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La raccolta rifiuti arranca e l'opposizione attacca. Alfonsi: "Tutto sotto controllo"

Centrodestra e M5s chiedono interventi rapidi: "Il caos totale a tre mesi dal piano di pulizia straordinaria"

L'opposizione attacca compatta il sindaco Gualtieri. La raccolta rifiuti continua ad arrancare con cassonetti pieni in diverse zone della città. Si incappa in sacchetti di immondizia sul marciapiede a Monteverde, nuovo e vecchio, nel Centro storico specie a Trastevere e Monti, e ancora a Roma sud al Tuscolano, o in zona Tor Tre Teste, in V municipio. "La città affonda nell'immondizia con cassonetti sporchi, vegetazione infestante, strade e piazze piene di ogni genere di rifiuto mentre nessuno spiega come possano essere stati spesi 40 milioni di euro senza risolvere nulla" commenta il consigliere leghista Fabrizio Santori, ricordando il piano straordinario di pulizia della città messo in campo lo scorso Natale per far fronte all'ennesima crisi. Tre mesi dopo però la situazione non è delle migliori. 

Alfonsi: "Situazione sotto controllo"

A creare intoppi alla filiera stavolta è stata la chiusura della discarica di Albano, sotto sequestro. Gli sbocchi però, a detta di Ama e del Campidoglio, sono stati trovati. Il problema è stato legato inizialmente alla necessità di riorganizzare in parte la raccolta sui territori. "Come ho già avuto modo di dire, non si può negare che la chiusura della discarica di Albano a seguito del sequestro giudiziario abbia rappresentato un problema per Roma e per tutti gli altri Comuni laziali che fino a tre settimane fa portavano i loro rifiuti indifferenziati in quell'impianto" ha spiegato l'assessora ad Ambiente e Rifiuti Sabrina Alfonsi, rassicurando sul fatto che i "parziali disservizi iniziali sono stati rapidamente risolti". 

Raccolta rifiuti in crisi

"Capitale sommersa di rifiuti"

Dalle forze di minoranze in Campidoglio però continua il pressing. "Ai rifiuti che si ammassano attorno ai cassonetti, sia in centro che in periferia, ai branchi di cinghiali che banchettano con gli scarti alimentari dei romani e alle strade che non vengono ripulite si aggiungono una assoluta mancanza di idee e di progetti per la gestione del ciclo dei rifiuti e l'assenza di soluzioni per risolvere quella che, ormai da anni, è una vera emergenza" tuona il presidente della commissione Trasparenza, consigliere di FdI, Andrea De Priamo. "La chiusura della discarica di Albano ha accelerato e amplificato il degrado in cui versa la città e ha evidenziato l'incapacità di intervento dell'Amministrazione capitolina e della Regione Lazio".

"Dopo tre mesi dalla fine dello sforzo richiesto ad Ama e ai suoi operatori, la Capitale è di nuovo sommersa dai rifiuti fino al collo" commenta anche il consigliere capitolino M5s Daniele Diaco. "Che fine hanno fatto i 40 milioni di euro investiti sul piano di pulizia straordinario voluto a Natale dal sindaco Gualtieri e dalla sua assessora Alfonsi?". "Leggo diversi commenti di esponenti politici dell'opposizione che descrivono con grande dispendio di aggettivi una situazione dei rifiuti che a Roma sarebbe di nuovo al collasso", ribatte Alfonsi. "Ai cittadini romani posso garantire che non è così". E ancora: "Oggi Ama, che sta monitorando costantemente la situazione, ci conferma che la situazione in città è sotto controllo". 

La polemica sul dg Ama

Una polemica che facilmente preannuncia il clima del consiglio comunale straordinario sui rifiuti, in programma per giovedì 21 aprile. Saranno presenti il sindaco Gualtieri, chiamato a illustrare il piano rifiuti soprattutto al capitolo legato alla realizzazione degli impianti e della discarica di servizio, e il direttore generale, che però è ancora da nominare. Altro fronte di tensioni con le opposizioni legato al nome in pole per ricoprire il ruolo. L'ingegnere ex Acea Andrea Bossola, che sarebbe in procinto di firmare il contratto, non convince. Nel novembre del 2020 la procura di Civitavecchia ha chiesto per lui e altre 15 persone, il rinvio a giudizio con l'accusa di disastro ambientale legata ad approvvigionamenti d'acqua dal lago di Bracciano che nel 2017 causarono una pesante crisi idrica. Prima di luglio non si saprà se i giudici accoglieranno la richiesta di rinvio a giudizio. E sul punto l'opposizione chiede chiarezza.

"Una scelta che sarebbe del tutto inadeguata e relegherebbe Ama al ruolo di canale di recupero di chi in Acea non ha certo brillato per varie vicende" commenta De Priamo. "Pur nel rispetto della presunzione d'innocenza, sempre da garantire, rammentiamo che si tratta di un personaggio che ha dovuto lasciare Acea a causa della crisi idrica del lago di Bracciano del 2017, e oggi è sotto processo per disastro ambientale proprio per quegli accadimenti - dichiara il leghista Santori - il sindaco Gualtieri ha fatto una pessima scelta, dettata solo dalla priorità di spingere il carro verso la china che gli fa più comodo". 

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