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Rifiuti, ora i presidenti di municipio chiedono l'esercito. Gualtieri: "Città pulita entro una settimana"

Ciaccheri (VIII) e Giuseppetti (XIII) chiari nella loro richiesta. Il sindaco intanto torna a promettere la soluzione entro 7 giorni

Sui rifiuti l'emergenza è diventata insostenibile e sui territori diventa sempre più difficile non ammettere le difficoltà. Un sentire comune che punta a farsi strumento di pressione e a dire basta all'emergenza. I presidenti di municipio pressano il sindaco Roberto Gualtieri. L'obiettivo è la risoluzione immediata dell'emergenza rifiuti che in questi giorni sta caratterizzando Roma, con cumuli di spazzatura non raccolta. Un'emergenza straordinaria che richiede soluzioni straordinarie. E per questo qualcuno lancia l'idea dell'esercito.  

Rilanciate dall'agenzia ANSA diversi presidenti di municipio invocano l'intervento straordinario. Amedeo Ciaccheri, presidente dell'VIII municipio ritiene che "l'emergenza richieda un salto di qualità immediato nelle risposte, ne va della salute e della dignità delle nostre comunità territoriali sottoposte a una situazione drammatica. Si metta in campo mezzi straordinari, finanche l'esercito per riportare la normalità a una città fiaccata"

Da Roma sud a Roma est, dove Mauro Caliste, presidente del V municipio vede una situazione migliorata "ma tra una settimana ristaremo da capo a dodici". E sull'idea di chiamare l'esercito Caliste parla di "una cosa spot e sarebbe una sconfitta per la città". Quadrante opposto, quello ovest, criticità identiche. La presidente del XIII municipio, Sabrina  Giuseppetti ritiene che la situazione sia  "non più risolvibile con i soli mezzi dell'Ama. Bisogna arrivare al punto zero ma per farlo, per non avere più i cumuli di immondizia, serve un intervento straordinario. Non so se l'Esercito o aziende specializzate. Ma in realtà Ama ha già appaltato". Daniele Torquati, presidente del XV ritiene serva "uno sforzo profondo e misure complesse e non soluzioni semplicistiche". 

La posizione di Roberto Gualtieri era arrivata in mattinata, in un'intervista a Rtl 102,5: "Entro una settimana l'emergenza determinata dall'incendio dell'impianto di trattamento di Malagrotta sarà superata. La città ha subito nelle scorse settimane l'effetto del rogo che ha distrutto il suo più grande impianto di trattamento - ha ricordato il primo cittadino - imponendoci la ricerca di sbocchi alternativi temporanei: ora la situazione è migliorata e migliorerà ulteriormente nei prossimi giorni. Perché invece la situazione diventi ottimale, come una città come Roma merita, ci vorranno nuovi impianti".

Più tardi, ospite del congresso Uil, ha ribadito la necessità del termovalorizzatore: "A Roma serve un impianto per la valorizzazione energetica dei rifiuti perché ce l'hanno tutte le altre grandi città europee, ma non serve solo quello. Abbiamo deciso di realizzare un piano di rifiuti per porre fine a tre anomalie di questa città. Non ha gli impianti e quindi deve portare i rifiuti negli impianti di altri, questi non sono pubblici, non sono vicini e sono tecnologicamente e ambientalmente- a parte quelli lontani in cui si portano i rifiuti a caro prezzo economico e di inquinamento- arretrati".

In questa settimana quindi, è la speranza, i quartieri dovrebbero tornare a respirare, contando anche sulla riapertura della discarica di Albano. Mentre scriviamo però le difficoltà permangono a macchia di leopardo in tutta la città. Senza contare le problematiche sollevate dai lavoratori. 

Le rimostranze dei lavoratori

I sindacati Fp Cgil, Fit Cisl e Fiadel hanno firmato nelle scorse ore una lettera indirizzata al direttore generale di Ama Andrea Bossola per chiedere strumenti adeguati alle condizioni eccezionali di lavoro delle ultime settimane. Mancano le cosiddette "casse ragno", i mezzi con bracci meccanici utili per sollevare i sacchetti da terra. Al momento i netturbini lo fanno a mano, denunciando modalità di lavoro potenzialmente rischiose per salute e sicurezza. 

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