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Rifiuti, Raggi: "La Regione non ha impianti". La replica: "E' lei che deve proporli"

La sindaca fissa la data per l'uscita dall'emergenza: "Entro questa settimana la normalità". Quindi l'attacco alla Regione. L'assessore Buschini: "Disse no a Rocca Cencia"

"L'emergenza non c'è" parola dell'assessora Pinuccia Montanari, ma una normalità sarà ristabilita secondo la  Raggi. Il nuovo piano rifiuti del Comune non prevede nuovi impianti, ma la sindaca dice che l'emergenza è figlia degli impianti che la Regione non ha (ma che in realtà dovrebbe proporre il Campidoglio stesso). Contraddizioni su contraddizioni nel post della sindaca Virginia Raggi che va allo scontro frontale con la Regione, finendo però sbugiardata dalle leggi che da via della Pisana vengono sbandierate non senza polemica.  

LA NORMALITA' -  Tornerà la normalità. Accadrà "entro la fine di questa settimana" spiega in un post su facebook la sindaca. "Siamo impegnati per ripulire Roma con una task force straordinaria ed entro questa settimana la città tornerà alla normalità grazie alla apertura "24 ore su 24" degli impianti di Ama e al lavoro dei suoi dipendenti". 

LO SCONTRO CON LA REGIONE - Ma la Raggi persevera nella linea di scontro con la Regione intrapresa già nella giornata di ieri. "Non possiamo, però, soprassedere sulle responsabilità di chi ha permesso che si arrivasse a bloccare il sistema di gestione: le conseguenze sono disagi per i cittadini, immagini di cassonetti ricolmi ed un lavoro extra per l’azienda". Secondo la sindaca "Roma Capitale raccoglie i rifiuti e li trasferisce negli impianti di trattamento Tmb. Da qui, non possono partire i camion di rifiuti trattati perché la Regione non ha previsto impianti sufficienti e, addirittura, non autorizza l'incremento della capienza di quelli esistenti". L'emergenza quindi viene individuata nello step successivo al Tmb. In realtà i romani stanno vedendo in questi giorni che il problema è nella raccolta rifiuti. E la raccolta rifiuti è rallentata perché il lavoro nel Tmb è in difficoltà. A dirlo sono i lavoratori ed anche l'ex assessora Paola Muraro.

LA REPLICA - A strettissimo giro arriva la puntualizzazione: "E' il Comune di Roma che dovrebbe indicare i nuovi impianti, la Regione ha compito di autorizzare. Finora nessuna proposta", spiega il presidente Nicola Zingaretti. Più ampia e dettagliata l'argomentazione dell'assessore ai rifiuti Mauro Buschini: "La legge parla chiaro: la Regione ha potere pianificatorio e autorizzatorio sulla base della programmazione che le Province e i Comuni debbono fornire alla Regione

"ECCO COSA ABBIAMO CHIESTO AL COMUNE" - Buschini ripercorre poi l'interlocuzione con il Comune: "Per un anno e mezzo il Comune di Roma ci ha spiegato che non servivano impianti. E il piano da loro messo a punto ce lo ripete perché nel 2021, a parer loro, si arriverà al 70% di raccolta differenziata. Siamo stati noi, in tutte le occasioni, ad esprimere preoccupazione per la gestione dei rifiuti di Roma da oggi sino al 2021. Ammesso che a quella data si raggiunga il 70% di raccolta differenziata. Oggi, la Sindaca Raggi, scopre che Roma necessita di impianti di smaltimento". 

LA CONTRADDIZIONE - Quindi l'assessore regionale mette in evidenza una contraddizione: "Leggendo il suo post, parrebbe che gli impianti li debba fare la Regione e per di più al di fuori del Comune di Roma. Contraddicendo quello che l'assessore Montanari ripete ad ogni riunione. Segnalo alla Sindaca, invece, che le province laziali sono tutte autosufficienti e lo sono al punto di dare supporto alla stessa Capitale. La realtà quindi è completamente opposta: Roma ha bisogno di impianti e come abbiamo sempre richiesto aspettiamo che ci facciano sapere come e dove hanno intenzione di costruire gli impianti necessari. Noi siamo disponibili ad avviare gli iter per le relative autorizzazioni". La chiusura porta indietro gli orologi all'era Marino: "Ricordo un esempio su tutti: Raggi e il Comune di Roma non hanno voluto l'autorizzazione all'eco distretto di Rocca Cencia, un sito pubblico deputato allo smaltimento di rifiuti organici, quando la Regione Lazio stava per autorizzarlo, al grido: "non servono impianti".


 

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