I rifiuti di Roma a Parma: l'inceneritore di Pizzarotti per scongiurare l'emergenza
Il caos rifiuti, alle porte con l'arrivo del Natale, dovrebbe trovare una soluzione tampone negli impianti dell'Emilia Romagna
Il "no" agli inceneritori è stato un baluardo delle politiche ambientali a Cinque Stelle. Ma, ironia della sorte, i rifiuti della Capitale a guida grillina finiranno negli impianti dell'Emilia Romagna, con ogni probabilità nel termovalorizzatore tanto odiato dalle "stelle" ecologiste. Il delicato equilibrio del sistema di smaltimento romano sta dando segni più che evidenti di cedimento da giorni, con strade invase dai rifiuti, impianti a rilento, pochi mezzi a svuotare i cassonetti (un bando di gara andato deserto) e lo stop della Toscana che non accoglierà più le sue 200 tonnellate quotidiane. Per scongiurare l'ormai classica emergenza rifiuti di Natale, quando il volume di immondizia prodotta aumenta in maniera fisiologica e i giorni festivi si accumulano frenando ulteriormente la raccolta, la sindaca di Roma ha chiesto aiuto all'Emilia Romagna.
"Sicuramente chiederemo a Parma: il suo impianto è il più moderno e tecnologico, oltre ad avere una grande capacità residua di smaltimento, visto che lì la differenziata è arrivata a quota 74%" ha dichiarato l'assessore regionale Paola Gazzolo. Se arriverà il via libera, il primo Comune a essere coinvolto sarà Parma, amministrata dall’ex 5 Stelle Federico Pizzarotti. "Bisognerà capire se il sindaco darà l’assenso oppure, in ossequio al credo Cinque stelle di eliminare gli inceneritori, farà pesare il fatto che chi non vuole questi impianti non può poi chiedere di usare quelli degli altri".
Già, perché se dovesse accettare sarebbe un po' un paradosso: i rifiuti della Roma grillina smaltiti in un inceneritore (in barba ai dogmi pentastellati) nella città di un sindaco ex grillino, ripidiuato proprio per aver tenuto in vita, nonostante le promesse, quell'impianto. Un corto circuito difficile da evitare viste le condizioni in cui versa la Città eterna.
Tra emergenze negate e problemi endemici, Ama e Roma Capitale verranno presto sommerse da azioni legali collettive. Da tutta la città, si stanno preparando ricorsi per chiedere non solo lo stop al pagamento della Tari, ma anche il risarcimento per il mancato servizio erogato. Così, alla faccia del Natale tranquillo raccontato dall'assessora Pinuccia Montanari, in Campidoglio è corsa contro il tempo per salvare momentaneamente la città. Si è tentato di rivolgersi a realtà esterne, privati, per incrementare la raccolta nei municipi più critici, ma l'ipotesi al vaglio ha già scatenato rabbia e minacce di sciopero dei sindacati. L'ultima soluzione trovata, con buona pace dei programmi elettorali ambientalisti, è Parma e il suo inceneritore.