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Salvini a Roma è già in campagna elettorale. Raggi: "La Lega non conosce la città"

Il ministro alza i toni e la sindaca, stavolta, sembra cercare lo scontro. Il caso: la morte di Desirée Mariottini, violentata dal branco

"Gli faremo del male agli spacciatori, faremo rispettare le regole". E ancora, "torno con la ruspa". E ancora, "interverremo con la mano pesante". Siamo in campagna elettorale e lo si evince chiaramente da un'asticella che è sempre più alta. Matteo Salvini non perde tempo. A poche ore dalla svolta nel giallo di Desirée Mariottini, si fionda con telecamere al seguito nel quartiere San Lorenzo. In via dei Lucani, dentro un capannone abbandonato diventato covo di spacciatori per lo più stranieri, la 16enne è stata trovata morta. Prima drogata, poi - stando a testimonianze e autopsia - violentata dal branco.   

"Non si può sempre aspettare il morto. Qualcuno doveva intervenire. Adesso lo faccio io" incalza il vicepremier, pronto a posizionare un'altra bandierina sui suoi temi forti: sicurezza, legalità, sgomberi, stretta sui migranti. Niente che stupisca a onor del vero. Forte del boom di consensi appena raggiunti alle elezioni in Trentino Alto Adige, prosegue sulla scia di una campagna elettorale mai sopita, in vista delle elezioni europee di maggio ma non solo. 

Tra i prossimi appuntamenti alle urne, si sa, non è escluso possa esserci anche Roma. Il 10 novembre c'è la sentenza che segnerà il destino di Virginia Raggi, a processo per falso ideologico. E nella Lega, per quanto l'esperimento romano sia in fase embrionale con appena un consigliere in Comune e una decina nei municipi, si è più che convinti di avere buone chance. Quindi perché non preparare il terreno. Le truppe, agli esordi, sono già schierate. "Sgomberare immediatamente gli immobili occupati terra di nessuno" ha subito tuonato il dirigente regionale della Lega, ex FdI, Fabrizio Santori. Idem per il consigliere regionale Daniele Giannini: "M5s mai pervenuto sul tema sicurezza". Tutti dietro alle parole del "Capitano".

Fantapolitica? Non si direbbe a una lettura attenta delle dichiarazioni di Virginia Raggi. Modi nuovi quelli della sindaca, che in passato si era sostanzialmente allineata alle parole del vicepremier. Vedi il caso del Camping River, l'insediamento rom sgomberato a luglio con scroscianti applausi di Salvini appena insediato al governo con i Cinque Stelle. Raggi dava ragione al leader del Carroccio, non tanto sugli attacchi all'etnia, quanto sull'urgenza di ripristinare sicurezza e rispetto delle regole.  

"Non conoscono Roma" ha detto stavolta dei leghisti, evidentemente irritata dall'entrata a gamba tesa del ministro. Toni piccati che sanno di scontro. "Non c'è solo San Lorenzo come quartiere difficile. Abbiamo quartieri più periferici come San Basilio, Tor Bella Monaca e Corviale, o anche meno periferici come Centocelle in cui è necessario che l'azione dello Stato sia più incisiva. Servono più forze dell'ordine". Anche la prima cittadina sembra affilare le armi per un'ipotetica corsa elettorale. In caso di condanna il 10 novembre, lo ricordiamo, lo statuto grillino la costringe al passo indietro. Ma non la legge Severino, che non comprende il reato di falso in atto pubblico. Raggi non sarebbe obbligata a lasciare anche palazzo Senatorio. Potrebbe andare avanti senza simbolo, portandosi dietro gli scontenti per la combo giallo-verde. Forse la sindaca sta preparando un piano B, allontanando a parole la destra di Salvini e tirando a sè quella fetta di consiglieri e assessori con il cuore a sinistra, a partire dal vice Luca Bergamo, che maltollerano l'abbraccio leghista a palazzo Chigi. In un futuro prossimo potrebbero servirle.

Una cosa è certa: la narrazione sta cambiando. La sindaca, oggi, attacca. Ma Salvini, e non è affatto un caso, sceglie di non cogliere la provocazione. "La Raggi la conosce Roma, è romana, ma nessuno ha la bacchetta magica". Il successo è già garantito senza bisogno di un braccio di ferro con Virginia. 

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