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Sabato, 20 Aprile 2024
Politica

Rifiuti, il flop del porta a porta: aumenteranno i cassonetti. E Zingaretti frena Raggi: nessuna proroga dell'ordinanza

A parlare di "potenziamento" dei secchioni è il nuovo amministratore unico di Ama Stefano Zaghis durante un incontro con le rappresentanze sindacali

"Non ci sono le condizioni per arrivare al 70 per cento di raccolta differenziata". E intanto, con la crisi dei rifiuti ormai cronicizzata, tocca navigare a vista per scongiurare picchi emergenziali. Più che al porta a porta quindi, si pensa a un "potenziamento dei cassonetti stradali". Eccolo, il bagno di realtà che arriva puntuale anche per il nuovo amministratore unico di Ama Stefano Zaghis. Grillino doc, scelto e nominato a inizio ottobre dalla sindaca Raggi all'indomani delle dimissioni dell'ex Cda guidata da Luisa Melara, non può che fare i conti con l'amara realtà. La raccolta continua ad arrancare e i marciapiedi sono di nuovo pieni di sacchetti di immondizia. 

Così, secondo quanto riferito dall'agenzia di stampa Dire, durante un incontro avvenuto ieri con i sindacati Cgil, Cisl e Fiadel, Zaghis ha espresso la sua linea sulla differenziata, tirando di fatto il freno a mano a quella che doveva essere la rivoluzione a Cinque Stelle della raccolta rifiuti: il porta a porta in tutta Roma. Meglio puntare, ha detto, sul "potenziamento dei secchioni", con riferimento particolare a "quelli intelligenti" con sensori di riempimento. Poi l'ammissione: quel 70 per cento di rifiuti separati, tetto dei sogni che Raggi promise a inizio mandato, è un obiettivo inarrivabile, perché appunto, con un porta a porta partito in appena due municipi su quindici e la scarsità di risorse e mezzi per estenderlo rapidamente ad altri territori, nei fatti, "non ci sono le condizioni"

Intanto, sul fronte impianti, è scaduta ieri l'ordinanza regionale che obbliga i Tmb del Lazio ad accogliere il massimo possibile di rifiuti provenienti dalla Capitale. La sindaca Raggi annunciava nelle scorse ore: "È in corso il rinnovo". Ma dalla Regione è arrivato il freno: per il momento, nessuna proroga. Il tema sarà all'ordine del giorno della prossima Cabina di Regia presso il Ministero dell'Ambiente, convocata per il 24 ottobre. Intanto la Capitale può contare sulle 250 tonnellate al giorno recuperate sugli impianti Tmb di Malagrotta rientrati quasi completamente in funzione. Saranno a regime, lo ricordiamo, da fine novembre. L'ordinanza però rimane fondamentale, perché l'impianto di Rocca Cencia, unico di proprietà di Ama rimasto in funzione sul territorio, operativo senza sosta ormai da mesi e quotidianamente a rischio guasti, deve necessariamente fermarsi almeno in parte per le necessarie operazioni di manutenzione. 

Ragion per cui, dalla direzione Rifiuti del dipartimento Ambiente, come riportato dal Corriere della Sera, sarebbe partita una nota agli organi competenti per informare delle "necessaria" proroga del sito di trasferenza e trasbordo di Ponte Malnome. In funzione dal primo gennaio del 2019, per sopperire al rogo che ha messo ko l'impianto del Salario, doveva restare operativo solo per centottanta giorni. Invece è ancora in esercizio, e con ogni probabilità ci resterà ancora fino a fine anno, tra le proteste degli abitanti della Valle Galeria, già vittime sacrificali della vecchia discarica di Malagrotta.

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