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Martedì, 16 Aprile 2024
Politica

Stop a minimarket e negozi "spazzatura", ma i quartieri di movida restano fuori dalle tutele

San Lorenzo, piazza Bologna, il Pigneto, ponte Milvio. La delibera Coia non prevede per questi quartieri alcun divieto di nuove aperture

Stop al food "spazzatura" e ai minimarket rei di vendere alcol a tutte le ore, ma solo nell'area Unesco. L'aula consiliare di palazzo Senatorio si prepara al voto del regolamento che disciplinerà il commercio nel Centro di Roma. Un dispositivo normativo nato dall'esigenza di porre un freno alle continue aperture di negozi di bassa qualità che impoveriscono il tessuto commerciale dei rioni romani. Una stretta sì, che però nella versione uscita con parere favorevole dalla commissione Commercio, e fortemente voluta dal suo presidente il consigliere Andrea Coia, lascia fuori dai divieti alcune zone chiave della movida romana. 

Pigneto, San Lorenzo, piazza Bologna, ponte Milvio. Quartieri quasi centrali, molto frequentati specialmente nelle ore notturne, invasi da pizzerie al taglio, paninoteche, friggitorie, minimarket, lavanderie. Dove però non scatta il divieto di nuove aperture, ma semplicemente si va a recepire la normativa nazionale in termini di somministrazione: gli esercizi non potranno destinare uno spazio interno per il consumo sul posto superiore al 25% della superficie di vendita o di produzione, dovranno utilizzare arredi minimali, non potranno prevedere servizio al tavolo. Una sufficiente per la giunta M5s, considerando la necessità di garantire comunque l'occupazione e le iniziative imprenditoriali private. Troppo poco, per l'opposizione di centrosinistra che sognava una freno decisamente più forte.  

"Sono mesi che dimostro, dati alla mano, che anche nei territori fuori dal sito Unesco non abbiamo bisogno di altre attività del genere" tuona il consigliere Pd Orlando Corsetti, autore di una delibera alternativa, già redatta durante l'amministrazione Marino, ma bocciata dalla maggioranza M5s. Il suo testo faceva rientrare, ad esempio, San Lorenzo tra le zone tutelate. "Escluderlo significa rischiare un'altra invasione di locali travestiti da librerie e gallerie d'arte e di minimarket". Già, i cosiddetti circoli culturali in realtà locali di somministrazione di bevande di fatto, sono un must di quartieri come San Lorenzo. Tramite l'escamotage della "somministrazione integrativa" aprono come gallerie d'arte o luoghi di aggregazione culturale non meglio specificati, chiedendo successivamente i permessi per vendere alcol. Dovrebbero rispettare il limite del 10 per cento dello spazio disponibile, ma il tetto è facilmente aggirato e aggirabile.   


 

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