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Regione Lazio, la promessa del presidente Francesco Rocca: "Recupereremo il San Giacomo e il Forlanini"

L'impegno è stato preso nel corso della relazione programmatica di inizio mandato

“Vogliamo recuperare il San Giacomo e il Forlanini”. Nella relazione programmatica di inizio mandato, il nuovo presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, ha parlato soprattutto di sanità e dei problemi ad esse connessi. Poi, ha lanciato quella che sembra essere una vera e propria sfida, ovvero riaprire e rilanciare i due storici nosocomi romani.

San Giacomo

La riapertura del San Giacomo sembra essere quasi obbligatoria. Del resto, neanche un mese fa, la Cassazione aveva sancito che l’ospedale, chiuso nel 2008, non doveva essere dismesso, bocciando la decisione dell’ex commissario alla sanità e presidente della regione Lazio, Piero Marrazzo. Una sentenza che aveva confermato quanto detto anche dal Consiglio di Stato nel 2021. La Regione si era appellata alla Cassazione che, invece, ha riconosciuto la correttezza formale della decisione assunta a Palazzo Spada. Anche l’ipotesi di trasformarlo in una “senior house” è completamente tramontata.

“Abbiamo il San Giacomo con una sentenza che grava. È ovvio che si dovrà riaprire – ha detto Rocca durante il suo intervento in aula - non è pensabile, io credo, e ovviamente mi confronterò con i tecnici, un ospedale per acuti all’interno del San Giacomo, anche perché la densità abitativa è cambiata negli anni”. L’idea sarebbe quella di fare del San Giacomo una RSA “se gli eredi della famiglia Salviati ci aiuteranno in questo dialogo” per mantenere la vocazione “sociale e sociosanitaria della struttura”. Non a caso sono stati nominati i Salviati perché furono loro, nel 500, a donare alla comunità il San Giacomo, vincolandone però la destinazione d’uso: era e dovrà rimanere un ospedale. Però, come sottolineato anche da Rocca, farne “una struttura per acuti probabilmente ha costi insostenibili”.

Forlanini

L’ex Forlanini, divenuto una sorta di magazzino abbandonato ed infestato dai topi, è stato, come, il San Giacomo, protagonista di diverse vicende giudiziarie. Nel 2017, era stato presentato, da un gruppo di cittadini, un ricorso al Tar contro la possibile cessione dell’ex complesso ospedaliero. Nel 2016, infatti, l’agenzia del demanio aveva proposto alla regione di alienare il nosocomio, appena dismesso a causa del buco nella sanità del Lazio, alla cifra di 70 milioni di euro. Ad aprile 2022 il Tar accoglieva il ricorso, chiedendo all’ente regionale di produrre gli atti “di revoca/annullamento” delle delibera a cui si legava la proposta del Demanio o comunque “di rinuncia alla dismissione del compendio immobiliare”.

Nel corso degli anni sono state fatte, come per il San Giacomo, decine di proposte per il rilancio della struttura. Nel 2018 era stata annunciata l’intenzione di farne uno studentato poi tramontata quella suggestione, nel 2020 è stata paventata l’idea di farne una “cittadella delle organizzazioni internazionali”. Nel suo intervento, il presidente Francesco Rocca non ha chiarito quale sarebbe la sua idea in merito al futuro del Forlanini. Una cosa è certo: si è chiaramente impegnato affinché venga riaperto.

L’appoggio della Raggi

L’ex sindaca di Roma, Virginia Raggi, ha apprezzato le parole del presidente Rocca. L’ex prima cittadina ha ricordato di essersi “esposta molto circa entrambe le strutture, chiedendo più volte alla precedente presidenza regionale ed all’allora ministro della salute Speranza di procedere alla loro riapertura”. La Raggi si era mossa anche per fermare la vendita del San Giacomo nel 2018, chiedendone contestualmente la priapertura all’ex presidente regionale, Nicola Zingaretti.

Per quanto riguarda il Forlanini, la Raggi, in una nota, spera “sia definitivamente abbandonato quel progetto che prevedeva di utilizzare il Forlanini come casa delle ONG”, notizia tra l’altro rivelatasi poi una bufala, “e si possa, invece, tornare a parlare di ristrutturazione e giusta destinazione alla sanità pubblica”.

La Raggi aveva chiesto la riapertura anche del San Giacomo “e la parziale riconversione, proprio come prevedeva il legato testamentario dei Salviati. Insomma, su questa giusta battaglia per rafforzare la sanità pubblica e riconsegnare ai cittadini queste fondamentali realtà, da sempre noi ci siamo”.

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