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Rifiuti Roma, scontro totale: il Comune scivola verso il commissariamento e ricorre al Tar

L'annuncio del Campidoglio con una nota. Lunedì intanto dovrebbe essere nominato il commissario che prenderà le decisioni necessarie per rispettare il piano rifiuti regionale

Alla vigilia della scadenza dell'ordinanza della regione Lazio che prescriveva al Comune l'obbligo di rendersi autonomo nella chiusura del ciclo dei rifiuti, indicando un sito per la nuova discarica, il Comune di Roma decide di impugnare l'atto e di portarlo al Tar. Di venerdì sera, alla vigilia dell'ultimo week end pre commissariamento, con una nota, l'amministrazione guidata da Virginia Raggi apre lo scontro totale con Nicola Zingaretti e la regione Lazio. 

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L'annuncio del Campidoglio

"Roma Capitale ha deciso di impugnare davanti al TAR l'ordinanza del Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, che impone a Roma Capitale l’individuazione di un sito di discarica dentro la città. Nello stesso documento la Regione ordina ad AMA Spa scelte industriali che, invece, spetterebbero alla Municipalizzata", si legge nella nota che riporta poi le parole di Katia Ziantoni, assessora ai rifiuti che ormai sul tema ha sostituito Virginia Raggi, consegnatasi al silenzio, fatta accezione le risposte fornite ai cittadini che la incalzavano.  

"Una partita pericolosa"

"Il governatore Zingaretti, sui rifiuti, sta giocando una partita pericolosa", attacca Ziantoni, "tutta a svantaggio dei cittadini romani. Evidentemente la volontà è di tornare a sacrificare sempre gli stessi territori come la Valle Galeria. Lo stesso Zingaretti, che oggi denuncia le inadempienze di Roma Capitale, solo lo scorso gennaio, è stato commissariato nella provincia di Latina per non aver individuato la rete integrata e adeguata degli impianti di smaltimento".

Secondo l'amminnistrazione Raggi a causare la crisi dei rifiuti di Roma sono state "la chiusura di Roccasecca e il mancato ampliamento della discarica, a seguito degli arresti di Valter Lozza (proprietario del sito) e dell’ex dirigente regionale dell’Area Ciclo Rifiuti, Flaminia Tosini, avviene a distanza di un anno dalla chiusura anticipata della discarica di Colleferro (autorizzata fino al 2022)". 

E alla regione che ritiene inattuata l'ordinanza Ziantoni risponde: "Roma Capitale ha già dato riscontro alla prima ordinanza di Zingaretti, inviando il piano industriale approvato. Il Piano Rifiuti adottato dalla Regione, infatti stabilisce il termine di 36 mesi per raggiungere l’autosufficienza in ambito provinciale, per questo le ordinanze di Zingaretti sembrano più che altro un’ammissione di colpa".

Lunedì la riunione: sarà commissariamento?

Dall'altra parte della barricata c'è la regione che, salvo sorprese, lunedì dovrebbe procedere alla nomina del commissario. Prima è prevista una riunione per fare il punto e tirare le fila. Salvo sorprese il compito del commissario sarà quello di individuare l'area o le aree per gli impianti di cui Roma ha bisogno e gli atti per eventuali espropri (di cui dovrebbe occuparsi l'amministrazione capitolina) e gare per la progettazione, realizzazione e gestione degli impianti stessi. Non è affatto escluso che l'indicazione ricada su attività già esistenti, soprattutto per la discarica. 

Rifiuti Roma, la situazione attuale

Ricordiamo che attualmente Roma può contare su un unico impianto per il trattamento dei rifiuti, il Tmb di Rocca Cencia di proprietà di Ama. Lo stesso impianto, oggetto da anni di proteste e richieste di chiusure da parte dei residenti, è al centro di una disputa tutta grillina tra Ama che vuole ammodernarlo e il Comune che vuole trasformarlo in impianto per il trattamento del multimateriale. Altre due strutture, i tmb di Malagrotta, lavorano l'immondizia della Capitale ma sono entrambi privati. Gli scarti e l'indifferenziato non trattato va destinato a discarica. Sbocchi che, chiusa la discarica di Roccasecca, sono stati individuati fuori regione, in tre regioni.

Vista l'impossibilità di far durare la situazione e stante un piano rifiuti regionale che prescrive l'autosufficienza dei singoli territori, la regione Lazio ha deciso di prendere in mano la situazione. Il Comune di Roma, lo ricordiamo, negli anni ha sempre escluso la necessità di nuovi impianti perché, a fine mandato, cioè nel 2021, ovvero oggi, la differenziata sarebbe dovuta arrivare oltre il 70%. Ad oggi, dall'arrivo di Raggi, si è mossa di pochissimi punti percentuali, attestandosi poco sotto il 46%.

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Ora, con le elezioni alle porte, e con la necessità di tenere buoni possibili bacini di voti, l'amministrazione Raggi sceglie la guerra a Zingaretti. 

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