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Giovedì, 25 Aprile 2024
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INTERVISTA | Rifiuti, l’assessora Ziantoni: "Roma autosufficiente nel 2024, discarica sarà in provincia"

L'assessora ai Rifiuti a RomaToday: "Piano industriale Ama traccia strada verso autosufficienza, non possiamo essere commissariati". Confermata la chiusura di Rocca Cencia, ancora incerte le alternative. Sulla differenziata attacco a Montanari "Non basta scrivere numeri alti"

Dalla scelta di cancellare gli ecodistretti voluti dal sindaco Marino, “perfetti sulla carta ma irrealizzabili nel contesto in cui erano inseriti”, agli impianti annunciati per tirare fuori Roma dalla perenne crisi dei rifiuti con il piano industriale di Ama “che punta al raggiungimento dell’autosufficienza impiantistica di Roma al 2024”. In mezzo la chiusura delle discariche di Colleferro e Roccasecca, che hanno lasciato la Capitale senza sbocco finale, e l’eterno braccio di ferro con la Regione Lazio con lo spettro del commissariamento mai definitivamente scacciato. Mandato arduo quello di Katia Ziantoni, assessora ai Rifiuti di Roma Capitale, che a RomaToday fa il punto sulla questione rifiuti a Roma.

Nominata lo scorso settembre, Ziantoni è un'attivista grillina tra le più combattenti nella zona di Tor Bella Monaca, scelta da Raggi per ricucire con la base. Un’assessora ‘di lotta’ al governo. Dal territorio al Campidoglio tra gli obiettivi c’è anche la chiusura del TMB di Rocca Cencia, l’ultimo rimasto ad Ama: le alternative sul lungo termine “sono nel piano" della municipalizzata, mentre nell’immediato il Comune “si muove per cercare nuovi spazi regionali visto che - dice Ziantoni - quelli definiti ‘strategici’ (come la Regione ha definito Rocca Cencia ndr.) nel piano regionale dei rifiuti sono numerosi”. Tra le ipotesi quella di conferire i rifiuti di Roma nel TMB di Cerroni a Guidonia e l’acquisizione da parte di Ama del TMB di Rida Ambiente ad Aprilia. Lo scontro con i sindaci della provincia è aperto. E' anche oltre i confini comunali che il Campidoglio a guida M5s vuole portare la discarica di Roma. 

Nel 2016,in campagna elettorale, avete avversato gli impianti progettati per Ama e per Roma da Marino. Eletti li avete cancellati. Siete pentiti? Ci può spiegare perché quel progetto era sbagliato?

No, non siamo pentiti. Quei progetti erano perfetti sulla carta, ma di fatto irrealizzabili nel contesto in cui erano inseriti. Si è ragionato come se Roma disponesse di aree industriali fuori la città. Sappiamo bene che non è così. L’Amministrazione precedente ha semplicemente preso le aree già autorizzate e ci ha messo dentro tutti gli impianti che, alla fine, si erano concretizzati in un solo impianto di digestione anaerobica dentro Rocca Cencia con una valutazione di impatto ambientale decisamente “negativa”.

La differenziata doveva essere oggi, nel 2021, al 70%. L'aveva promesso l'assessora Montanari, l'aveva giurato la sindaca Raggi. Da assessora all'epoca municipale, e quindi parte in causa, perché secondo lei le cose non hanno funzionato e si è fallito l'obiettivo?

Oggi la differenziata è al 46% e dovrà crescere di altri 4 punti entro dicembre, così come previsto nell’ultimo piano economico finanziario predisposto. La percentuale di raccolta differenziata a Roma è più alta di qualunque grande capitale europea. Spesso ho sentito paragonare la Capitale a piccole città che non raggiungono, per estensione, neanche un Municipio di Roma. Questo è stato il vero sbaglio. Detto questo, non basta scrivere un numero alto, occorre pianificare gli investimenti necessari, in termini di mezzi, uomini e impianti per garantire un servizio efficiente, migliorare la qualità della raccolta e aumentare la percentuale di recupero delle materie prime seconde.

