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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Da Rebibbia al verde di Roma: via alla formazione di 35 detenuti

Il sindaco Gualtieri ha visitato il carcere a cinque mesi dalla firma del protocollo tra Campidoglio e DAP. Nel frattempo +Europa visita Regina Coeli: "Situazione allarmante"

A giugno c'era stata la firma del protocollo tra Comune e ministero della giustizia, dipartimento amministrazione penitenziaria, mentre oggi 15 novembre il sindaco Roberto Gualtieri ha visitato Rebibbia dando il via al progetto di formazione. Un gruppo di 35 detenuti impareranno a prendersi cura del verde e saranno inseriti in un piano di manutenzione a supporto del servizio giardini di Roma Capitale. 

Il progetto del Comune per formare 35 detenuti di Rebibbia

Roberto Gualtieri martedì 15 novembre è andato in visita al carcere di Rebibbia. Un'occasione per illustrare il progetto di formazione dei detenuti, sancito dal protocollo siglato a giugno con il dipartimento amministrazione penitenziaria del ministero della giustizia. "Abbiamo dato il via ad un progetto davvero speciale, di cui sono particolarmente orgoglioso - le parole del Sindaco -. Grazie al protocollo d'intesa 35 detenuti avranno la possibilità di frequentare un corso di formazione professionale e di svolgere attività per aiutarci nella cura del verde pubblico, di parchi e giardini della nostra città. Un bellissimo progetto di reinserimento sociale, in linea con i principi della nostra Costituzione, che permetterà a queste persone di ricucire il rapporto con la collettività attraverso queste azioni concrete di pubblica utilità". Un'occasione per queste persone, ora private della libertà personale, ma in futuro arricchiti da competenze professionali che potranno essere determinanti nel processo, mai semplice, di reinserimento in società una volta scontata la pena. Il sindaco, infine, ha ringraziato il DAP, le assessore Alfonsi e Funari, i dipartimenti, gli enti e le associazioni del Terzo Settore "per aver consentito l'avvio di questo importante percorso. Noi continueremo a sostenere progetti come questo, perché ci crediamo e perché ci permettono di crescere, tutti insieme, come comunità".

La denuncia di +Europa Radicali: "A Regina Coeli condizioni disumane"

Nelle stesse ore, il consigliere regioale di +Europa Radicali, Alessandro Capriccioli, si è recato in visita ispettiva a Regina Coeli, riscontrando quella che ha definito una situazione "a dir poco allarmante" per i detenuti. "A parte la condizione disumana in cui sono tuttora costretti a vivere i detenuti dell'ottava sezione - scrive in una nota -, in uno stato strutturale disastroso e con un'intera area in cui le celle sono del tutto prive di luce naturale. Ma il dato più allarmante è la presenza di quasi 450 detenuti definitivi su una popolazione complessiva di circa mille persone. È evidente che in una casa circondariale, strutturalmente inadeguata a percorsi di trattamento e reinserimento, una situazione del genere vanifica del tutto la funzione rieducativa della pena così come delineata dalla nostra Costituzione". 

DOSSIER - Dentro Regina Coeli, "il carcere della morte"

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