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Tra Raggi e Zingaretti cala il grande gelo: sindaca e governatore ora si ignorano

Rapporto ai minimi termini. Dopo la stroncatura del leader dem, ieri il primo incontro pubblico con la presenza di entrambi è stato all'insegna della freddezza. E nelle dichiarazioni a margine frecciate sugli investimenti nella sanità e sul Mes

Campus Bio-Medico, inaugurazione del nuovo pronto soccorso. Virginia Raggi si avvicina al microfono per pronunciare la sua dichiarazione di rito. Quanti siedono sul palco l'applaudono, come da rituale. Tutti, tranne uno: Nicola Zingaretti. La scena non è sfuggita ai presenti, ciliegina di una torta di un grande gelo che ieri, dopo le baruffe mediatiche di agosto, è sceso in maniera plastica tra le due massime istituzioni della Capitale.

I due ormai non si parlano e a fatica sopportano la presenza l'una dell'altro nello stesso luogo. Impossibile non notarlo. La sindaca, nella clip per facebook in cui mostrava il suo discorso per il nuovo pronto soccorso, ha scientificamente cancellato il presidente del Lazio. A margine però i due si lanciano frecciate. "Sicuramente come sindaco non posso che essere contenta per l'apertura di un nuovo pronto soccorso nella Capitale. Mi auguro che questi investimenti vengano fatti anche nella sanità pubblica, perché come ha riconosciuto il presidente Zingaretti veniamo da un'epoca di tagli e quindi è bene vedere anche sul pubblico se c'è questa grande inversione di tendenza". 

La replica di Zingaretti sa di sfida: "Noi combatteremo per avere la linea di finanziamento del Mes perché nel Lazio vuol dire ospedali, infrastrutture, reparti, nuove tecnologie. Spero che la sindaca Raggi sia coprotagonista con me per chiedere che l'Italia attivi questa linea di credito che per una buona sanità è indispensabile".

Quella di ieri rappresentava la prima uscita in cui i due si incrociavano dopo l'annuncio della ricandidatura di Virginia Raggi. Un annuncio a cui Zingaretti aveva risposto duramente in due occasioni, esprimendo nei fatti lo stesso concetto. A cavallo di ferragosto aveva spiegato che il Pd "non sosterrà mai Raggi. Per Roma sono stati 5 anni drammatici". Cinque giorni più tardi, nel pieno del dibattito sulle alleanze locali Pd-M5s Zingaretti con molta poca diplomazia aveva ribadito il no all'appoggio del Pd sostenendo che "Raggi è stata il principale problema di Roma degli ultimi 5 anni". 

Un rapporto, quello tra i due, mai decollato davvero ma che nelle apparizioni pubbliche era quasi sempre stato all'insegna dei sorrisi e delle strette di mano di circostanza, scomparsi però sotto il solleone di quest'estate. Pesa anche l'approvazione del piano rifiuti dello scorso 6 agosto. Raggi non si aspettava che Roma Capitale dovesse trattare e smaltire i rifiuti esclusivamente sul proprio territorio. Un obbligo inserito nel piano ma escluso da un accordo di dicembre, che a detta della sindaca sarebbe stato disatteso dal governatore. 

Raggi che non si aspettava poi parole così dure dopo l'annuncio della ricanditura, auspicando magari un silenzio sul quale coltivare speranze per ricucire un rapporto con i dem. Così non è stato, anzi. E che la porta del Pd sia chiusa la sindaca forse ieri l'ha compreso ancora meglio: la campagna elettorale è iniziata e tra Pisana e Campidoglio è sceso il grande gelo. 

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