Rifiuti, rientro dalle vacanze in emergenza: 2mila tonnellate rischiano di rimanere a terra
L'allarme lanciato da Ama durante una riunione in Prefettura: tra carichi respinti perchè non conformi, assenza di impianti e sbocchi Roma paga ancora la non autosufficienza nella gestione del ciclo dei rifiuti
Roma è alle prese con una nuova emergenza rifiuti. Se non verranno trovati gli spazi negli impianti di trattamento e nelle discariche per lo smaltimento degli scarti prodotti il rischio è che duemila tonnellate di rifiuti a settimana rimangano a terra. Già da lunedì prossimo. Si ripresenterebbe così lo scenario dei mesi scorsi con i cassonetti stracolmi circondati da cumuli di buste maleodoranti, muri di immondizia sotto i balconi delle abitazioni, davanti a negozi e locali. Per i romani un rientro dalle vacanze da incubo.
Emergenza rifiuti a Roma: duemila tonnellate rimangono a terra
A lanciare l’allarme è stata la stessa Ama durante una riunione convocata dal prefetto di Roma, Matteo Piantedosi, alla quale hanno partecipato la Regione Lazio, la sindaca di Roma, Virginia Raggi, la Città Metropolitana, l'Arpa Lazio, l'amministratore unico della municipalizzata capitolina dei rifiuti, Stefano Zaghis, il sindaco di Albano, Massimiliano Borelli, quello di Guidonia, Michel Barbet, e i rappresentanti delle società Ecoambiente, proprietaria della discarica di Albano, e di Rida Ambiente, proprietaria del Tmb di Aprilia. Tutti gli attori della gestione dello smaltimento e del trattamento dei rifiuti di Roma.
L'assenza di sbocchi negli impianti di trattamento e la riduzione dei conferimenti nella discarica di Albano, perché i gestori hanno ravvisato delle non conformità nei rifiuti inviati dal tmb della Saf (provincia di Frosinone) e dal tm della Csa (provincia di Latina), respingendo i carichi, hanno portato Ama a segnalare al prefetto il rischio di emergenza che la città corre da lunedì, addirittura - così riporta dalla riunione l’agenzia Dire - paventando il ricorso alla Protezione civile.
Rifiuti, a Roma non basta l’aiuto di Napoli e della Toscana
A Roma non basta l’aiuto di Napoli: la Sapna (la società dei rifiuti della città metropolitana di Napoli che gestisce alcuni tritovagliatori), accoglierà le 150 tonnellate al giorno garantite per supportare la Capitale solo a partire dal prossimo 4 ottobre. Troppo tardi per risolvere una criticità imminente. Previsto solo a fine mese anche il soccorso degli impianti di trattamento e smaltimento della toscana Cermec.
La crisi dei rifiuti di Roma: senza sbocchi è emergenza
Carichi respinti, mancanza di sbocchi e aiuti tardivi: Roma rischia così di risprofondare tra i rifiuti. Di pagare ancora una volta l’alto prezzo per non essere autosufficiente nella gestione del proprio ciclo di trattamento e smaltimento degli scarti. Un ennesimo disastro da evitare, il countdown è già iniziato: si lavora per risolvere la mancata conformità degli scarti provenienti dal Tmb Saf (provincia di Frosinone) e dal tm della Csa (provincia di Latina) affinchè la discarica di Albano possa tornare ad accettare i carichi sbloccando l’impasse.
Inoltre, Rida Ambiente, attraverso il suo amministratore Fabio Altissimi, ha comunicato al prefetto Piantedosi di potersi fare carico di tutte le 2mila tonnellate di fabbisogno di Ama purché le vengano garantiti gli sbocchi in discarica e termovalorizzatore di San Vittore. Per quanto riguarda la prima, sarà necessario che la sindaca Raggi integri la sua ordinanza di metà giugno aggiungendo la Rida Ambiente tra i soggetti autorizzati a conferire nell'impianto dei Castelli e il correlato codice del rifiuto inviato. Non l'unico passaggio: Rida ha chiesto che sia l'Arpa Lazio a effettuare l'omologa dello scarto che invierebbe a smaltimento sia ad Albano che a Viterbo e non accetta di pagare una tariffa a prezzo di "libero mercato", come Ecoambiente ed Ecologia Viterbo hanno chiesto nei giorni scorsi, in attesa che la Regione Lazio stabilisca un prezzo definitivo per l'interramento in questi due impianti.
Roma invasa dai rifiuti
Intanto, con il lento ripopolamento dopo le vacanze estive, le strade della città tornano a dare avvisaglie di emergenza. "Basta fare un giro per Roma - spiega il presidente del Codacons, Carlo Rienzi - per notare cassonetti stracolmi, strade e marciapiedi ricoperti di immondizia, contenitori per la differenziata che rimangono per giorni davanti le abitazioni e non vengono svuotati dagli addetti alla raccolta porta a porta". Il presidente del Codacons parla di "uno spettacolo pietoso a cui si aggiunge la beffa della Tari, con i cittadini che di fatto pagano una delle tariffe più alte d'Italia per un servizio che non viene reso”.
Rifiuti, Codacons chiede commissariamento Raggi
Da qui la richiesta del commissariamento della sindaca Virginia Raggi, “totalmente incapace di risolvere l'annoso problema dei rifiuti". In tal senso il Codacons, con una diffida indirizzata alla regione Lazio, ha chiesto nei giorni scorsi il commissariamento di Roma Capitale sul fronte rifiuti, e la nomina di un commissario che abbia come unico e specifico compito quello di individuare ogni soluzione idonea affinché possa gradualmente cessare l'attuale situazione di criticità, tutelando al contempo la salute dei cittadini e l'immagine della città. “Le responsabilità di Comune e Regione, in questo senso, sono lampanti. Il continuo, e del tutto inutile in questo momento storico, braccio di ferro tra Roma Capitale e la Regione Lazio - accusa il Codacons - ha avuto come unica conseguenza quella di cristallizzare nella città di Roma un'eterna emergenza nella gestione dei rifiuti”.