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Rifiuti, Santori: "No a trattative private"

“Basta con Monti dell’Ortaccio, evitare rischio di società ad hoc per scegliere sito”

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RomaToday

“Ci opporremo al meccanismo degli interessi economici e all’ottusa indifferenza che, giocando per mesi al ‘totositi’, sembrano averli eliminati tutti tranne, guarda caso, Monti dell’Ortaccio. Auspichiamo che dietro questo teatrino di fatalismo e incapacità non si nasconda invece la volontà di raggirare procedure trasparenti creando una società ad hoc a capitale pubblico per il 51% e per il resto privata e, guarda caso, proprio con il proprietario del sito. Una scelta del genere cadrebbe sotto la scure di un probabile ricorso al Tar, segnando sul calendario l’ennesimo fallimento sul problema dei rifiuti con la certezza di una lunga proroga per Malagrotta. Proseguire in questa direzione, lasciando spazio ad una politica capitolina debole che rischia di farsi imporre le scelte dai privati consegnando in mano ad essi, in un settore strategico come quello dei  rifiuti, la gestione dell’intero ciclo di smaltimento, è una scelta oscura, nella quale molti aspetti sono poco convincenti, al di là della una semplice difesa del territorio. Si realizzerebbe infatti un vero e proprio monopolio di dubbia legalità, attuato ignorando l’ordinanza emessa da presidente del consiglio, n. 3963 del 2011, che prevede procedure trasparenti, con espropri e gare di appalto pubbliche, che renderebbe autonoma l’amministrazione sulla gestione dei rifiuti. Dettami  ribaditi più volte dalla presidente della Regione Lazio Renata Polverini, che da tempo aveva indicato la strada”.

Lo dichiara in una nota il consigliere di Roma Capitale Fabrizio Santori.

“E’ ora che il ministro Clini, che troppo spesso dimostra di volersi sostituire al commissario Sottile, non si ostini su questa scelta che lo conduce su una strada buia che già ha visto dimissioni importanti e improvvise, e il diniego di Campidoglio, Provincia, Regione Lazio e Ue con un’apposita direttiva”, conclude Santori.
 

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