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I rifiuti di Roma fuori dalla Capitale, Raggi vuole la discarica di Albano: i Castelli annunciano le “barricate”

Il M5s dà la colpa dell’emergenza a Zingaretti: ma impianti rimasti su carta e differenziata flop inchiodano il Campidoglio

Liberare le strade di Roma dai rifiuti accumulati negli ultimi dieci giorni, da quando due impianti fuori regione, tra quelli individuati per supportare la città nel suo ciclo di trattamento e smaltimento, si sono fermati mandando in tilt l’intero sistema. C’è da far rientrare un’emergenza che ormai è sotto gli occhi di tutti tra muri di immondizia e cassonetti continuamente dati alle fiamme. Per questo la Regione Lazio ha emanato una nuova ordinanza sulla gestione dei rifiuti di Roma. 

L'ordinanza della Regione per liberare dai rifiuti le strade di Roma

I due Tmb di Malagrotta potranno continuare ad accogliere 1.250 tonnellate al giorno di immondizia tal quale raccolte da Ama avendo garantito fino al 15 luglio, e dunque fino a quando entreranno a regime gli accordi con altri 5 impianti di smaltimento contrattualizzati in 6 regioni italiane, lo sbocco in discarica. La Municipalizzata potrà inoltre di nuovo contare sull'aiuto del Tmb ciociaro della SAF e del TM (impianto di trattamento meccanico che però non stabilizza la parte organica del rifiuto) della Ecosystem a Pomezia. Al primo è stata accordata la possibilità fino al 31 luglio di smaltire 240 tonnellate al giorno di scarti (di cui 100 derivanti dal trattamento dei rifiuti di Roma) nelle discariche di Viterbo (200 tonnellate al giorno) e Civitavecchia (40 tonnellate); allo stesso modo l'impianto della Ecosystem potrà smaltire fino al 31 luglio 100 tonnellate al giorno di scarti del trattamento dei rifiuti di Roma nella discarica di Viterbo

Zingaretti attacca il Campidoglio: "Manifesta incapacità"

Una soluzione temporanea che non libera però il Campidoglio dallo spettro del commissariamento “per manifesta incapacità” - era stato severo il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. A Roma, oltre agli impianti, manca lo sbocco finale, la discarica: ma la sindaca Virginia Raggi, dopo la retromarcia su Monte Carnevale e a poche settimane dalle elezioni, non la indicherà. Almeno non dentro i confini del comune: il Campidoglio, nonostante i dubbi dell’Avvocatura dell’ex provincia, vuole riaprire la discarica di Albano. La Sindaca, che lo è anche della Città Metropolitana, lavora all’ordinanza

Il sindaco di Albano annuncia le "barricate"

I Castelli sono già sul piede di guerra. Il sindaco di Albano, Massimiliano Borelli, ha annunciato “le barricate”. "Su un tema come questo che coinvolge i comuni della Città metropolitana anziché cercare il dialogo la sindaca Raggi pensa di decidere a colpi di ordinanza. Se questo è il metodo, alle barricate si risponde con le barricate. Intendiamo opporci in tutti i modi e con tutti i mezzi legali, perché vicino a quella discarica ci sono centri abitati" - ha detto a Sky.  "Il conferimento dei rifiuti presso la nostra discarica è possibile solo se i rifiuti vengono preventivamente trattati, perché quell'impianto era a servizio di un TMB che è andato a fuoco nel 2016. Vorrei capire, al di là dell'ordinanza, con quale criterio si fa questo tipo di scelta e come si può autorizzare un intervento di questo tipo. Mi muoverò per vie legali come abbiamo già fatto in passato e spesso abbiamo avuto ragione". Raggi ha motivato questa scelta con inerzia della Regione Lazio che non ha riaperto le discariche autorizzate: "L'inerzia sia non è della Regione Lazio ma della Capitale, che in questi anni non è riuscita a mettere in campo politiche ambientali che puntassero sulla raccolta differenziata spinta. Se Raggi volesse degli esempi potrebbe venire qui ad Albano, dove siamo arrivati all'80%. E' vero, siamo una piccola realtà ma possiamo insegnare anche a Roma come si fa la differenziata. Il problema che si sta evidenziando in questo momento non riguarda solo il rifiuto tal quale ma è fermo anche il ritiro della raccolta differenziata, cartone, vetro e plastica non vengono presi". 

Emergenza rifiuti, per il M5s è (solo) colpa della Regione

Per l’esercito grillino a difesa di Raggi l’emergenza rifiuti che vive Roma è invece (solo) colpa della Regione. "Sulla questione rifiuti Regione Lazio continua ad avere un atteggiamento irresponsabile. Si rifiuta di collaborare a qualunque soluzione che non comporti la creazione di una discarica a Roma, cosa tecnicamente impossibile. Il problema dei rifiuti è il risultato della strutturale carenza impiantistica in cui versa la Regione Lazio. Su 5 discariche presenti sul territorio, infatti, solo 2 sono attualmente funzionanti. Ed una chiuderà ad agosto. Una situazione disastrosa se si pensa che in altre grandi Regioni come la Lombardia il ciclo dei rifiuti può contare su diversi tipi di impianti, tra cui 10 discariche, 64 centri di compostaggio e 11 TMB” - scrivono in una nota i senatori, i deputati e gli europarlamentari romani del Movimento 5 Stelle.

Impianti rimasti su carta e differenziata flop inchiodano Raggi

Dimenticano però un piano industriale di Ama approvato soltanto di recente e che si completerà non prima del 2024 all’interno del quale, con la conversione di Rocca Cencia, è previsto un solo nuovo TMB. A Roma mancano pure i due impianti di compostaggio di Cesano e Casal Selce, annunciati nel 2017 sono rimasti su carta. Sullo sfondo poi il flop della raccolta differenziata, doveva essere al 70% è ferma al 46.

I grillini chiedono al governo di "commissariare" Zingaretti

Eppure il M5s chiede il commissariamento di Zingaretti: “Dopo non aver fatto nulla per dieci anni, il governatore della Regione continua a tuonare contro il Comune e a minacciare, ma non risulta essere interessato a collaborare per trovare una soluzione che liberi i cittadini dai rifiuti che si stanno accumulando ai bordi delle strade e delle case, perché non si sa dove andare a conferirli. La Regione Lazio, ed il candidato del PD, vogliono una discarica a Roma? Dicano dove. Vogliono replicare l'esperienza di Malagrotta? Invece di isolarsi, arroccandosi su posizioni lontane dall'interesse dei cittadini e mettendo a rischio la salute pubblica, a questo punto esprimano soluzioni o collaborino, smettendo di fare campagna elettorale sulla pelle delle persone. Ormai è chiaro che si rende sempre più necessario un intervento del Governo centrale, dei Ministri interessati, in primis del Ministro Cingolani, anche attivando i poteri sostitutivi verso una Regione inadempiente e restia alla collaborazione istituzionale. Il presunto aumento della Tari, infine, è una falsità. È evidente che si sta cercando ogni mezzo per distrarre l'attenzione dal vero tema". 

La spregiudicata narrazione di Virginia Raggi sull'emergenza rifiuti

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