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Rifiuti, Zingaretti dopo la sentenza del Tar: "La sostanza non cambia. Informerò il Governo del pericolo che corre Roma"

Il presidente: "Non viene assolutamente contestata la sostanza dell’ordinanza". Poi aggiunge: "Il rischio emergenza per la Capitale si ripropone ancora una volta"

La regione non doveva usare un'ordinanza per chiedere all'amministrazione Raggi di dotarsi degli impianti per rendersi autosufficiente nella gestione del ciclo dei rifiuti. Il Tar è stato chiaro ed ha accolto il ricorso del Comune di Roma, sottolineando nel contempo le mancanze impiantistiche della Capitale. La Regione prende atto della sentenza, ma tiene il punto sulla sostanza della vicenda che "rischia di riproporre una situazione di emergenza rifiuti per la città"

"La sostanza non cambia", spiega il governatore Nicola Zingaretti in una nota."Il Tar conferma chiaramente che Roma non ha un piano impiantistico, non ha indicato i siti dove collocare gli impianti e non sa dove portare i rifiuti che produce. Su questo il Tar rileva a chiare lettere l'omissione da parte del Comune affermando la mancanza, cito la sentenza, di "un piano impiantistico volto a garantire l'autosufficienza nel trattamento, trasferenza e smaltimento dei rifiuti del Sub-ATO di Roma Capitale". 

Zingaretti spiega ancora che "il Tar eccepisce alla regione esclusivamente l’idoneità nell’uso dell'ordinanza per affrontare il problema e indica invece la necessità di utilizzare gli strumenti ordinari "in caso di omessa adozione da parte delle Province e dei Comuni di atti obbligatori" previsti dalla normativa". 

"Come ho già detto non viene assolutamente contestata la sostanza dell’ordinanza", continua il presidente. "Come Regione, attraverso il lavoro di questi mesi, anche con le ordinanze adottate che hanno evitato l’accumularsi dei rifiuti in strada e il conseguente pericolo sanitario, abbiamo provato in sinergia con le altre istituzioni locali a risolvere l'emergenza rifiuti della capitale". 

Secondo Zingartti "ora la situazione sta diventando gravissima: Roma rischia di essere invasa  dai rifiuti perché Regioni e Comuni che accolgono già i rifiuti romani, dopo la scadenza del 30 giugno non intendono ricevere ulteriori conferimenti. Il rischio emergenza per la Capitale dunque si ripropone ancora una volta e diventa sempre più drammatico perché, lo ripeto, in assenza di soluzioni credibili da parte di Roma Capitale e della Città Metropolitana rischiamo che nessuno sia più disponibile a ricevere i rifiuti di Roma. Per salvare la capitale procederemo in via ordinaria con le indicazioni presenti nella sentenza ma già oggi informerò il Governo del pericolo che corre Roma".

Cosa dice la sentenza che dà ragione al Comune

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