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Rifiuti, il M5s apre alle discariche ma solo dopo il piano regionale. E sconfessa Ama: "No a termovalorizzatori"

Un'altra seduta di fuoco in Consiglio comunale sull'emergenza rifiuti. Cinque Stelle spaccati ma passa la linea contraria all'ordinanza Zingaretti

Una discarica per Roma? Sì può fare, ma solo dopo l'approvazione finale del piano rifiuti regionale e non con scadenze e modalità decise dalla Regione tramite l'ordinanza del governatore Zingaretti. Poi c'è il no ai termovalorizzatori, quelli proposti dall'amministratore unico di Ama Stefano Zaghis di fatto sconfessato dalla maggioranza. È questa la linea dei consiglieri M5S, confermata oggi in aula durante la seconda seduta di Consiglio straordinario sui rifiuti.

I grillini prendono tempo, in parte cedono ai principi ambientalisti della prima ora, si dicono disponibili alla realizzazione di nuovi impianti sul territorio, ammettendo nei fatti che non ci sono alternative per la gestione dei rifiuti a Roma. Blindano però i siti elencati come papabili dai tecnici di Comune e Regione, primo fra tutti Falcognana, nel IX municipio, aprendo la strada de facto all'arrivo di un commissario, come ordinanza vuole, per la scelta finale dell'area. Poi, per non rinnegarsi del tutto, contrastano la linea di Ama che ora punta sugli inceneritori, e chiedono anche una stretta generale sulla raccolta rifiuti. Ma andiamo con ordine.

Discariche sì ma non con l'ordinanza

L'Assemblea capitolina impegna la sindaca Raggi "a dichiarare la disponibilità di Roma Capitale a realizzare nel proprio territorio gli impianti di trattamento e/o smaltimento, che si rendessero necessari, esclusivamente a seguito dell'approvazione del nuovo Piano rifiuti della Regione Lazio", oltre a "valutare di impugnare al Tar l'ordinanza della Regione Lazio". E ancora a "opporsi all'apertura di impianti, di trattamento e/o smaltimento, sul territorio di Roma Capitale che dovessero derogare a norme poste a tutela dell'ambiente o della salute pubblica, in siti quali ad esempio, cave o discariche presenti a Roma e già autorizzate per altre tipologie di rifiuti".

Eccolo, il contenuto del settimo Ordine del giorno in votazione, scritto dal consigliere M5s Roberto Di Palma, approvato con 25 voti favorevoli. Un'opposizione ferma alla linea Zingaretti e al contenuto dell'ordinanza regionale in scadenza domani. Le conseguenze? Sulla carta la nomina di un tecnico da parte della Pisana, un soggetto terzo che scelga dove realizzare la discarica, anche perché, lo ricordiamo, quella di Colleferro chiude il 15 gennaio. E la Capitale si ritroverà presto senza un sito di smaltimento. 

La linea Ficcardi e la spaccatura interna

C'è però il no della consigliera M5s Simona Ficcardi, firmataria di un altro atto, che segna la spaccatura all'interno del gruppo di maggioranza, con cui chiede di "individuare più siti possibili sul territorio di Roma Capitale ai fini - si legge - della localizzazione anche di trasferenza e stoccaggi temporanei distribuiti su diversi municipi e con impatto minimizzato anche per quello che concerne i siti di fine ciclo". Più siti, più piccoli, per evitare che un solo territorio ne faccia le spese. E soprattutto che sia la parte politica a scegliere il dove, e non un commissario.

La linea Ficcardi viene bocciata, con il voto favorevole però anche della 5Stelle Agnese Catini e l'astensione di Francesco Ardu e Paolo Ferrara. Ma l'intervento della consigliera dagli scranni lascia il segno. Senza contare una lite furiosa con il capogruppo Giuliano Pacetti nell'anticamera della sindaca, con urla e toni accesi arrivati fino alla buvette. 

"La scorsa seduta ero in profondo imbarazzo e ho preferito non intervenire perché abbiamo assistito in quest'aula all'ennesimo rimpallo politico davanti ai cittadini che aspettavano qui sotto". Le parole di Ficcardi sono durissime. "Dobbiamo partire da quella che oggi è la situazione, da quello che c'era nel nostro programma elettorale. Credo che sia necessario partire chiedendo anzitutto scusa ai cittadini per il fallimento rispetto agli obiettivi che ci eravamo posti all'inizio". Un inedito attacco frontale alla sua stessa maggioranza. "Non ci siamo mai aspettati di sanare la questione rifiuti a Roma - ha detto la consigliera durante l'intervento in aula - ma almeno invertire un po' la rotta rispetto al passato. Quindi vedere congelati tutti i nostri indirizzi politici mortifica e dispiace vedere delibere ferme e mozioni inattuate per tutelare i territori. Evidenzia, ripeto, un fallimento di quelli che erano i nostri obiettivi e quindi oggi davanti all'ordinanza della Regione siamo chiamati a fare una scelta difficile che non porta consenso, ma ci spinge a fare una scelta di buonsenso".

No a nuovi termovalorizzatori: tutti contro Zaghis (e Ama)

Sempre a prima firma Ficcardi passa invece il no netto a ogni nuovo termovalorizzatore con 21 favorevoli, un contrario (Bernabei, M5S) e 2 astenuti (i pentastellati Di Palma ed Enrico Stefàno). Impegna la sindaca Raggi a "escludere ogni impianto di termovalorizzazione dal piano industriale di Ama o altri progetti/accordi commerciali futuri che ne incentivino l'utilizzo". Ma non solo, chiede anche di "sollecitare l'approvazione dei bilanci Ama tutelando, compatibilmente al quadro normativo sulla contabilità pubblica, la continuità e l'efficienza del servizio così come scongiurando ipotesi di default che potrebbe mettere a repentaglio la natura pubblica o l'esistenza stessa dell'azienda". E di estendere il prima possibile la raccolta porta a porta nei municipi ancora scoperti, tutti, lo ricordiamo, tranne X e VI. Una dura critica all'operato dell'azienda dei rifiuti che gli stessi consiglieri M5s ammettono per la prima volta. 

Insomma, un'altra giornata al cardiopalma in aula Giulio Cesare sul tema più caldo dell'agenda politica. Riassumendo, ecco i dati emersi. Primo, la contrarietà alla linea Zingaretti e lo scontro aperto con la Regione: niente siti di smaltimento da scegliere in fretta e furia in un quadro emergenziale. Niente imposizioni tramite un'ordinanza quindi, al massimo le valutazioni verranno fatte con il piano rifiuti regionale approvato dall'aula (al momento è passato solo in giunta). Nel frattempo però chiuderà Colleferro e la città dovrà far fronte a una seria emergenza, come nel diktat dei grillini non è dato sapersi.

Secondo: la maggioranza è spaccata, e i consiglieri per la prima volta hanno firmato un atto fortemente critico nei confronti dell'operato di Ama nella gestione della raccolta rifiuti.

Terzo: la stessa maggioranza ha rispedito al mittente la proposta del vertice Ama, il settimo nominato da Raggi, che in una bozza del piano industriale pronto per la valutazione nelle prossime ore da parte dell'Assemblea dei soci, ha parlato di realizzare un nuovo termovalorizzatore. 

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