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Case popolari, Unione Inquilini: "Ricorso al Tar sull'aggiornamento delle graduatorie"

Ragucci: "Tanti i casi in cui è impossibile vedersi riconosciuti i punteggi"

Stefano vive in un centro di accoglienza notturno. "Aveva presentato la domanda di assegnazione di una casa popolare prima di essere sfrattato e oggi non riesce a vedersi riconoscere i 18 punti che spettano a chi vive in queste condizioni". Mercedes invece abita in un'occupazione che ha subìto un grave incendio due anni fa. "Ha tutte le caratteristiche perché le vengano riconosciuti i 17 punti per i nuclei familiari assistiti economicamente dai servizi sociali e per chi vive in manufatti impropri privi di servizi essenziali. Ma questo non accade". Non solo. "Chiunque faccia domanda per un alloggio pubblico è tenuto a documentare i redditi del 2012". Risultato? "La graduatoria fotografa una città che non esiste più e che non tiene conto del peggioramento delle condizioni di vita dei cittadini". 

La denuncia parte dalla sede romana del sindacato Unione Inquilini. "Il nostro avvocato si è messo al lavoro per avanzare un ricorso al Tar in merito alle procedure di aggiornamento dei punteggi per le graduatorie per le case popolari" spiega Fabrizio Ragucci della segreteria romana. "Secondo noi la procedura seguita sempre più spesso negli ultimi mesi dal Comune è una forzatura perché non tiene conto che il bando dovrebbe essere sempre aperto, dovrebbe essere sempre possibile aggiornare la propria situazione: perdo casa e finisco a vivere per strada o raggiungo l'età di 65 anni. Senza considerare che chiedendo i redditi di cinque anni fa non contribuisci a creare una soluzione per il disagio abitativo cittadino". 

Le chiavi di volta sono contenute in due diciture. La prima, quella relativa ai redditi del 2012, è costituita da una dicitura riportata dalla legge regionale del 1999: "Al momento della pubblicazione del bando di concorso". E il bando è stato pubblicato dall'amministrazione capitolina nel 2012, al tempo governata da Gianni Alemanno. La seconda, contenuta nel bando, è una dicitura legata alle categorie di assegnazione dei punti: "Al momento di presentazione della domanda". Dal dipartimento fanno sapere che la legge regionale è applicata correttamente e che da sempre a quanti avanzano domanda per un casa popolare vengono chiesti i redditi del 2012. L'Unione Inquilini, però, porta avanti i casi che si è trovata davanti.

Tra le storie citate c'è quella di Stefano, 50 anni, invalido civile. Circa un anno fa è stato sfrattato dall'abitazione di Trastevere dove aveva sempre vissuto con i genitori. Dopo aver dormito per qualche settimana sulle panchine di Villa Pamphili, è stato accolto in un centro di accoglienza notturno. "Esco la mattina e rientro la sera, intorno alle 18, per la cena" racconta. "Ho 44 punti ma non riesco a farmi riconoscere i 18 punti riservati a chi vive nella mia situazione. Con 44 punti è praticamente impossibile ottenere una casa popolare. Tra poche settimane mi scade anche il diritto a restare nel centro di accoglienza. Senza alternative dove vado?".

Un altro caso viene da un'occupazione in via Tuscolana, colpita da un incendio nell'agosto del 2016 che mise fuori uso una parte dell'immobile con molti degli inquilini costretti a vivere nelle tende e "senza alternative avanzate dal Comune" denuncia Marcela. "Ad una parte dei circa 90 nuclei residenti è stata rilasciata la dichiarazione di assistenza economica e disagio abitativo necessaria ad ottenere i 17 punti riconosciuti a chi vive in manufatti impropri. A quanti hanno avanzato domanda più recentemente, invece, non è stata riconosciuto" continua. "Devo pensare che sia una discriminazione?". Unione Inquilini, lo scorso 13 febbraio, ha inviato una lettera all'assessora alle Politiche Abitative, Rosalba Castiglione chiedendo un parere su questo caso senza però ricevere risposta. Il sindacato annuncia battaglia sul tema: stiamo organizzando una mobilitazione. 

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