rotate-mobile
Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Raggi e Lombardi amiche per uscire dall'imbarazzo: per restare in piedi si torna al "vecchio" Movimento

La sindaca e la faraona contro Di Maio, Bonafede e Fraccaro: "Lanzalone? Ce l'hanno portato i capi del Movimento"

Da un punto di vista giudiziario il caso stadio della Roma parte dall'inchiesta su Marra e Scarpellini. Anche da un punto di vista politico si parte da qui, dal commissariamento della sindaca, dopo l'arresto del "virus che ha infettato il Movimento". Oggi, come nelle fasi concitate nel dicembre 2016, è la corte della Raggi a finire al centro delle cronache. Allora, con Marra in carcere, furono azzerati i poteri di Salvatore Romeo e Daniele Frongia. Attorno alla prima cittadina Di Maio catapultò Alfonso Bonafede e Riccardo Fraccaro, oggi diventati ministri. Furono loro a benedire il lavoro di Luca Lanzalone, il Mr Wolf, riuscito a trasformare il 'Movimento del no a tutto', nel partito che porta a casa un nuovo progetto per la città. 

Ed oggi, proprio ripartendo da quelle fasi, Raggi prova ad uscire dalla bufera in cui è invischiata. Sui giornali finiscono gli sfoghi della sindaca con i consiglieri: "Sono stati i big del Movimento a portare Lanzalone". E, ironia della sorte, quasi a chiudere la parabola delle amiche nemiche poi di nuovo amiche, trova sulla stessa strada Roberta Lombardi: la consigliera regionale in un'intervista vera e propria rilasciata ad Annalisa Cuzzocrea di Repubblica, tira in ballo Di Maio, Fraccaro e Bonafede, oggi ministri, ricordando il loro ruolo nella gestione degli enti locali: "Ce l'hanno portato i capi del Movimento"

Di Maio ha parlato questa mattina: "Lanzalone si deve dimettere perché non è pensabile che una persona ai domiciliari stia ancora ad Acea. Mi aspetto nelle prossime ore questo gesto". I professionisti pentastellati del crisis management che lo circondano provano a vedere come evolve la situazione. L'imbarazzo appare però lampante: Lanzalone è uomo dei vertici del Movimento, indicato da Casaleggio, scelto da Di Maio, imposto dai neo ministri Bonafede e Fraccaro alla Raggi, sacrificando l'allora assessore Berdini.

Difficile, se non impossibile, è raccontare una verità diversa. Ha contribuito alla stesura del nuovo statuto, ha lavorato a Livorno all'operazione concordato della municipalizzata dei rifiuti. E' stato portato a Roma per vagliare le carte sullo Stadio e per provare a rimettere in piedi un progetto da far digerire all'elettorato anti cemento. E' stato incensato da tutte le anime pentastellate ed alla fine ha portato a casa il risultato: un progetto rivisto, con il taglio delle torri.

E Roberta Lombardi che lo stadio targato Caudo&Marino aveva ostacolato, allora diede la sua benedizione, con tanto di post facebook e hashtag #stadiofattobene. Oggi si scopre che quell'uomo, Lanzalone, nel frattempo issato sulla poltrona di presidente di Acea (e raccontato dal ripudiato Berdini come "l'uomo della provvidenza"), dialogava da vicino con Parnasi, un costruttore; e che lo stesso Parnasi, parlava con Paolo Ferrara, capogruppo grillino in Campidoglio e pretoriano della stessa Lombardi a palazzo Senatorio.

E se l'iter non è toccato dall'inchiesta (la Roma e il progetto Stadio secondo quanto fa sapere la Procura non sono coinvolti), l'immagine del Movimento inevitabilmente sì. 

Come uscirne? Campidoglio, Regione e Palazzo Chigi in queste ore sono a lavoro per trovare scelte comunicative comuni. Teodoro Fulgione, Dino Giarrusso e Rocco Casalino, i tre portavoce rispettivamente di Virginia Raggi, Roberta Lombardi e del premier Conte, per ora hanno partorito il comune slogan: "Chi ha sbagliato pagherà". Nel frattempo però, sarà un caso, Virginia Raggi e Roberta Lombardi si ritrovano sulla stessa linea, quella dello scaricare le colpe ai big del Movimento.

E sembra compiersi una sorta di parabola iniziata con la vittoria elettorale della Raggi e con la contestuale, criticata da Lombardi, presa del potere del cerchio magico guidato da Marra, e chiusasi ieri con l'arresto di Lanzalone (ora ai domiciliari).

Dichiarazioni identiche che arrivano all'indomani della concordata linea antizingaretti; dichiarazioni che ora potrebbero trovare anche sostanza politica: il ritorno al Movimento della prima ora, quello dei grillini romani duri e puri, da inserire anche in giunta. Una giunta che potrebbe essere azzerata e rifatta da zero, mettendo alla porta quantomeno i problemi interni. "Certi amori non finiscono mai fanno giri immensi e poi ritornano" cantava Antonello Venditti. Tra le stelle in queste ore è la hit più gettonata.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Raggi e Lombardi amiche per uscire dall'imbarazzo: per restare in piedi si torna al "vecchio" Movimento

RomaToday è in caricamento