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Residence, valanga di esclusioni dal bando per i Sassat: "Rimasti fuori per motivi futili"

527 famiglie su 1300 sono state escluse. Solo nel residence di Montecarotto sono 27 su 46, più della metà

C’è chi è stato escluso per non aver messo una ‘barra’ su un quadratino, anche se la voce corrispondente è stata compilata. Chi si è visto rifiutare la domanda per mancanza di un documento o perché “non residente”. Tra gli elenchi provvisori del bando per l’accesso ai Sassat, il nuovo servizio di assistenza alloggiativa e sociale con la quale il Campidoglio vorrebbe sostituire i vecchi residence, ci sono anche gli ‘scomparsi’. Famiglie che hanno presentato la domanda ma che oggi non trovano il proprio nominativo in nessun elenco. 

Su 1300 famiglie la metà sono esclusi o 'scomparsi'

Su circa 1300 famiglie che ancora oggi risiedono dei residence circa la metà rischiano di restare per strada. Dagli elenchi provvisori pubblicati il 2 agosto dal Campidoglio, risulta che 125 sono gli ‘esclusi sanabili’ mentre 527 sono gli esclusi che potranno tentare un salvataggio presentando una domanda di ricorso entro il 17 settembre. Solo 529 famiglie, meno della metà, sono state ammesse. Senza considerare gli 'scomparsi'. Per calcolare una stima basta sottrarre il totale delle famiglie contenute nei tre elenchi, 1181, alle 1296 domande che il Campidoglio ha dichiarato di aver ricevuto in relazione al bando: 115 in meno. 

Il residence di via Montecarotto

Decine di famiglie si stanno preparando ad avanzare ricorso. Come nel residence di via Montecarotto, a San Basilio, la struttura da cui è partita la prima denuncia, quella di un cittadino italiano di origini marocchine espulso per non aver depositato il permesso di soggiorno. Non è l’unico. “Nella stessa struttura ci sono 27 famiglie su 46 residenti, più della metà, che hanno avuto problemi con questo bando” raccontano a Romatoday. Di questi, nessuno supera il reddito Isee da 12 mila euro richiesto. “La maggior parte si è ritrovato nella tabella degli esclusi per non aver barrato il quadratino corrispondente alla voce della domanda di accesso, pur avendola compilata”.

Gli esclusi

La dicitura riportata nell’elenco pubblicato dal Comune è ‘no flag obbligatori’. Sono tanti in tutta Roma esclusi per questo motivo. Solo nel residence di via Montecarotto sono in 16. Tra loro ci sono Virgilio, 70 anni, invalido, e Sonia, 75 anni. Entrambi “vivono di pensione minima”. C’è Kaori, “con due bambini”. Vittorio, 85 anni. Giulio, pensionato, nei residence per l’emergenza abitativa dal ’99. Anna ci abita dal 1990. Prima a Valcannuta, poi a Bravetta, negli anni diventato un vero e proprio simbolo del disagio abitativo cittadino, e nel 2006 a Montecarotto. Anche Giovanni, Vincenzo e Mauro nel loro lungo calvario abitativo sono passati dal residence Bravetta: il primo dal ’93 e “oggi è invalido”; il secondo ha tre figli, “un maggiorenne e due adolescenti”; il terzo, 62 anni, è in assistenza abitativa dall’89 e ha cambiato tre strutture prima di approdare a San Basilio. “Tutti esclusi per una crocetta dimenticata. Tra noi c’è anche chi ci è nato nel residence Bravetta e oggi rischia di perdere tutto”. Damuth invece, “ha presentato l’Isee l’ultimo giorno utile ed è stato escluso con la dicitura ‘Isee non valido’”. Infine “ci sono i sette inesistenti. Gente che ha presentato la domanda ma oggi non si ritrova in nessun elenco”. 

Aspettando una casa popolare

Seduti nel cortile del residence, agli abitanti della struttura basta guardare dall’altra parte della strada per vedere i lotti di case popolari di San Basilio, teatro negli anni ’70 delle battaglie per il diritto all’abitare. Per molti di loro, dal giorno in cui hanno presentato la domanda per un alloggio di edilizia residenziale pubblica sono passati più di 15 anni. “Qualcuno aspetta da 20 anni. Dovevamo restare in un residence per pochi mesi, ma la casa popolare ancora non ci è stata assegnata”.

