Porta a porta per i negozianti, Ama: "Nessun taglio sul servizio. Ecco come miglioreremo la raccolta"
Tra internalizzazione del servizio e un nuovo bando ponte, le utenze servite sono inferiori rispetto a quelle del bando del 2018. Ma Ama rassicura sulla qualità della raccolta
"Nessun taglio del servizio ma un piano di sviluppo per un servizio migliore". Così Ama difende il suo progetto per la raccolta rifiuti porta a porta dedicata alle utenze non domestiche, ossia negozi, scuole, ospedali, uffici. Il mega appalto lanciato nel 2018 dall'allora assessora ai Rifiuti Pinuccia Montanari non ha funzionato, così come venne impostato. E ora scaduti tutti o quasi i 16 lotti l'azienda dei rifiuti ha deciso di cambiare progetto. Una parte del servizio del vecchio bando è stato internalizzato in Ama, quindi a raccogliere i rifiuti ci pensano i lavoratori dipendenti dell'azienda pubblica, un'altra parte invece verrà nuovamente affidata a terzi con un bando ponte della durata di nove mesi.
Perché il bando del 2018 è stato un flop
La questione è stata affrontata in una seduta di commissione Trasparenza la scorsa settimana. E quel che è emerso, secondo quanto comunicato anche dagli stessi esponenti aziendali presenti, è che le utenze servite saranno ridotte rispetto a quelle dell'appalto del 2018. E che una parte di esse tornerà ai cassonetti stradali. Ama però ci tiene a precisare e spiegare che il servizio non ne risentirà.
La difesa di Ama
"Sulla base dell'esperienza nel Centro storico, dove il prelievo dei vari materiali correttamente differenziati viene già svolto da maggio 2020 direttamente da personale dell'azienda con buoni risultati, Ama assumerà un ruolo maggiore nell'espletamento della raccolta dedicata alle utenze non domestiche anche in quei municipi dove scadrà il vecchio appalto che, secondo i vari stakeholders coinvolti, non ha prodotto risultati soddisfacenti" spiegano dall'azienda. E qui arriviamo ai numeri.
"La municipalizzata capitolina per l'ambiente gestisce, direttamente e indirettamente, la raccolta di circa 132.000 utenze non domestiche, con diverse modalità di servizio" continua la nota stampa. "Relativamente alla porzione delle utenze commerciali Ama ha preso e prenderà complessivamente in carico diretto il servizio di circa 26.000 utenze commerciali, pari quasi al 50% delle circa 55.000 utenze precedentemente servite con sedici lotti del vecchio bando mentre altre 29.000 continueranno ad essere gestite da prestatori terzi operanti sul mercato, individuati tramite procedure ad hoc".
Meno utenze rispetto al 2018
A onor del vero le utenze iniziali del bando 2018 (da 150 milioni di euro) però erano ben 80mila. E su quel calcolo venne fatto l'affidamento che mostrò da subito tutta una serie di disservizi, denunciati sia dagli operatori che dall'utenza: giri di raccolta insufficienti per i negozianti, mappe sbagliate con utenze "fantasma" sovrastimate, pagamenti sempre in ritardo con i lavoratori privati continuamente in sciopero. Un disastro su tutti i fronti. Da qui il cambio in corsa, l'internazionalizzazione parziale e un nuovo appalto. Con 55mila utenze, come specifica Ama, 30mila in meno rispetto a quelle iniziali, e conseguenze dirette sul destino dei lavoratori.
A spiegarlo il direttore del Personale Marcello Bronzetti sempre in commissione Trasparenza, che lascia intendere come delle 55mila utenze individuate tra quelle internalizzate e quelle messe a bando, una parte tornerà comunque ai secchioni stradali: "C'è un riposizionamento sulle utenze reali, esistenti su banche dati verificate, e su queste è stato rappresentato che le und insistenti su aree dove c'è ancora una raccolta stradale non sono state ricomprese nell'appalto ponte. Anche perché gli utenti non domestici hanno una propensione ad avvalersi dei contenitori stradali". Una "razionalizzazione" quindi.
L'azienda però insiste e assicura: "Non ci sarà alcun taglio sui servizi di prelievo dei rifiuti dalle utenze del commercio e in generale dalle utenze non domestiche (mercati, scuole, ecc.), ma si tende a rafforzare il ruolo diretto dell'azienda sul segmento di utenza del terziario, attuando un equilibrato mix nel segno dell'efficacia e dell'efficienza, con una maggiore attenzione alla quantità e alla qualità della raccolta differenziata".