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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Rifiuti, l'Emilia Romagna frena: "A noi l'immondizia di Roma? Raggi sia meno arrogante"

Il governatore dem Bonaccini rinvia la decisione in giunta

I rifiuti romani in Emilia Romagna? La regione non scioglie ancora la riserva, anzi. Con Roma i toni non sono concilianti. La decisione della giunta doveva arrivare ieri e invece è slittata. "Ci siamo presi ancora tre o quattro giorni per fare tutte le valutazioni" ha detto il presidente dem Stefano Bonaccini, con una stoccata diretta alla sindaca grillina della Capitale: "Certo che se ci fossero atteggiamenti meno arroganti della sindaca Virginia Raggi forse questo aiuterebbe ad avere un rapporto istituzionale un po' meno complicato". Così l'affaire si complica. Difficile che Roma riesca a smaltire i rifiuti nell'inceneritore di Parma (è l'ipotesi di questi giorni) prima dell'Epifania. Ma facciamo un passo indietro. 

Dopo lo stop della Toscana, che ha comunicato di non poter più accogliere 200 tonnellate quotidiane di immondizia romana (per una causa giudiziaria in corso), è partito l'appello all'Emilia Romagna, che ha dato ufficiosamente la disponibilità, ma con un piccolo corto circuito: l'impianto chiamato a trattare i rifiuti della Città Eterna sarebbe il termovalorizzatore di Parma, la città dell'ex grillino Federico Pizzarotti, "cacciato" dal Movimento proprio per non aver smantellato l'impianto che brucia la spazzatura. Detto altrimenti: potrebbe davvero essere il tanto bistrattato inceneritore a salvare Roma, e politicamente non è facile spiegarlo per l'amministrazione capitolina. Da qui il botta e risposta poco disteso tra i due sindaci. Pizzarotti: "Quanto meno la Raggi poteva farmi una telefonata, ma nel movimento Cinque Stelle i rapporti umani non sono importanti". Raggi: "Io le cose le dico in faccia". Ora si aggiunge anche il presidente Bonaccini, che prende tempo dando alla sindaca di "arrogante" e inasprendo ulteriormente le comunicazioni. Il braccio di ferro è in corso. Mentre la città continua ad annaspare tra i rifiuti. 

Nonostante le rassicurazione del Campidoglio - Montanari: "Sarà un Natale tranquillo" - le strade sono ancora sporche e il quadro non migliorerà con i festivi a cavallo di Capodanno. Anche perché il problema non sono solo gli impianti di smaltimento. L'altro nodo cruciale riguarda i mezzi a disposizione di Ama, la metà fermi per guasto con un bando di gara per noleggiarne altri andato deserto. L'assessore all'ambiente ha annunciato lo stanziamento di due milioni e mezzo di euro per rinnovare il parco mezzi a partire dal 2018. Ma in realtà non si tratterebbe di una novità.

"Agli osservatori, anche a quelli più distratti, non sarà sfuggito il fatto che siamo di fronte a una non-notizia, trattandosi degli stessi numeri contenuti nel piano industriale di Ama (4 maggio 2017)" attacca il segretario della Fp Cgil Natale di Cola. "Resta ancora inascoltata la nostra denuncia, rilanciata a più riprese, sul progressivo peggioramento delle condizioni del parco mezzi, con una disponibilità ridotta di oltre il 50% a causa dei guasti. Giusto quindi rispettare il piano industriale sui nuovi acquisti. Ma senza un intervento risolutivo sulle officine il problema resta". E in pessime condizioni oltre a camion e squaletti ci sono anche i cassonetti, rotti o inceriti dagli incendi di questi giorni. In totale sono sedici i secchioni tra VII e X municipio dati alla fiamme, in più di un caso per protesta contro le mini discariche di Natale. L'azienda ha fatto sapere di aver già provveduto alla sostituzione. "La stima dei danni accertati è di oltre 12mila euro. Denunce contro ignoti sono già state presentate presso le Autorità competenti".

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