'amministrazione Raggi". 

Un impatto mediatico che Raggi e il suo staff di comunicazione puntavano a mitigare attraverso le dimissioni volontarie degli assessori, fiaccandoli con le continue voci di rimpasto, mai smentito dalla prima cittadina. Bergamo, Cafarotti e Mammì hanno però scelto la strada della barra dritta, del lavorare senza chiedere spiegazioni alla sindaca sempre più regina. Una linea che, settimana dopo settimana, si racconta abbia innervosito e non poco la Raggi, già irritata con loro per il poco entusiasmo mostrato tanto all'annuncio della sua ricandidatura, quanto per la sua assoluzione. Da qui la decisione di agire, tenendo comunque ben presenti gli equilibri di partito che hanno salvato Veronica Mammì. Almeno per ora. 

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