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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Gualtieri archivia Renzi e Lupi: la residenza andrà anche a chi vive nelle occupazioni

L'amministrazione detta la linea e spinge anche per l'applicazione della deroga all'articolo 5 del decreto Renzi-Lupi che nega la residenza a chi vive nelle occupazioni abusive

Ripristinare il diritto alla residenza per tutti, anche per chi vive nelle occupazioni. E' questo l'obiettivo dell'amministrazione capitolina, emerso anche durante il convegno organizzato giovedì 5 maggio nella Sala della Protomoteca in Campidoglio alla presenza dell'assessora alle politiche sociali Barbara Funari, dell'assessore alla partecipazione Andrea Catarci e dei consiglieri di maggioranza Nella Converti (Pd) e Paolo Ciani (Demos). 

Il decreto che vieta la residenza e nega le utenze

A bloccare l'assunzione della residenza per gli occupanti abusivi, attualmente, è l'applicazione dell'articolo 5 del decreto cosiddetto "Renzi-Lupi", approvato nel 2014 alla vigilia dell'Expo a Milano. Secondo quanto prevede la norma, chi si insedia senza titolo in un alloggio popolare o in uno stabile occupato non ha diritto ad ottenere la residenza né l'allaccio delle utenze. E' prevista però la possibilità di derogare, in caso di vulnerabilità come minori, disabili, anziani e malati. Ed è su questa possibilità che il comune sta lavorando. 

"Diritto alla residenza è obiettivo prioritario"

Poter ottenere una residenza reale per gli stranieri che vivono in affitto senza contratto e per tutti coloro che hanno occupato abusivamente stabili abbandonati di Roma, ma anche rendere più semplice l'ottenimento della residenza virtuale e fittizia per i senza dimora sono temi sui quali, come spiega l'assessora Funari "ci siamo messi a lavorare come priorità fin dall'inizio - spiega -. L’iscrizione anagrafica è infatti determinante per ottenere i documenti d’identità, per la presa in carico dei servizi sociali, per chiedere sussidi economici ed iscriversi al servizio sanitario nazionale, all’ufficio di collocamento e tanto altro". 

Una mozione per indirizzare il lavoro della giunta

"Il lavoro è tanto - ha detto poi Funari a margine dell'evento - , abbiamo parlato di tante situazioni diverse, vogliamo approfondire e farlo in maniera partecipata. Anche per quanto riguarda la situazione degli occupanti, l'obiettivo è tutelarli il più possibile e garantire anche a loro il diritto alla residenza". Sulla stessa linea il consigliere Ciani: "La mozione che andrà in aula la prossima settimana - commenta - è un primo atto politico. Laddove troverà condivisione in giunta, ci sarà un lavoro tecnico per permettere l'applicazione della deroga, che è prevista dalle norme e dal decreto Renzi-Lupi stesso. Fino a qualche tempo fa gli occupanti dichiaravano il loro status e la residenza veniva riconosciuta, quindi bisogna semplicemente tornare a quanto si faceva in passato. E' anche un discorso di sicurezza: non può esserci uno Stato che spinge i suoi cittadini a mentire sulla residenza, perdendo la possibilità di avere una fotografia reale della realtà". 

Catarci: "Articolo 5 è un obbrobrio disumano"

"Occorre migliorare i meccanismi con cui si assegna la residenza virtuale di via Modesta Valenti - ha dichiarato poi Andrea Catarci - e superare quell'obbrobrio disumano che sa di ritorsione che è il famigerato articolo 5 del decreto Lupi, quello per cui se vivi in uno stabile occupato non esisti e ti vengono staccate le utenze dei servizi primari come acqua e energia. L'assemblea capitolina sta già indicando la strada che va percorsa velocemente". 

Converti (Pd): "La politica ha reso la residenza una concessione"

"A Roma ci sono migliaia di persone costrette a vivere da anni senza un adeguato sostegno da parte delle istituzioni preposte - aggiunge Converti, presidente della commissione politiche sociali - , a causa di un'impostazione politica che ha reso la residenza una concessione e non un diritto. Per questo stiamo lavorando in sinergia per garantire dignità a tutti, rendere esigibili i diritti, rimettere finalmente al centro la persona superando l’approccio securitario e sanzionatorio che in questi anni ha prodotto disuguaglianze e insicurezza sociale. È fondamentale anche superare la delibera 31/2017 che ha ridisegnato le procedure per la residenza virtuale complicandole e presentando anche profili di illiceità".

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