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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Dopo le regionali Azione si lecca le ferite. Così un ex democristiano ha fatto saltare il banco a Calenda

Della lista Terzo Polo entrano in consiglio una renziana (Tidei) e un ex Udc che in provincia di Roma ha preso molti più voti del candidato di punta dei calendiani, Federico Petitti

Il giorno dopo la fine degli spogli (anche se mancano ancora tutti i seggi di Colleferro alle 11 del 15 febbraio) in Azione c'è qualche mal di testa da curare. Non per il post sbornia da festeggiamento, ma perché la conta delle preferenze ha fatto emergere un problema mica da poco: il partito fondato da Calenda nel 2019, fuori dal Campidoglio, praticamente non esiste. 

In consiglio regionale entrano una renziana e un ex Udc

Non esiste perché a fare incetta di voti alle ultime elezioni regionali è stata Marietta Tidei, 47 anni, ex Pd passata a Italia Viva tre anni e mezzo fa. Dietro di lei, però, non ce l'ha fatta il capolista di Azione Federico Petitti, ingegnere gestionale, come tutti si aspettavano e come i vertici del partito avrebbero desiderato. Nonostante gli sforzi della capogruppo capitolina Flavia de Gregorio e dei molti militanti ed eletti municipali, il 27enne non è nemmeno il primo dei non eletti: nella Città Eterna Petitti ha guadagnato 2.480 voti, ma in provincia è crollato racimolando meno di 800 preferenze in 120 comuni. A fare la parte del lupo, soprattutto fuori dai confini romani, è stato un ex Udc, figlio d'arte, portato più che altro da se stesso. 

C'era una volta la lista Calenda a Roma: in un anno e mezzo sperperati 120mila voti

Dei primi sei del Terzo Polo, solo uno è un calendiano doc

Andando a prendere la lista delle preferenze in tutto il Lazio, dei primi sei solamente uno è un "azionista doc", cioè Federico Petitti. Le prime due posizioni sono occupate, come detto, da Marietta Tidei (renziana) e poi da Pierluca Dionisi, l'ex Udc. Dieci anni fa tentò la prima sortita, guadagnando quasi 6.883 voti nella lista "Bongiorno Presidente", dove però a essere premiato fu Pietro Sbardella. Laureato in Scienze Politiche, ricercatore attualmente impiegato nella segreteria tecnica della direzione generale comunicazione del ministero della salute, si è avvicinato ad Azione molto di recente. E non era certo il candidato di punta di Azione. Seguendo la lista, ecco che come terzo c'è Luciano Nobili, turborenziano, che ha fatto incetta di voti a Roma ma è andato molto male in provincia, totalizzando 4.976 preferenze. Il quarto ancora non è un calendiano: Luca Andreassi, vicesindaco e assessore ad Albano Laziale, è di Italia Viva. Ecco che il capolista Petitti si ritrova al quinto posto, seguito da un altro ex Pd, Paolo Bianchini. Uno che, a quanto si apprende, fino a ottobre avrebbe dovuto essere candidato in lista con il suo partito di provenienza, al posto di Daniele Leodori, finché questi non ha dovuto lasciare il passo a D'Amato. 

La disfatta del capolista in provincia: a fare incetta di voti è Pierluca Dionisi

Andando a spulciare le preferenze sul sito del Viminale, si nota che a Guidonia Montecelio Pierluca Dionisi - figlio d'arte, il padre Armando è stato eurodeputato e due volte deputato democristiano - ha conquistato 692 voti, 70 meno di Tidei. Petitti solo 17. Anche a Civitavecchia, feudo di Marietta Tidei (1.206 preferenze nella città portuale), Dionisi ha strappato 41 voti, contro i 2 di Petitti, che è stato doppiato da Dionisi a Monterotodo. Nessun voto a Subiaco per il giovane ingegnere gestionale, lì dove l'ex Udc ha conquistato 56 preferenze. A Tivoli, Dionisi ha finito con 270, Petitti con 10. Insomma, il candidato di punta ("non ho mai visto un leader nazionale spendersi così tanto per un'unica persona, mai" racconta qualcuno di Azione a RomaToday) fuori dalla Città Eterna ha fatto più che fatica. 

I malpancisti di Azione: "L'appoggio di Calenda è valso 2.000 voti in meno"

Si conferma, dunque, l'aria pesante in Azione: "Non siamo un partito, non c'è organizzazione e soprattutto non si è capito che quella delle Regionali doveva essere una sfida importante da giocarsi con un profilo vero", commenta qualcuno molto dentro alle dinamiche di Azione. Federico Petitti, pur molto competente e preparato, non è stato percepito da molti come un candidato sufficientemente di peso "e soprattutto senza voti in dote". Calenda, che se l'è presa con gli elettori "rei" di aver preferito l'incompetenza, si è speso moltissimo per il 27enne capolista "e nonostante ciò Luciano Nobili ha preso quasi 2.000 voti in più", fanno notare alcuni malpancisti. L'ex deputato, non rieletto il 25 settembre alle politiche, non ha avuto al suo fianco Matteo Renzi per tutta la campagna elettorale, se non all'evento di chiusura, 48 ore prima del voto. Insomma, c'è maretta nel giovane partito liberale. E chissà che non ci sia qualche novità, nelle prossime settimane. 

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