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Red Zone: “Regolamentare fenomeno prostituzione, no a palliativi"

Fratelli d'Italia contro la creazione di "red zone" nel territorio del IX Municipio di Roma.

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RomaToday

«In una città dove gli episodi di microcriminalità un giorno sì e l'altro no aprono le cronache dei giornali e gli scippi, come le aggressioni, si ripetono quotidianamente dal centro alla periferia è paradossale che il centrosinistra al governo della Capitale anziché ripristinare la sicurezza aggiunga problemi alle grandi criticità già esistenti. Legalizzare la prostituzione su strada è un'altra soluzione inutile e buonista del sindaco di Roma che anziché normalizzare un fenomeno aumentato sotto la sua amministrazione dovrebbe invece sanzionare e intervenire proprio a tutela dei residenti che da anni subiscono questo scempio».

E' quanto dichiara in una nota Fabrizio Ghera, capogruppo di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale in Campiodglio.

Sulla vicenda è intervenuta anche Cinzia Pellegrino, referente per Roma Capitale del Dipartimento di FdI-AN dedicato alla tutela delle Vittime di violenza. «Le red zone tout court - spiega Pellegrino - producono solo degrado e insicurezza. La "genialata" messa in atto dal Presidente del Municipio IX di istituirle sul proprio territorio, in assenza di una legge che regolamenti la prostituzione, dimostra che la sinistra, come al solito, non va alla radice dei problemi per cercare di risolverli, ma crea soltanto degli inutili palliativi. Il rischio è quello di creare le ennesime zone franche in una città che questa amministrazione sta trasformando in una terra di nessuno. Bene parlare di legalizzare o normare il fenomeno, ma facciamolo seriamente. Il Pd amministra i municipi, amministra la Capitale e governa la nazione. Quindi i casi sono due: o non vuole davvero affrontare il tema, oppure non ne è realmente in grado.E' necessario, piuttosto, interrogarci profondamente su cosa le Istituzioni possano fare concretamente per sostenere quelle prostitute che vorrebbero interrompere la loro attività, ma che non sono nelle condizioni e nella libertà di poterlo fare, perché messe sotto scacco da un "padrone". La direttiva Ue del 2011 impone già agli Stati membri di predisporre misure atte a scoraggiare la domanda, ovvero la fonte dello sfruttamento, inasprendo le sanzioni verso i clienti. Di fondamentale importanza è anche la lotta contro la prostituzione online e a favore di un sistema di protezione in grado di garantire un percorso assistito di uscita dall'attività».

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