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Rifiuti, la Capitale alla prova del piano regionale. Le province del Lazio: "No ai rifiuti di Roma"

Per trovare una soluzione per Roma in campo anche il ministro Costa

Le operazioni di smaltimento delle circa 700 tonnellate di rifiuti contenute nel treno alla stazione di Roma Smistamento sono terminate venerdì scorso. Ma la gestione dei rifiuti romana continua ad essere critica. Scene di cassonetti pieni e raccolta a rilento si sono viste anche ad agosto quando la città si svuota e la quantità di immondizia prodotta tende a calare significativamente. Anche l’impianto Salario, come dimostrato dalle immagini diffuse dalla Cgil, era pieno nonostante il periodo estivo. 

Per questo nelle prossime settimane la definizione di quel nuovo piano rifiuti regionale, mai aggiornato in seguito alla chiusura della discarica di Malagrotta, e necessario per stabilire una volta per tutte gli impianti di trattamento necessari alla Capitale, sarà sempre di più sotto i riflettori. Un piano urgente, dal momento che oggi Roma naviga a vista spedendo all’esterno dei propri confini comunali tutti i rifiuti, sia che si tratti di tal quale da trattare negli appositi impianti sia che si tratti di materiale già lavorato nei Tmb di Malagrotta, Salario e Rocca Cencia. È così che le circa 4600 tonnellate di immondizia prodotte ogni giorno (circa la metà vengono trattate negli impianti romani) finiscono non solo verso altre regioni italiane come l’Abruzzo o all’estero come gli inceneritori in Germania e in Austria ma vanno a pesare anche su altri comuni e province del Lazio: Colleferro, Frosinone, Latina. 

Territori che oggi, di fronte all’apertura del dibattito sull’elaborazione del nuovo piano, sono sul piede di guerra. Nei giorni scorsi l’assessore regionale all’Ambiente, Massimiliano Valeriani ha incontrato il direttivo dell’Unione province italiane del Lazio dalla quale è emersa la necessità che Roma individui aree per lo smaltimento dei rifiuti all’interno dei propri confini comunali. “È fondamentale che ogni territorio rispetti il principio dell’autosufficienza” le parole del presidente della Provincia di Frosinone, Antonio Pompeo, pronunciate in quell’occasione. “In particolare Roma capitale deve dotarsi di propri impianti e non far ricadere il peso delle sue mancanze sulle altre province, come è accaduto fino ad ora”.

Il messaggio è stato recepito dall’assessore regionale Valeriani. Sul suo tavolo, però, c’è la nota tecnica inviata circa tre mesi fa dal dipartimento Gestione rifiuti della Città Metropolitana di Roma Capitale alla direzione Politiche ambientali della Regione Lazio che indica quali aree idonee ad ospitare gli impianti di smaltimento della Capitale solo zone ricadenti in altri comuni della provincia o del Lazio. Nessun nuovo impianto di trattamento o discarica di servizio sul territorio capitolino. La Roma a Cinque Stelle, si sa, punta a far volare alle stelle la percentuale di raccolta differenziata così da rendere sempre meno necessari gli impianti per lavorare i rifiuti indifferenziati. In due anni, però, questi valori sono cresciuti pochissimo e il sistema ha continuato a lavorare al limite. 

La strada della discussione del piano regionale è in salita. Valeriani ha già comunicato l’intenzione di convocare una riunione con l’assessora capitolina Pinuccia Montanari e i responsabili sul tema della Città Metropolitana per un confronto più ‘politico’ in merito con l’intento di arrivare ad una prima redazione del nuovo piano entro l’anno. Poi il testo verrà sottoposto agli uffici per la Valutazione ambientale strategica e alle commissioni regionali e del consiglio che potranno presentare osservazioni e introdurre modifiche prima dell’approvazione definitiva. 

La discussione si preannuncia infuocata. A dare una mano per arrivare ad una soluzione ci si metterà anche il Governo gialloverde con il ministro dell’Ambiente Sergio Costa che ha già trovato un’intesa sia con la sindaca Virginia Raggi e sia con il presidente della Regione Nicola Zingaretti. Il primo incontro operativo, però, non è ancora stato convocato. 

Intanto la Uil Lazio lancia l'allarme: "Nella vicenda dei rifiuti l'assessore Pinuccia Montanari sembra far finta di non capire. Esiste una vera emergenza sui rifiuti, ma il Comune non ne parla e fa altro" afferma in una nota Giuliano Sciotti, segretario regionale del sindacato. "L'impossibilità di chiudere il ciclo di gestione nel proprio territorio costringe l'amministrazione a fare viaggiare migliaia di tonnellate di immondizia in altre regioni o addirittura in altri Paesi europei". Poi parla del personale Ama: "Dove sono le tanto ventilate assunzioni di nuovo personale? Ancora non se ne vede traccia". 

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