Dopo le dimissioni di Pinuccia Montanari Roma non ha avuto un assessore ai rifiuti per oltre un anno. Da assessora municipale, e quindi parte in causa, ne ha sentito la mancanza?

A livello locale no, perché con Ama abbiamo portato avanti tante migliorie e continuato a lavorare costantemente sul territorio. A livello centrale la delega era in capo alla Sindaca che, tra l’altro, aveva individuato una delegata ai Rifiuti. Certamente era necessaria una figura politica, per tutte le macro questioni della città e la Sindaca ha pensato a me. Nel tempo che ho avuto e ho a disposizione darò il massimo per la città.

Dopo anni di inerzia e diversi management cambiati, avete approvato tre bilanci Ama. Perché questo ritardo? Come detto dall'assessore Montuori in conferenza stampa, la stortura del Centro Carni era rintracciabile semplicemente andando sui siti del comitato di quartiere. Non si poteva intervenire prima?

Non amo parlare di chi c’era prima, ma l’operazione di trasparenza sui bilanci non riguardava soltanto il Centro Carni, ma la veridicità di ben 3 bilanci e un'operazione di risanamento pagata da Roma Capitale con 256 milioni di euro. Quando ho firmato la deliberazione, insieme all’assessore al Bilancio e alla Giunta tutta, ci siamo presi una grande responsabilità. Prima non si era mai arrivati a questo. 

Ci illustra il piano rifiuti per cui pensate il Commissariamento sia sbagliato?

Il piano rifiuti di AMA S.p.A punta al raggiungimento dell’autosufficienza impiantistica della Capitale al 2024, in linea con quanto dettato dal piano regionale dei rifiuti. Prevede la realizzazione di 2 impianti di compostaggio per il trattamento della frazione organica a Casal Selce e Cesano, autorizzati dalla Regione nel 2021, la realizzazione di 2 impianti di selezione di plastica carta e metalli di cui uno a Rocca Cencia con la riconversione del TMB, la realizzazione di un nuovo TMB con definizione del contratto di acquisizione dell’area da parte di AMA e l’acquisizione di un impianto già in esercizio, per il trattamento dei rifiuti indifferenziati, da parte di Roma Capitale. Il piano prevede inoltre 17 nuovi centri di raccolta, l’autocompostaggio, l’avvio del progetto sullo spreco alimentare e numerose altre misure sulla prevenzione della riduzione dei rifiuti. Non prevede una discarica in città perché, come confermato anche dal nuovo PTPR, non esistono aree idonee in città a meno che non vogliamo tornare nelle stesse aree di “attenzione progettuale” ben note alla cronaca. La Regione continua ad imporci una discarica in città citando un sub ambito che non è previsto dal D.lgs.152/2006. L’autosufficienza dell’ATO, infatti riguarda il territorio della città metropolitana, non Roma Capitale che comunque ha già previsto tutti gli altri impianti dentro il territorio.

Perché e come il vostro piano rifiuti, con impianti in parte da approvare ancora e tutti da costruire, dovrebbe tranquillizzare i romani?

Perché è un piano concreto e calato sulla città che rispetta le previsioni temporali del piano regionale dei rifiuti. Perché i 2 impianti di compostaggio sono già autorizzati mentre per gli impianti di valorizzazione della raccolta differenziata useremmo le proprietà di cui AMA già dispone con un iter molto molto più semplice trattando di multimateriale. Perché stiamo procedendo all’acquisizione di un impianto di trattamento dei rifiuti indifferenziati,già autorizzato, con investimento diretto di Roma Capitale che ha accantonato, in questi anni, 100 milioni in bilancio. Perché tutte le aree individuate per i centri di raccolta hanno già passato l’istruttoria tecnico urbanistica e l’AMA ha un contratto applicativo di 26 milioni di euro destinato a questo ed altri interventi di manutenzione. Perché un azienda sana può comprare aree idonee per realizzare un nuovo TMB e può investire come ha già fatto su personale, mezzi e infrastrutture.

