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Crisi rifiuti

Rifiuti, marciapiedi ancora invasi dai sacchetti: il piano straordinario di Gualtieri non decolla

L'operazione pulizia promessa dal sindaco è più difficile delle previsioni. I camion a Rocca Cencia sono in fila e non riescono a scaricare, saltano i giri di raccolta e tanti quartieri di Roma sono ancora in emergenza

Sulla circonvallazione Ostiense, all'altezza del ponte Settimia Spizzichino, due corvi fanno a brandelli i sacchetti di rifiuti già impregnati di pioggia. I cassonetti sono pieni e circondati da montagne di immondizia. Idem nella parallela via Badoero, in via Caffaro e in via Benzoni, all'uscita della metropolitana. Tra Garbatella e Ostiense il piano di pulizie straordinarie del sindaco Gualtieri non si è ancora visto. Un quadrante invaso dall'immondizia che in città non è certo il solo. Appena fuori dal Centro storico, unica zona che forse si salva, l'emergenza rifiuti è ancora in corso. Torpignattara, Monteverde, Cinecittà, Prati, Tuscolano, Balduina. Tutta Roma o quasi fa i conti con tonnellate di scarti che restano a terra. 

Roma è ancora sporca

A inizio novembre il primo cittadino dem ha lanciato il suo programma urgente per ripulire Roma, promettendo di riuscire a portarlo a termine entro Natale. A Natale però mancano due settimane e Roma è tutto fuorché pulita. Eppure sono stati trovati gli sbocchi per i rifiuti. Gli accordi con gli impianti privati di Lombardia e Toscana dove trasferire l'indifferenziato da trattare dovrebbero assicurare la continuità e la regolarità del ciclo. E i bonus produttività promessi ai netturbini di Ama, proprio in relazione alla necessità di mettere in campo sforzi straordinari, dovrebbero garantire la presenza di risorse umane sufficienti in strada. Sembravano questi le due principali crepe da colmare, rinnovare gli accordi per trattare i rifiuti e spremere al massimo la forza lavoro. Eppure ancora non ci siamo. 

"Troppa spazzatura in strada"

"Gli sbocchi trovati sono sufficienti, il problema è la quantità di spazzatura sulle strade, l'attività è più lenta rispetto alle previsioni" fanno sapere dall'assessorato a Ambiente e Rifiuti. Che tradotto significa che Ama, nonostante gli straordinari dei suoi dipendenti, non ce la fa. La speranza è di ottenere un miglioramento significativo e percepito dai cittadini entro una decina di giorni, ma l'operazione, in Campidoglio non se ne fa mistero, è più difficile del previsto. In questi giorni si sconta la coda lunga dell'8 dicembre (gli impianti privati sono chiusi nei giorni festivi), e il 13 dicembre c'è lo sciopero nazionale per il rinnovo del contratto collettivo del comparto. I camion Ama in fila ieri sera fuori dall'impianto Tmb di Rocca Cencia parlano chiaro e sono tristemente familiari. Restano in fila perché non riescono a scaricare, e se non riescono a scaricare non riescono a ripartire per tornare in strada, e se non riescono a tornare in strada i giri di raccolta saltano e il cittadino si sveglia la mattina con l'immondizia sotto casa. 

La differenziata salta e i rifiuti aumentano

Parliamo di 2500 tonnellate di indifferenziato al giorno a cui si aggiungono altre 200, 300 tonnellate di differenziata contaminata che diventa indifferenziata. Carta, cartone, plastica, che si mischia al resto dell'immondizia, perché se i cassonetti sono pieni gli utenti non distinguono più, puntano solo a trovare un buco libero dove incastrare il sacchetto o l'imballaggio, se non lo lasciano direttamente a terra. Dove va, va. "Noi siamo in strada, siamo presenti" si difendono i lavoratori Ama del gruppo Lila.

Gli acquazzoni di ieri poi non hanno aiutato. Già la scorsa settimana l'azienda è stata costretta a tirare fuori le casse ragno, camion con gru a rimorchio e bracci meccanici per sollevare l'immondizia da terra. Di norma usate per bonificare terreni dalle discariche abusive, spesso per rimuovere i rifiuti durante gli sgomberi di campi rom, le macchine con i bracci meccanici si vedono raramente per strada in aiuto dei mezzi ordinari, dati anche i costi di noleggio elevati. Del resto togliere la sporcizia dalla strada con le mani, pezzo per pezzo, sarebbe un'impresa impossibile. Il risultato? I bracci della "cassa ragno" tolgono il grosso, per le parti più piccoli e magari appiccicate al suolo tocca aiutarsi con la paletta, ributtare gli scarti nei cassonetti e poi svuotarli. Insomma, i tempi di pulizia si allungano, complice anche il maltempo, i mezzi non bastano, Roma resta sporca. E la prima promessa di Gualtieri rischia di scontrarsi con la dura realtà.

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