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Danese e Gerace, è pace. Sui 20 rifugiati a San Lorenzo però resta l'incognita

Toni distesi nell'incontro tra l'assessora alle Politiche Sociali e il presidente del II muncipio: "Accoglienza per piccoli gruppi". Sui venti rifugiati sgomberati da Ponte Mammolo invece si è alla ricerca di una collocazione

È tornato disteso il clima attorno a quella che era diventata ormai una guerra, mediatica ed istituzionale, sull'accoglienza nel secondo municipio, ed in particolare nel quartiere di San Lorenzo. A dare indicazioni in questo senso una nota congiunta emessa dall'assessora alle Politiche Sociali e Abitative Francesca Danese e al minisindaco Giuseppe Gerace al termine di un incontro che si è tenuto a porte chiuse negli uffici del dipartimento capitolino in presenza anche di alcuni esponenti della sua maggioranza. Una nota previssima in cui si fa piazza pulita dei numeri, delle ipotesi, e anche degli equivoci che erano circolati nei giorni scorsi sulla stampa. “Ribadiamo valore accoglienza. Il II municipio è disponibile” si legge nella nota. Il modello è quello dell'ospitalità “di piccoli gruppi di persone” da “distruibuire sul territorio così da attivare processi di integrazione concreti”. Nessun riferimento a luoghi, indirizzi o strutture in particolare, forse per evitare che il ricorrersi delle notizie possa generare, come invece accaduto nei giorni scorsi, un allarme senza fondamento anche tra i cittadini. 

Al centro delle polemiche da una parte i rifugiati sgomberati dall'insediamento abusivo di Ponte Mammolo, parte dei quali sono ancora in cerca di una sistemazione, dall'altra uno stabile in via dei Reti sequestrato alla mafia che nelle prossime settimane potrebbe entrare nelle disponibilità del Comune e che l'assessora Danese aveva annunciato di voler destinare all'emergenza abitativa. "Non si può pensare di accogliere 200 rifugiati in un palazzo nel cuore del quartiere senza deciderlo prima insieme al territorio. Chiediamo con urgenza un incontro con Danese" aveva tuonato Gerace. "Si tratta di garantire una sistemazione adeguata e condivisa a 21 ragazzi eritrei, e non centinaia come qualcuno vorrebbe far credere” la risposta seccata della Danese.

Con l'incontro di oggi potrebbe essersi messo un punto oltre il quale ricominciare sul tema dell'accoglienza. Anche perché, e questo vale per future, eventuali, necessità di ospitare rifugiati, ci sono municipi nella Capitale che si presentano saturi come per esempio il IV, il V o il VI. E la ventina di persone rimaste senza accoglienza dopo lo sgombero di via delle Messi d'Oro? Dall'assessorato sono al lavoro per trovare una soluzione alternativa. Questa volta, si spera, senza polemiche. 

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