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Domenica, 1 Ottobre 2023
Politica

Rifiuti, la Regione lavora alla delibera per il commissariamento di Roma

Si seguirà la strada dei poteri ordinari. La sentenza del Tar ha indicato l'errore nello strumento, indicando in base a quali leggi si può procedere al commissariamento

Sbagliato il mezzo, non la sostanza. La sentenza del Tar sul ricorso di Roma Capitale in merito all'ordinanza che chiedeva al Comune di indicare la discarica, rallenta il commissariamento della gestione del ciclo dei rifiuti, ma non ne cancella la necessità. Si seguiranno però i poteri ordinari. E' questo l'orientamento della Regione Lazio, espresso nel commento del governatore Nicola Zingaretti e dai ragionamenti in corso in seno alla giunta. Secondo quanto riporta l'agenzia Dire la Giunta regionale approverà una delibera in cui diffiderà Roma Capitale dal porre in essere gli atti necessari alle localizzazioni. Dopodiché, superato il termine imposto (il Campidoglio ha già avuto più di un mese a disposizione) scatteranno i poteri sostitutivi, cioè il commissariamento. 

Sono stati proprio i giudici amministrativi, nella sentenza breve che ha accolto il ricorso dell'amministrazione Raggi, a indicare all'ente di via Colombo la strada per arrivare correttamente all'obiettivo. Nel provvedimento firmato dal presidente della sezione I quater del tribunale di via Flaminia non è stato contestato il commissariamento, visto che gli stessi giudici hanno riconosciuto l'assenza di un piano impiantistico di Roma Capitale, quanto l'espediente legislativo utilizzato dalla Regione. Era sbagliata l'ordinanza contingibile e urgente, ricavata dall'articolo 191 del testo unico dell'Ambiente. 

La sentenza indica anche i termini di legge da utilizzare. La Regione avrebbe potuto legittimamente paventare prima e adottare dopo i poteri sostitutivi utilizzando altri articoli del Tua e della legge regionale sui rifiuti. In particolare, l'articolo 13 della legge regionale 27 del 1998 recita "qualora le province od i comuni omettano l'adozione di singoli atti obbligatori concernenti le funzioni ad essi attribuite o delegate dalla presente legge, l'organo regionale di controllo provvede in via sostitutiva con le modalità previste dalla normativa vigente". E al comma 2 aggiunge: "Nel caso di mancato esercizio delle funzioni delegate ovvero di esercizio in violazione delle leggi, degli indirizzi e delle direttive regionali, il potere sostitutivo è esercitato dalla Giunta regionale ai sensi dell'articolo 12, comma 3, della legge regionale 13 maggio 1985, numero 68".

Se da una parte la Città Metropolitana di Roma ha ultimato il suo compito, redigendo il piano provinciale sui rifiuti e la mappa delle aree idonee e non idonee a ospitare impianti di smaltimento e recupero, Roma Capitale, non indicando i luoghi dove realizzare la discarica e i tmb necessari a garantire l'autosufficienza nella gestione del ciclo dei rifiuti, non avrebbe assolto a quanto disposto dall'articolo 6 (menzionato dal Tar nella sentenza) della legge regionale che alla lettera a del primo comma recità così: "Sono attribuite ai comuni l'attività di gestione dei rifiuti urbani ai sensi dell'articolo 21 del d.lgs. 22/1997, compresa la eventuale progettazione, realizzazione o modifica degli impianti fissi per la gestione dei rifiuti urbani, in attuazione dei piani provinciali, in modo da assicurare la raccolta differenziata". 

Intanto ieri Zingaretti ha lanciato l'allarme: "La situazione sta diventando gravissima: Roma rischia di essere invasa  dai rifiuti perché Regioni e Comuni che accolgono già i rifiuti romani, dopo la scadenza del 30 giugno non intendono ricevere ulteriori conferimenti. Il rischio emergenza per la Capitale dunque si ripropone ancora una volta e diventa sempre più drammatico perché, lo ripeto, in assenza di soluzioni credibili da parte di Roma Capitale e della Città Metropolitana rischiamo che nessuno sia più disponibile a ricevere i rifiuti di Roma. Per salvare la capitale procederemo in via ordinaria con le indicazioni presenti nella sentenza, ma già oggi informerò il Governo del pericolo che corre Roma".

L'ipotesi commissariamento fa saltare dalla sedia l'assessora Katia Ziantoni che ieri, come tutto il Campidoglio, aveva esultato per la sentenza del Tar: "Zingaretti è politicamente disperato. Voleva essere il candidato del Partito Democratico a sindaco di Roma, ma il suo segretario l'ha scaricato, preferendogli l'ex ministro Gualtieri. Pensava di fare campagna elettorale sulle spalle dei cittadini di Roma, imponendo alla Capitale l'indicazione di una discarica dentro il proprio territorio, ma i giudici del Tar hanno annullato la sua ordinanza. Ora, invece che incassare il colpo e contribuire alla risoluzione dei problemi creati dalla stessa Regione, prova l'ennesima e sgangherata mossa ai danni dei cittadini romani. Un comportamento irrispettoso sia nei confronti della magistratura amministrativa che, soprattutto, di tutti i cittadini che attendono una risoluzione tempestiva alle criticità provocate dalla chiusura delle discariche di Colleferro e Roccasecca"

Intanto l'ex grillino, ora consigliere di Europa Verde in regione Lazio, Marco Cacciatore, dopo la sentenza di ieri è duro contro Raggi e Ziantoni: "La sindaca Raggi e l’assessora Ziantoni cantano vittoria sulla sentenza del TAR, che fa decadere la possibilità di commissariamento della gestione rifiuti di Roma da parte della Regione. Il Piano regionale rifiuti, tuttavia non è mai stato impugnato da Raggi e Ziantoni. Ed è lì che è stabilito che la Capitale è tenuta a raggiungere l’autosufficienza nel proprio territorio, smettendo di esportare e importare rifiuti indifferenziati. Il vero problema è che a Roma non si fa raccolta differenziata come si dovrebbe, bloccando rimanere tutto il sistema impiantistico del Lazio a un modello ormai superato da decenni. Anche il Piano AMA – approvato  solo pochi mesi dalle elezioni – non rispetta minimamente il Piano rifiuti, quando prospetta altri TMB anziché impianti per il recupero materi e parla esplicitamente di esportazione di rifiuti. Così la situazione rifiuti resterà nel caos. Raggi e Ziantoni dicono di aver vinto, ma chi perde purtroppo sono i cittadini".

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