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Pendolari dei rifiuti, i dati di Ama: in un anno meno di tre multe al giorno

I numeri forniti dall'azienda. Contro i "pendolari dei rifiuti" la sindaca Raggi si è scagliata in occasione dell'ultimo Consiglio comunale straordinario

Due pendolari e mezzo al giorno beccati con le mani, come si dice, nel sacco. Anzi, con il sacco nelle mani, pronti a gettarlo dove non potrebbero: nei cassonetti del comune di Roma. Ama rivendica, numeri alla mano, le multe inflitti ai cosiddetti pendolari dei rifiuti, quei cittadini che dai territori limitrofi alla Capitale vengono a buttare l'immondizia nei secchioni altrui, spesso per "sfuggire" alla raccolta porta a porta. 

Ai pendolari della "monnezza" la sindaca Raggi ha rivolto in più occasioni reprimende, addebitando loro una parte di responsabilità nella catastrofica raccolta rifiuti romana, tanto da compilare un'apposita ordinanza nel bel mezzo dell'emergenza rifiuti della scorsa estate.

Già da prima comunque, da gennaio 2019, l’azienda, attraverso il suo nucleo di agenti accertatori, compilava verbali: quasi 1.000 sanzioni (per la precisione 970) ai trasgressori, cioè, per farsi un'idea, una media di poco più di due e mezzo al giorno, su 20 siti attenzionati in particolare a ridosso del Grande raccordo anulare e delle grandi arterie stradali che collegano Roma al resto della Regione.

"Comportamenti scorretti e incivili - spiegano da Ama - che avvengono nella maggioranza dei casi in modo repentino pertanto, quando è possibile, la contestazione al trasgressore dell’illecito viene effettuata immediatamente". Altrimenti, se non si riesce a cogliere il trasgressore in fallo, basta la targa della macchina. "Si annotano, si controllano dove vengono depositati i sacchetti e ne verificano immediatamente il contenuto. Nel caso in cui vengano riscontrati comportamenti corretti, i dati base annotati vengono subito depennati. In caso contrario, gli agenti redigono un verbale che viene poi trasmesso, per la notifica a domicilio, alla Polizia Municipale con cui AMA collabora in maniera sempre più assidua".

L’azienda stima che ogni anno vengono raccolte almeno 10.000 tonnellate di rifiuti abbandonati intorno ai cassonetti nelle "terre di confine", con un costo complessivo (per la gestione e lo smaltimento) di oltre 2 milioni di euro. 

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