Per AMA il TMB di Rocca Cencia è “strategico” per il corretto trattamento dei rifiuti indifferenziati di Roma, il Comune vuole chiuderlo “nei prossimi mesi”. Quali le tempistiche per la dismissione e soprattutto quale alternativa?

Le alternative sono state già definite nel piano industriale descritto sopra. Contestualmente noi ci siamo mossi anche per cercare nuovi spazi regionali visto che gli impianti definiti 'strategici' nel piano regionale dei rifiuti sono numerosi, eppure, per assenza di sbocchi di smaltimento o impianti esistenti solo sulla carta, non è stato ancora possibile contrattualizzare. 

Nell'attaccare la regione in questi anni avete prima allontanato la necessità degli impianti, poi sottolineato la mancanza di un piano rifiuti. Quindi, più di recente l'assenza di un ptpr. Ora la chiusura delle discariche di Colleferro e Roccasecca. La sensazione è che si sia sempre a caccia di una scusa per non decidere. Che pensa?

Penso che nel risanare AMA e nell’adottare il piano industriale pluriennale, Roma abbia fatto la sua parte, tenendo conto che l’autosufficienza impiantistica, a livello provinciale, dovrà essere raggiunta entro 36 mesi dall’adozione del piano regionale. Penso che il PTPR ha già confermato un sito idoneo per la discarica nella provincia di Roma e non è dentro la città. Gli impianti servono e serve anche una gestione sostenibile del ciclo dei rifiuti.

Colleferro, Roccasecca, il TMB di Guidonia, tutti i rifiuti spediti in altre regioni. Ora il TMB a Santa Palomba, nell'ultimo lembo di Roma. Si ha la sensazione che l'ambiente conti solo dentro il raccordo.

Assolutamente no, io ho sempre difeso le periferie, soprattutto quelle che hanno pagato il prezzo più alto di questa gestione. L’urbanizzazione di Roma certamente non aiuta, ma tutti gli impianti di trattamento sono previsti dentro i confini della città secondo il giusto riequilibrio del carico dei rifiuti e una responsabilità condivisa nella gestione. Detto questo, sia Colleferro che Guidonia sono nell’ATO di Roma e oggi 50 Comuni del Lazio, Guidonia compresa, conferiscono i propri rifiuti presso l’impianto di Porcarelli, nel Municipio VI. Su questo ed altro la Regione tace, ma il principio di “solidarietà” vale per tutti tanto più per la Capitale d’Italia che meriterebbe più rispetto e maggiore sinergia tra le istituzioni.

I residenti sono contro sia il TMB di Ama che quello di Porcarelli che comunque nei piani del Comune resterebbe in funzione. Chiederete la chiusura anche di quello?

Il carico impiantistico di quel versante, con tutte le conseguenze in termini di traffico, miasmi, emissioni è insostenibile per il territorio. Per questo abbiamo presentato istanza di VIA (Valutazione di impatto ambientale) alla Regione Lazio. È chiaro che il nostro piano industriale non può entrare nella sfera privata. Tuttavia, quando la Regione Lazio ci accusa oggi di non essere autosufficiente è bene ricordare che 50 Comuni del Lazio conferiscono all’impianto di Porcarelli. Diciamo allora che se dovessimo adottare la stessa misura domani questi Comuni non dovrebbero più conferire i proprio rifiuti a Roma. Non mi risulta che la Regione Lazio abbia avanzato queste pretese agli altri Comuni, nè che sia mai intervenuta a garantire il benessere dei cittadini del quadrante est di Roma. 

TMB, aree di trasbordo, impianti di compostaggio e centri di raccolta. Intorno ai rifiuti si alza sempre un muro di no. Gli impianti promessi, anche quelli meno impattanti, sono in ritardo. Vi siete sentiti “prigionieri” dei no?

Purtroppo i pregiudizi non aiutano, soprattutto in un settore come quello dei rifiuti in cui un semplice centro di raccolta si trasforma, per i cittadini, in una ‘discarica’. Credo che se si è convinti di quello che si sta facendo, si deve proseguire nella strada intrapresa. Il consenso passa, i servizi restano e i cittadini, se ne traggono beneficio, col tempo ne comprendono l’importanza.


 

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