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Rifiuti, Raggi vuole portarli ad Albano. Il comune dei Castelli chiude le porte: “Non riapriamo discarica”

La città di Albano Laziale ha approvato un ordine del giorno contro la riapertura della discarica in località Roncigliano: "Tuteliamo i nostri cittadini". Intanto Raggi prepara l'ordinanza: "Regione riapra invaso"

Nessuna riapertura della discarica di Albano, quella dove la sindaca Virginia Raggi vorrebbe smaltire i rifiuti di Roma. Il Comune dei Castelli chiude le porte, o almeno ci prova: il consiglio comunale ha approvato all’unanimità un ordine del giorno contro la riattivazione della discarica in località Roncigliano.

La discarica di Albano: chiusa nel 2016 potrebbe riaprire per "salvare" Roma

Un invaso chiuso dal 2016 in seguito all’incendio che ha distrutto l’impianto di trattamento meccanico biologico che funzionava in collegamento con la discarica. Ha ancora volumetrie autorizzate fino al 2024 per 250.000 metri cubi, ma in alcuni pozzi spia i valori limite relativi alle concentrazioni degli inquinanti sarebbero stati superati e sarebbero ancora in corso alcuni rilievi dell'Arpa Lazio. E’ questo uno dei motivi per i quali Albano dice ‘no’ alla riapertura della discarica, “una posizione forte e netta che ha unito tutte le forze politiche presenti in Consiglio Comunale” - scrivono da Palazzo Savelli. 

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Albano dice 'no' alla riapertura della discarica

Una scelta a difesa “della tutela dei cittadini e della salvaguardia dell’ambiente e per scongiurare eventuali rischi sanitari”, tenuto conto che la discarica di Albano, si legge nel documento approvato, “è a una distanza certamente inferiore ai 200 metri rispetto ai centri abitati di Cancelleria (Albano Laziale) e Villaggio Ardeatino (Ardea)". Vicini anche importanti strutture ospedaliere. E’ il primo atto delle “barricate” annunciate dal primo cittadino di Albano, Massimiliano Borelli, contro la scelta di Raggi. 

Ma la sindaca tira dritto, forte anche dell’assist arrivato dal Ministero della Transizione Ecologica che ha confermato che sussistono "situazioni di eccezionale ed urgente necessità di tutela della salute pubblica e dell’ambiente" per poter utilizzare il meccanismo dell'ordinanza. Raggi dunque può firmare per mandare i rifiuti di Roma ad Albano. Almeno per quattro mesi circa, dopodichè sarà necessaria la convalida della Regione. Lo spiega il consigliere ex M5s, ora ai Verdi, Marco Cacciatore: “La sua ordinanza dura 120 giorni, dopo i quali è la Regione a dover avallare lo scenario impiantistico che si viene a creare. In questo il Piano Rifiuti del Lazio indica la direzione da seguire nella gestione del ciclo, che è la stessa sia in una situazione ordinaria che in una situazione emergenziale: non fosse altro che per il fatto che quel piano recepisce principi di legge di ormai decennale memoria”.

La discarica di Civitavecchia in esaurimento

Una corsa contro il tempo tra proteste, dei sindaci della provincia, e il braccio di ferro con la Pisana: dopo la chiusura di Roccasecca, anche la discarica di Civitavecchia sta per esaurire la propria capacità. “Chiuderà ad agosto. Tutti i sindaci sono molti preoccupati. Non si sa dove portare la spazzatura" - ha detto Raggi nella diretta social del venerdì. "Come sindaca della Città Metropolitana di Roma ho chiesto ai miei uffici di fare un'ordinanza immediata di riattivazione della discarica di Albano, che è una di quelle che la Regione continua a tenere chiusa. La riapertura della discarica di Albano ci consentirà di trovare nuovo sbocco per i rifiuti". Raggi ha fatto sapere poi di aver consegnato "la cartografia con l'area metropolitana a Regione, ministero e Prefettura per individuare, perché questo devono fare le Città Metropolitane, le aree dove costruire impianti di trattamento e discariche. Io la mia pianificazione territoriale l'ho fatta. Ora saranno i privati a dover aprire impianti o discariche sulle aree utilizzabili. Ma la Regione deve fare il suo: aprire le discariche". 
 

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