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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Politica Via Masaniello

Tiburtina, nel campo profughi "tutto sotto controllo". Ancora caos intorno al centro Baobab

Nella tendopoli d'emergenza dormono e mangiano in 140. Il resto è ancora nelle vicinanze del centro di accoglienza di via Cupa. Rete solidale dei cittadini che portano viveri ai migranti

Seconda notte nelle tende d'emergenza per i 140 migranti ospitati a Tiburtina, simbolo accanto ai box in plexiglass della stazione di Milano, del caos prodotto da sbarchi e frontiere blindate. Le tensostrutture allestite dalla Croce Rossa non occupano tutto lo spazio disponibile, sono piene sì ma il terreno che affianca la parte di scalo da poco inaugurata può ospitarne altre, in caso di estrema necessità. 

Nessuna emergenza di tipo sanitario, come assicurato dal coordinatore del campo, Marco Petrocchi. Anche se un uomo questa mattina è stato portato via in ambulanza, dopo ore di vomito e dissenteria. "Qui hanno tutto, docce, bagni chimici, gli allacci alla corrente in ogni tenda per ricaricare il cellulare" spiega all'ingresso del campo improvvisato in poche ore sabato pomeriggio per far fronte alle centinaia di eritrei arrivati dalla Sicilia

Ammassati prima nel piazzale della stazione con rifugi di cartone, poi fuori e dentro il centro di accoglienza di via Cupa, il fiume umano non era più gestibile, fermo in un quadrante di pochi metri in attesa di partire per il Nord Europa. I confini sono rimasti chiusi giorni in seguito al blocco del trattato di Schengen per il G7. Da oggi dovrebbero riaprire, ma le notizie si rincorrono senza certezze. E intanto al Baobab, nonostante la tendopoli, la situazione resta critica. Decine di persone dormono ancora in strada, e la struttura è strapiena di immigrati stipati in locali troppo stretti per tutti. Siamo sugli 800 e i 1000 richiedenti asilo. Molte donne e bambini. 

VIDEO--->"AL BAOBAB IN 800 PER 200 POSTI"

Fitta la rete di solidarietà creata da semplici cittadini. "Ho portato pasta, uova, biscotti e latte per i bambini" racconta una donna arrivata con il portabagagli pieno di viveri fuori da Tiburtina. Teglie di pasta fredda arrivano anche da una coppia di giovani. "L'abbiamo cucinata ieri sera". C'è poi chi arriva con tavoli  e sedie. "Ho pensato potessero essere utili dentro il campo". Stessa scena fuori dal Baobab, dove all'ora di pranzo la fila per i pasti è lunghissima, e i residenti della zona fanno capolinea con generi di prima necessità. 

Il tutto in attesa che si aprano le porte del FerrHotel di via Masaniello, struttura destinata (sempre nel quadrante della Tiburtina) a ospitare i migranti non appena ristrutturata. Tempistiche? "Oggi è prevista la consegna per l'inizio dei lavori - spiegano dall'assessorato al Sociale di Francesca Danese - dovrebbero volerci tra venti giorni e un mese". Ma il passaggio potrebbe non essere indolore, e già c'è chi è pronto a rompere quella rete solidale che nelle ultime ore ha avuto la meglio su proteste e strumentalizzazioni politiche. 

Un manifesto contro "il centro di accoglienza" di via Masaniello è comparso puntuale in più di una copia intorno al cantiere. E' firmato "comitato spontaneo piazza delle Crociate". "Come abbiamo già detto i cittadini e i commercianti della zona non hanno intenzione di accettare due insediamenti per profughi in piena regola proprio sotto casa in una zona già al centro di problematiche di natura sociale - ha dichiarato Fabrizio Montanini, portavoce del gruppo di cittadini - gli striscioni recitano chiaramente quale sia il volere dei residenti, basta con il business dell'accoglienza: le case vanno assegnate agli italiani in difficoltà". 

Campo profughi alla stazione Tiburtina

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