Il residence di via Montecarotto a San Basilio

33 metri quadrati per famiglia

Intanto aspettano nei costosissimi residence per l’emergenza abitativa per i quali il Comune paga ogni anno circa 30 milioni di euro. La struttura di via Montecarotto fino a qualche anno fa era un centro di igiene mentale. Oggi è stato frazionato in tanti piccoli appartamenti divisi da pareti di cartongesso da 33 metri quadrati in cui “arrivano a vivere anche cinque persone”. Un’unica stanza divisa in due, chi ha usato un armadio chi ha costruito una parete in cartongesso, con un angolo cottura e un bagno cieco. I bambini dormono in cucina. “Senza considerare le cimici. Abbiamo anche cambiato i materassi ma senza risultato”. 

Interrogazione alla sindaca: "Quanti sono i casi simili?"

Dopo anni di attesa in questo purgatorio rischiano di perdere tutto. “Come possiamo essere esclusi per non aver barrato una crocetta?” si chiedono in molti. Qualcuno arriva con un modulo senza gli appositi quadratini: “Questa è il primo documento pubblicato sul sito. Poi è stato rettificato, ma ci era stato detto che non ci sarebbe stato alcun problema”. Altri si chiedono: “Quando abbiamo consegnato le domande, perché nessuno ci ha segnalato che mancava una semplice barra?”. Nel modulo che “la mancata apposizione della barra” sia motivo di esclusione c’è scritto. Ma sono in molti ad aver pensato che “bastava compilare il campo. Tra noi ci sono anziani con la terza elementare, leggono e scrivono a malapena. Ci hanno detto di rivolgerci ad un avvocato. Ma come è possibile essere trattati in questo modo?”. 

La storia di Claudio ed Ernesta

Non solo 'flag' e presunti ritardi. Tra le storie degli ‘esclusi’ figura anche quella di Claudio e Ernesta, residenti presso la struttura Madre Teresa. Romatoday, nel 2013 aveva raccontato la loro vicenda: Ernesta costretta a muoversi sulla sedia a rotelle, è invalida al 100 per cento mentre Claudio, in seguito a problemi di salute, è stato costretto a smettere di lavorare. Così è arrivato lo sfratto e l'assistenza alloggiativa. "Da quando il sindaco Ignazio Marino ha annunciato la chiusura dei residence è iniziato un calvario di burocrazia" racconta Claudio. "Siamo stati costretti a presentare molta documentazione per attestare il nostro diritto a permanere nella struttura. Tutti i documenti sono sempre stati in regola". Sembrava fatta. "Invece con stupore rientriamo nell'elenco degli esclusi. Il motivo? 'Domanda presentata da non assegnatario del Caat'. Il tutto perché a presentare la domanda è stata Ernesta mentre il Comune sostiene che l’assegnatario sono io" racconra Claudio. "Fino ad oggi non ci sono mai stati problemi di questo genere nella presentazione delle domande. Perché proprio adesso? Riusciremo a fare ricorso entro il 17 settembre, con la pausa di Ferragosto di mezzo e gli uffici chiusi?”. 

Uffici presi d’assalto

Una domanda che si sono posti in molti dal momento che ieri mattina gli uffici del dipartimento Politiche Abitative di viale Pasteur sono stati presi d’assalto per avere informazioni. “Sono tantissime le persone che sono state escluse per motivi futili. Non solo le crocette dimenticate o le carte di identità scadute” denuncia Elisa Ferri, del Coordinamento dei residence. I problemi riguardano anche la nuova graduatoria di accesso ai Sassat: “Nessuno ha capito sulla base di quali criteri sia stato assegnato questo punteggio. C’è addirittura anche chi è stato ammesso ma con zero punti ed è stato avvisato che potrebbe essere escluso. È agosto, molti dei dirigenti dell’assessorato sono in ferie e agli sportelli nessuno riesce a dare risposte certe. Abbiamo chiesto l'apertura di un tavolo con l’assessorato”. 

Rinviare la scadenza per il ricorso

Il sindacato Unione Inquilini, il primo ad aver sollevato il problema, ha chiesto "al dipartimento delle politiche abitative del Comune di Roma di prorogare la scadenza dei termini per la presentazione delle opposizioni oltre il 17 settembre". Non solo perché è agosto e la burocrazia in questo mese si scontra con uffici chiusi e il personale, già carente rispetto alle normali esigenze, ulteriormente ridotto per ferie. I conti non tornano su vari fronti. Anche il sindacato si chiede: "Quali sono i criteri per aggiudicare i punteggi tra gli inquilini ritenuti ammessi?". Ma non solo: "Se al momento i nuclei presenti nei Sassat sono circa 1300 e il nuovo bando per il reperimento degli alloggi è fissato a 500 come verranno gestite le famiglie in eccedenza?". 

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