rotate-mobile

Valerio Valeri

Giornalista

Gualtieri sulla residenza agli occupanti ha fatto "melina" in attesa delle elezioni

La mozione è stata approvata a inizio giugno e nonostante migliaia di famiglie si trovino in condizioni non dignitose, l'applicazione della deroga viene rimandata. L'impressione è che c'entri la campagna elettorale e la volontà di non alimentare polemiche da parte della Destra

Quando l’assemblea capitolina ha approvato una mozione che impegnava il Sindaco ad applicare la deroga all'articolo 5 del decreto Renzi-Lupi, quello che impedisce l’acquisizione della residenza a chi occupa abusivamente un appartamento o uno stabile, l’Italia era ancora in mano a Mario Draghi e al suo governo. Le uniche elezioni di cui si parlava, anche se timidamente, erano quelle regionali che si sarebbero dovute tenere non prima di marzo 2023. Nel giro di un mese le cose sono cambiate e con la caduta del governo si è aperta una campagna elettorale terrificante, incubo per elettori e candidati. Troppo breve, mangiata dalle ferie estive, schiacciata tra i temi internazionali del conflitto russo-ucraino e quelli economici dell’inflazione e del caro-bollette.

La campagna elettorale ha bloccato la deroga all'art.5 del decreto Renzi-Lupi

Ma voi vi chiederete: che c’entrano le elezioni politiche con una mozione firmata da una manciata di consiglieri tra Pd, Demos, Roma Futura e Sinistra Civica Ecologista che riguarda gli occupanti abusivi? C’entra, ad avviso di chi scrive, perché la competizione elettorale spiegherebbe il ritardo (di oltre tre mesi) da parte del sindaco Roberto Gualtieri e della sua giunta, nel firmare la direttiva che trasforma una banale, attualmente inutile mozione, in un atto ufficiale e operativo.

Cosa hanno deciso 8 anni fa Matteo Renzi e Maurizio Lupi

Spieghiamo: il decreto Renzi-Lupi è del 2014, l’anno prima dell’Expo milanese. Il presidente del Consiglio di allora, segretario del Pd, tende una mano alla destra e nel pacchetto approvato fa rientrare anche alcune disposizioni “securitarie” e considerate dai movimenti e dalle associazioni eccessivamente punitive che colpiscono chi, non avendo una casa, sceglie la strada dell’occupazione. Sia di alloggi comunali, sia di stabili vuoti come ex alberghi o palazzine lasciate incomplete o abbandonate. Per loro nessuna possibilità di stabilire la residenza, quindi di allacciare le utenze, aprire un conto corrente, avere una tessera sanitaria.

Roma non ha mai applicato la deroga al decreto

Come ogni legge, c’è un modo per derogare. I comuni, quindi, di fronte a situazioni di estremo disagio e difficoltà, con presenza di malati, disabili e minori, può decidere di permettere l’acquisizione della residenza. Ma Roma in 8 anni non lo ha mai fatto. Né durante l’ultimo anno di giunta Marino, né con Virginia Raggi alla guida di una maggioranza pentastellata.

La "melina" di Gualtieri per non dare fastidio alla rincorsa di Letta

Ora, se vi state ancora chiedendo cosa c’entri la campagna elettorale con la “melina” del Sindaco, significa che chi scrive non è stato sufficientemente chiaro. L’impressione, fuori dai denti, è che l’ex ministro dell’economia ed eurodeputato, scottato dalle feroci polemiche scoppiate nei giorni in cui l’assemblea capitolina discuteva la mozione pro-occupanti, abbia deciso di aspettare il 25 settembre. Per non dare fastidio ulteriore al segretario del Pd Enrico Letta, visibilmente provato dalla difficilissima rincorsa alla leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni. Ulteriore fastidio, si diceva, oltre a quello già involontariamente arrecato con l’affaire Ruberti, utilizzato dal centrodestra – e in particolar modo dalla Lega – per fare campagna contro il Pd e il suo presunto “sistema”.

L'impazienza dei movimenti e della maggioranza capitolina

I movimenti per la casa, però, sono in fibrillazione e premono perché il Campidoglio batta un colpo. Non solo loro, a dire il vero. Giorni fa a RomaToday i primi due firmatari della mozione, Nella Converti e Yuri Trombetti, hanno tenuto faticosamente a freno l’impazienza e il disappunto. Nel frattempo, in 4 mesi, Gualtieri ha approvato regolamenti sul bike sharing e sui monopattini elettrici, ha presentato novità sui beni comuni e sul superamento della delibera 140, è anche volato a Parigi per presentare un dossier di oltre 600 pagine per lanciare una volta per tutte la candidatura di Roma all’Expo 2030. Ad agosto ha presentato un piano rifiuti molto articolato e ambizioso, ricco di numeri e previsioni, senza però dire dove collocherà il termovalorizzatore da 600.000 tonnellate di rifiuti l’anno che fa tanta paura a molti romani. Insomma la notizia cattiva se l'è tenuta, nonostante le sollecitazioni della stampa e dei comitati cittadini terrorizzati dalla prospettiva di un bestione nel proprio giardino.

Proviamo a fare una scommessa, non sul termovalorizzatore ma sulla residenza agli occupanti: dal 26 settembre in poi e nel giro di pochi giorni, ogni momento sarà quello buono per veder uscire la direttiva firmata. Anche perché l’impressione è che un ulteriore ritardo, non più giustificato dall'impegno elettorale, potrebbe scatenare la reazione di molti. Non solo al di fuori dell’aula Giulio Cesare. 

Si parla di

Gualtieri sulla residenza agli occupanti ha fatto "melina" in attesa delle elezioni

RomaToday è in caricamento