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Dimissioni in ritardo: il pentastellato Colarossi rischia il posto in regione

Il consigliere replica: “Mi sono dimesso l’11 gennaio, sono tranquillo”

A ventitré anni Marco Colarossi è il più giovane candidato ad essere stato eletto in consiglio regionale. Solo che adesso il suo ingresso alla Pisana, che avrebbe potuto ottenere grazie ai 1.283 voti della lista M5s, non è più scontato.

La collaborazione in regione

Colarossi ha collaborato, negli anni scorsi, con l’assessora al turismo Valentina Corrado che, in tandem con Roberta Lombardi, era subentrata in quota 5 stelle all’interno della giunta Zingaretti. Per candidarsi in regione, quindi, Colarossi doveva dimettersi dall’incarico presso lo stesso ente. Condizione che deve essere rispettata anche per i dipendenti del Comune che vogliano tentare l’ingresso, da consiglieri, in aula Giulio Cesare.

Cosa prevede la legge

I dipendenti di Comune e regione, ed in passato dalla provincia, che hanno intenzione di candidarsi non sono eleggibili a meno che “gli interessati cessino rispettivamente dalle funzioni o dalla carica per dimissioni prescrive la legge 154 del 1981, che dispone le “Norme in materia di ineleggibilità ed incompatibilità alle cariche di consigliere”. Entro quando vanno rassegnate le dimissioni? “Non oltre il giorno fissato per la presentazione delle candidature”.

La data delle dimissioni 

Il termine entro cui presentare le candidature era il 14 gennaio scorso. Secondo quanto risulta all’agenzia Dire, le dimissioni di Colarossi sarebbero state protocollate il 20 febbraio scorso. Quindi un mese dopo il termine previsto ed addirittura dopo l’esito della campagna elettorale, il cui spoglio è iniziato lunedì 13 febbraio.

La replica di Colarossi

Colarossi, sentito dall’agenzia Dire, ha replicato: “Mi sono dimesso l'11 gennaio, quindi le mie dimissioni decorrono da quella data” ha spiegato il pentastellato, aggiungendo - Io sono tranquillo”. La data che potrebbe causare la ineleggibilità del candidato, però, è in relazione a quando le dimissioni sono state protocollate.

Cosa succede adesso

Entro il 12 maggio, cioè a 60 giorni dall’insediamento, la giunta per le elezioni, con i 7 componenti dell’ufficio di presidenza, con a capo il presidente del consiglio regionale Antonello Aurigemma, dovrà convalidare gli eletti. In quella sede verrà valutata la posizione di Colarossi. Nel caso la sua elezione venisse convalidata, entrerebbe al suo posto Vincenzo D’Antò che, dopo l’ingresso di Adriano Zuccalà al posto della rinunciataria Donatella Bianchi, con i suoi 1.174, un centinaio in mendo di Colarossi, è risultato il primo dei non eletti tra le fila del M5s.

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