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Raggi indagata: sorrisi e dichiarazioni di facciata, in Campidoglio va tutto bene

I consiglieri ostentano sorrisi nelle foto sui social. Dietro le quinte strategie per uscire dal vicolo cieco nel quale la sindaca ha cacciato il Movimento

Andare avanti sì, ma come? Chiudere sì, ma come? Per la terza volta in pochi mesi la giunta pentastellata vive ore travagliate, durante le quali se ne mette in discussione addirittura la stessa resistenza. La notizia dell'indagine a carico della sindaca, con addirittura due reati contestati, e le chat che giorno dopo giorno vengono fuori, rendono sempre meno salda la sua posizione. La facciata è quella del "va tutto bene", ma dietro le quinte, in Campidoglio, in Parlamento e tra Milano e Genova, si muovono strategie per capire come uscire da un vicolo cieco nel quale rischia di rimanere incastrato l'intero Movimento. 

Che la Raggi sia un problema è un dato di fatto ormai da tempo. Interrompere l'esperienza di Roma ora, come a settembre e come a dicembre, però sarebbe la cosa peggiore da fare. C'è da capire, a livello nazionale, quando si voterà. Dopo la sentenza della Corte Costituzionale il voto sembra avvicinarsi e, se si avvicina il voto, per la Raggi la sorte sembra segnata. Impossibile infatti per le aspirazioni del Movimento immaginare una campagna elettorale con la sindaca più in vista indagata e oggetto ogni giorno di attacchi sui giornali. Meglio tagliare i ponti. 

Più complesso invece lo scenario nel caso di voto con tempi più lunghi. In questa situazione ci sono due correnti di pensiero nel Movimento: la prima vuole comunque farla finita con la Raggi, spingere verso la sua autosospensione prima e verso le dimissioni poi, immaginando una fuoriuscita lenta, indolore e con poche conseguenze per il Movimento. La seconda invece punta a blindare la sindaca e ad aspettare le evoluzioni dell'inchiesta, cercando di capire come evitare guai peggiori. 

Le ore attuali sono quelle delle sceneggiate, del far finta di nulla, dell'attesa. Oggi la sindaca sarà presente all'inaugurazione dell'anno giudiziario. Ieri mattina ha prima ricevuto la chiamata di Beppe Grillo e poi ha incontrato i consiglieri, ribadendo la propria tranquillità e la volontà di proseguire nel lavoro. Daniele Frongia, ex vicesindaco, attuale assessore allo sport e fedelissimo del raggio magico, ha ribadito "Siamo sereni, lo si vede anche dal clima che c'è oggi in Aula. Il dialogo con i vertici del M5S c'è sempre stato". 

Su facebook tra i consiglieri c'è la corsa a pubblicare foto di selfie per ostentare serenità, per comunicare ai seguaci che va tutto bene. L'ha fatto il presidente dell'assemblea capitolina Marcello De Vito, l'ha seguito il presidente della commissione ambiente Daniele Diaco affiancato da 2 colleghe.  Altri come Paolo Ferrara rilancia la foto di una commissione con il commento: "Continuiamo a lavorare con il massimo impegno per la nostra città". 

Sottotraccia però si lavora al piano B, exit strategy. Si racconta di una visita di De Vito e Ferrara alla Raggi per sondare la disponibilità ad un'autosospensione, ipotesi questa però smentita anche dai consiglieri di corrente lombardiana. Si vocifera, e alcuni scrivono sui giornali, di una Lombardi che con insistenza chiede di togliere il simbolo alla sindaca. Tutto in silenzio però, perché così ha ordinato Grillo, il capo.

Se si andrà avanti la sindaca sarà circondata da una sorta di cordone sanitario proveniente da Genova. A Pinuccia Montanari, Massimo Colomban e Paolo Mileti si potrebbe presto aggiungere un city manager calato dall'alto.  Senza contare i due parlamentari Fraccaro e Bonafede da oltre un mese ormai angeli custodi della prima cittadina. 

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