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Rifiuti, la soluzione di Beppe Grillo per Roma: la combustione senza fiamma

Il comico lancia un'idea per dire no al termovalorizzatore, ma l'assessora Alfonsi replica: "Inapplicabile nella Capitale". E nel 2019 Raggi bocciò l'idea del cda Ama, poi rimosso

Trattare i rifiuti romani tramite combustione senza fiamma, a costi inferiori rispetto a quelli previsti dall'inceneritore classico. E' la proposta che Beppe Grillo, fondatore del M5s, ha lanciato nelle scorse ore tramite il suo profilo Twitter. 

"L'economia circolare produce anche rifiuti inutili"

Un'idea messa sul tavolo per dire no al termovalorizzatore fortemente voluto dal sindaco Roberto Gualtieri, appoggiato - pur non con convinzione marmorea - dal Pd romano, con i calendiani che in questo frangente garantiscono un supporto più coeso e genuino, pur essendo opposizione. Grillo, alle prese con una traumatica scissione della sua "creatura", lo spiega chiaramente: "L'economia circolare recupera materiali utili - scrive - ma rimangono dei residui e poi i residui dei residui e alla fine non ci fai più nulla di utile. Quindi sono destinati alla discarica a terra. La tecnologia senza fiamma può chiudere i cicli di recupero con operazioni a bassissimo impatto ambientale". 

I costi della combustione senza fiamma inferiori all'incenerimento

Come illustra il comico e leader politico genovese "la 'senza fiamma' trasforma ad altissima efficienza e lo fa con un solo passaggio - sottolinea - facendo diventare uno scarto senza utilità in un prodotto, come per esempio delle perle vetrose che si possono usare per i pannelli isolanti nell'edilizia o abrasivi per l'industria, CO2 per usi commerciali e in futuro per usi come materiale di trasporto di idrogeno e ancora acqua pura per usi industriali e irrigui, ma anche tanta energia elettrica". Inoltre Grillo si sofferma sui costi che questo tipo di tecnologia avrebbe: "Si potrebbe pensare costi una fortuna fare tutte queste meraviglie - ironizza - ma non è così, è l'opposto. Per una città come Roma, immaginando moduli da 180.000 tonnellate di scarto inutile, significherebbe spendere largamente al di sotto di quanto si farebbe con l'inceneritore. Parliamo di circa 50 euro a tonnellate, molto molto meno". 

La replica di Alfonsi: "Tecnologia non applicabile ai volumi romani"

All'esternazione argomentata di Beppe Grillo ha reagito l'assessora al ciclo dei rifiuti Sabrina Alfonsi. Per l'esponente della giunta Gualtieri "l'ossicombustione, di cui parla Grillo - replica - è una tecnologia autorizzata solo in via sperimentale per quantità di rifiuti trattati nemmeno lontanamente applicabili a una grande capitale che produce ogni anno centinaia di migliaia di tonnellate di rifiuti indifferenziati". Niente da fare, quindi: per l'amministrazione di centrosinistra il termovalorizzatore rimane l'unica strada percorribile. "Grillo ammette che per chiudere il ciclo dei rifiuti a Roma servono gli impianti - aggiunge Alfonsi - e che gli impianti sono meglio delle discariche e questo è già un passo avanti rispetto al nulla proposto dal M5s nei cinque anni di governo romano. Su come chiudere il ciclo e con quali impianti, ci affidiamo ai tecnici. Con tecnologie sperimentate e con soluzioni più avanzate dal punto di vista ambientale". 

La bocciatura degli stessi grillini nel 2019

Come ricordato già a inizio giugno, l'idea di utilizzare impianti a ossicombustione era stata già avanzata durante l'amministrazione Raggi. Nel 2019 l'allora consiglio d'amministrazione di Ama, presieduto da Lorenzo Bagnacani, propose di iniziare la sperimentazione "bocciata dalla giunta - ricordava Andrea Masullo, esponente di Demos ed ex membro del cda completamente rimosso da Raggi proprio tre anni fa -. Se ci avessero fatto continuare, oggi un ossicombustore a Roma sarebbe già in funzione insieme ad altri 13 impianti per il riciclo di materia e la raccolta differenziata sarebbe al 70%". Poche settimane dopo quello scontro, però, l'ex sindaca oggi consigliera d'opposizione rimosse l'intero consiglio e l'assessora ai rifiuti Pinuccia Montanari lasciò l'incarico. 

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