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Giovedì, 18 Aprile 2024
Politica

Torino salva Roma dal caos rifiuti. Oltre mille tonnellate nell'inceneritore piemontese

Nell'impianto della Trm spa i rifiuti verranno sia trattati che smaltiti. Richiesto da FdI un consiglio straordinario su Malagrotta alla presenza del sindaco Gualtieri

Circa 1100 tonnellate di rifiuti romani, al costo per Ama di circa 200 euro a tonnellata, andrà ogni settimana a Torino. Così il capoluogo piemontese salverà la Capitale dall'emergenza rifiuti, scatenata dall'incendio al tmb di Malagrotta della scorsa settimana. L'inceneritore del Gerbido, gestito dalla Trm Spa (società inizialmente pubblica, poi privatizzata) accoglierà, salvo sorprese, una parte di immondizia della Capitale per i prossimi 60 giorni. Nell'impianto i rifiuti verranno sia trattati che smaltiti. Manca solo la delibera regionale per ufficializzare l'accordo tra Ama e il gestore, in queste ore in via di definizione. 

Nel frattempo è ripartito il tmb 1 di Malagrotta, l'impianto più piccolo (da 600 tonnellate al giorno) non coinvolto direttamente nel rogo. E sono stati aumentati i conferimenti nelle due aree di trasferenza a Ponte Malnome e Ostia. Nella giornata di domenica 19 giugno l'assessora Sabrina Alfonsi ha assicurato che la raccolta sarebbe tornata alla normalità entro una settimana. Una corsa contro il tempo per i netturbini di Ama, ancora alle prese con il tmb di Rocca Cencia pieno e i camion in fila fuori dall'impianto che non sanno dove scaricare. 

Ricordiamo che sempre nella giornata di domenica erano ancora in strada circa 2500 tonnellate di immondizia. Tante zone della città, mentre scriviamo, sono ancora in difficoltà. Da Prati a Monteverde passando per Garbatella fino all'intero quadrante di Roma est si incontrano spesso cassonetti svuotati ma cumuli di immondizia ancora accatastati sui marciapiedi. 

Intanto a Malagrotta l'allarme diossine sembra essere rientrato. Secondo l'ultimo bollettino sulla qualità dell'aria diffuso due giorni fa da Arpa Lazio, i dati sono positivi ovunque tranne a Fiumicino, dove le concentrazioni di polveri sottili hanno superato la soglia limite. Una nuova ordinanza del sindaco Gualtieri, sempre di due giorni fa, ha confermato però il divieto degli alimenti di origine vegetale prodotti nell'area individuata e il divieto di pascolo e razzolamento degli animali da cortile nel raggio di 6 chilometri dall'incendio. 

La class action dei residenti

I cittadini residenti nella zona però hanno annunciato una class action per essere risarciti dal danno subito. L'aria è tornata quanto meno respirabile rispetto alle ore immediatamente successive al rogo ma ancora c'è da fare i conti con quelli che potrebbero essere i danni a medio e lungo termine sull'area. Tanti i dubbie e le paure di chi abita nel quadrante, tanto da spingere l'opposizione a chiedere un Consiglio straordinario sul tema. 

La richiesta di un consiglio straordinario

"Le poche parole dette dal sindaco Gualtieri in assemblea capitolina sul disastro ambientale di Malagrotta, senza alcuna possibilità per i consiglieri di fare domande o proposte, non possono bastare assolutamente a colmare i tanti dubbi e preoccupazioni dei cittadini" ha dichiarato il presidente della commissione Trasparenza, consigliere di FdI, Andrea De priamo. "Per questo chiediamo che il sindaco torni in aula per un consiglio straordinario dedicato e chiarisca con certezza quali sono i rischi per la salute dei cittadini e quali le contromisure efficaci. In questi giorni abbiamo assistito a troppe contraddizioni e risposte evasive".

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