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Venerdì, 19 Aprile 2024
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'Roma Sì Muove', sprint finale per le firme: "Ottimisti, ma serve informazione"

Romatoday intervista Umberto Croppi, tra i fondatori del comitato Roma sì Muove promotore degli 8 referendum su ambiente, mobilità e diritti civili. "Abbiamo raggiunto 25 mila firme, dobbiamo raddoppiare in meno di un mese"

Ambiente, welfare, mobilità sostenibile, stop al cemento, rifiuti zero. Una Roma che tutti, o quasi, vorrebbero, e che al momento vogliono con certezza in 25 mila. La metà del tetto firme necessario per andare a votare gli 8 referendum di Roma sì Muove è arrivata. Tra meno di un mese il verdetto finale e, nel caso in cui il 30 per cento dei cittadini sottoscriva la proposta, si andrà alle urne nei primi 6 mesi del nuovo anno.

Il contenuto dei quesiti proposti è il più vario. Si va dall’incremento della mobilità su ferro, alla differenziata porta a porta, dal libero accesso alle spiagge e navigabilità del Tevere al registro dei testamenti biologici, dal riconoscimento delle famiglie di fatto all'abolizione dei Cda delle municipalizzate. I 100 tavoli allestiti dal comitato promotore sono nelle vie e nelle piazze della capitale e i cittadini possono recarsi a firmare anche nelle sedi municipali. L’aspettativa è alta, ma il tempo stringe. Roma si sta muovendo? Abbiamo fatto il punto con uno dei tre fondatori del comitato, Umberto Croppi, ex assessore alla cultura della giunta Alemanno, attuale responsabile cultura di Futuro e Libertà, nonchè tra i timonieri della proposta referendaria.

COSA DICONO GLI 8 REFERENDUM

Partiamo dall’inizio, cos’è Roma sì Muove?
E’ un comitato fondato da tre persone, Mario Staderini (segretario di Radicali italiani, ndr), Angelo Bonelli (segretario dei Verdi, ndr) e il sottoscritto, al quale ha aderito un gruppo trasversale di cittadini con esperienze diverse nella politica, nella cultura, nella scienza e nella ricerca, nell’ambiente e nel sociale. L’istituto del referendum è previsto nello statuto comunale, anche se nessuno fino ad ora l’ha mai utilizzato, si tratta di un fondamentale meccanismo di partecipazione civica messo a disposizione dei cittadini. In questo caso i quesiti sono 8 e riguardano diverse aree tematiche. Ma non è un programma elettorale.  

C’è un quesito, fra gli 8 proposti, che ritiene più urgente di altri?
Posto che lo sono tutti direi il primo, quello che ha dato il nome al comitato. Il tema della mobilità è di fondamentale importanza per la vivibilità di questa città. Pedonalizzazione del centro, car sharing,  percorsi obbligatori per i bus turistici, prolungamento dell'orario delle metro all'1.30. Tutte misure dalle quali non si può prescindere.

Per andare a votare servono 50.000 firme in 3 mesi, a che punto siete?
In due mesi di raccolta ne abbiamo raggiunte 25.000. Il tempo corre, manca meno di un mese alla conclusione ma è importante considerare il periodo estivo nel mezzo e la ridotta presenza di romani in città.

Quindi è ottimista?
Si, lo sono. Leggo entusiasmo nei cittadini che si avvicinano ai banchi allestiti per firmare e questo fa ben sperare. In città c’è voglia di cambiare. E’ anche vero purtroppo che si tratta di un’attività interamente autofinanziata e questo, per ovvi motivi, ha dei limiti.

Cioè?
Poca informazione.

Se il risultato fosse quello sperato cosa accadrebbe?
Se più di 50.000 persone chiedono una città più vivibile e appoggiano idee concrete di miglioramento chi sarà al governo non potrà non tenerne conto. Quindi, o il futuro sindaco sarà in sintonia con i quesiti del referendum (come accaduto ad esempio a Milano) o, se non lo è, dovrà necessariamente confrontarsi con quanto chiesto dai cittadini e modificare eventualmente la sua linea.

In che misura il contenuto dei singoli referendum sarebbe vincolante rispetto alle azioni di governo?
Lo sarebbe sul piano procedurale e, per legge, il consiglio comunale dovrebbe calendarizzare i quesiti. Ovviamente starebbe ai consiglieri formulare le relative delibere. Poi, come ho già detto, c’è il piano politico. Non si può non tenere conto della volontà popolare.

Non è un programma elettorale, ma se lo diventasse?
I programmi elettorali per la città li fanno i candidati a sindaco.

Appunto.
Per il momento non è nei miei programmi. Per il momento.

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