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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Regionali, ufficiale la candidatura di Leodori. E Letta dice sì alle primarie: "Via obbligata"

Il segretario del pd ribadisce che la strada da seguire è quella della scelta dal basso. Intanto il vice di Zingaretti ufficializza la discesa in campo puntando al campo largo

Secondo gli organizzatori la platea raggiungeva le 600 persone. Consiglieri regionali e capitolini, sindaci dei comuni del Lazio, sindacati, segretari di partito. Tutti allo Chalet del laghetto dell'Eur presenti per l'annuncio della candidatura di Daniele Leodori, vicepresidente della Regione, alle prossime elezioni regionali.

Come anticipato da RomaToday, il braccio destro di Nicola Zingaretti ha sciolto la riserva. Sfiderà Alessio D'Amato, assessore alla Sanità, alle primarie. Primarie che, stando alle ultime dichiarazioni del segretario Enrico Letta, si faranno. "Sono la via obbligata: o c'è il metodo delle primarie o c'è il metodo Salvini e Meloni che si rinchiudono in una stanza per scegliere. Noi quel metodo loro non lo useremo mai, daremo sempre la voce ai cittadini". Poche parole ma sufficienti, almeno sembrerebbe, a spazzare via il campo dall'ipotesi circolata nei retroscena di un Enrico Gasbarra da scegliere a tavolino. L'ex presidente della provincia, stando ai ben informati, potrebbe però partecipare, anche lui, alle primarie. 

Chi sostiene Leodori

Ieri intanto è stato il giorno di Leodori. Uomo del dialogo, spesso lontano dai riflettori, trait-d'union con il M5s, mediatore che ha permesso l'ingresso dei grillini in giunta ormai più di un anno fa, è da tempo considerato il successore naturale del governatore Zingaretti. Sicuramente dalla fetta di partito democratico corrispondente ad Areadem, corrente facente capo al ministro Dario Franceschini. I suoi esponenti all'Eur erano in prima fila. 

Il senatore Luigi Zanda, la consigliera regionale Michela Di Biase, il segretario regionale Bruno Astorre, la presidente dell'Assemblea capitolina Svetlana Celli, i consiglieri Andrea Alemanni e Antonio Stampete, l'ex presidente della Pisana Mauro Buscini, il presidente del XIV Marco Della Porta. Ma Leodori, da uomo di sintesi, fautore del cosiddetto "campo largo", va (o vorrebbe andare) molto oltre le correnti. 

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A caccia del campo largo

"Chi mi conosce sa che non amo dire 'io', preferisco dire 'noi'. Ripete durante il discorso di presentazione, durante il quale il concetto di "intesa" e "condivisione" viene ripetuto più volte e variamente declinato. Cita anche Enrico Berlinguer: "Ci si salva e si va avanti se si agisce insieme e non solo uno per uno". "Io sono grato a chi in questi anni mi ha affidato questo lavoro di sintesi che dobbiamo portare avanti. Insieme. Con un gruppo ampio. Con tante culture e storie diverse che trovano una sintesi comune" ha detto ancora. 

Una sintesi che alle elezioni prevederà anche il M5s in coalizione. Presente all'Eur, non a caso,anche l'assessora Valentina Corrado (con l'ex consigliere 5s in Campidoglio Giuliano Pacetti che ora lavora nella sua segreteria). Assente Roberta Lombardi, ufficialmente per un impegno personale. Presenti, sempre a testimonianza del campo largo, i consiglieri Marco Cacciatore e Paolo Ciani, e i segretari regionali e capitolini di Europa Verde, Articolo 1 e Sinistra Italiana.

Il discorso del candidato

"Oggi dobbiamo condividere un metodo di lavoro, un metodo che si basa su 5 pilastri", ha detto Leodori. Il primo è "dall'ascolto nascono decisioni migliori. Il secondo. Massima collaborazione istituzionale". In questo senso "il rapporto fra Campidoglio e Regione Lazio è stato difficile in questi anni. Ora con l'elezione di Roberto Gualtieri abbiamo una splendida opportunità di fare squadra e raggiungere risultati importanti. E la sfrutteremo al massimo". Il terzo "una squadra ampia è una squadra forte". 

A questo proposito Leodori ha voluto "sottolineare, ribadire e condividere con voi- riferendosi ai presenti- un punto: quando ci si mette insieme in un progetto più alto si genera pensiero migliore e azione politica migliore". 

La quarta linea di azione del metodo Leodori: "No agli interventi a pioggia, lavoriamo con una visione dello sviluppo. Dobbiamo dare opportunità a chi nasce nel quartiere più remoto della capitale, nel paesino più piccolo delle nostre province, dalla famiglia più umile". Attraverso una "concretezza senza ideologismi. Una crescita sana si raggiunge quando ai affrontano i problemi senza pregiudizi, provando a scegliere la soluzione migliore, senza totem e senza tabù".

Infine, il quinto pilastro "Condividere con chi rimane indietro. Certamente dobbiamo far correre chi può farlo, dobbiamo far nascere e crescere le aziende, ma dobbiamo anche ricordarci di chi rimane indietro. David Sassoli, e a cui vorrei dedicare un applauso, ce lo ricordava spesso. David ce lo ricordava spesso 'I poveri non possono aspettare'. Dobbiamo fare e fare in fretta".

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