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Rifiuti, il ministro dell'Ambiente: "Ho chiesto a Raggi di individuare zone per gli impianti"

Ospite a Corriere Live Sergio Costa ha spiegato il lavoro da pontiere che sta svolgendo nella risoluzione della crisi dei rifiuti romani

"Impianti, ovviamente non inquinanti". Tocca a Virginia Raggi indicarli e far quindi andare avanti il lavoro per la risoluzione della crisi dei rifiuti di Roma. A dirlo, in diretta video durante la trasmissione CorriereLive in onda sulla pagina facebook del Corriere della Sera, è il ministro dell'Ambiente Sergio Costa. 

Incalzato da Tommaso Labate su Roma, alla domanda "vede una città amministrata bene" ha risposto: "Io vedo per esempio che a Roma la differenziata non era mai partita. Ora sono arrivati 170.000 kit. Ora sto facendo da pontiere tra la Regione Lazio e la Città Metropolitana per affrontare in maniera puntuale la vicenda dei rifiuti e mi pare che dei passi sono stati fatti. Il presidente Zingaretti ha deciso di chiudere l'inceneritore di Colleferro ed ha firmato per dare sfogo e portare rifiuti in altri luoghi. Ho chiesto alla sindaca Raggi di fare un altro passaggio, di individuare zone per alcuni impianti, ovviamente non inquinanti".

Quindi Costa ha aggiunto: "Le istituzioni - ha sottolineato - devono fare rete, non ci devono essere schieramenti. I figli di destra e di sinistra respirano la medesima aria".

Si tratta della conferma di quanto emerso già qualche settimana fa, con la direzione rifiuti del ministero dell'Ambiente ad indicare nella Città Metropolitana, ricordiamo guidata da Virginia Raggi, l'ente che deve indicare gli impianti. Si tratta di un passaggio più volte indicato dalla Regione Lazio come necessario per sbloccare il nuovo piano rifiuti a cui sta lavorando l'assessore Massimiliano Valeriani. 

La discussione sul piano rifiuti, fermo dal 2012, ha subito un'accelerata dopo le elezioni dello scorso 4 marzo. La rieletta giunta Zingaretti, su pressing delle altre province stanche di smaltire il pattume di Roma, ha deciso di mettere tutti intorno ad un tavolo. A mancare - l'amministrazione regionale l'aveva ripetuto anche prima delle elezioni - era l'atto della Città Metropolitana con il quale si indicavano le aree dove poter aprire una discarica di servizio, necessaria fino a quando non salirà la quota della differenziata. Ancora oggi i rifiuti della Capitale vengono portati nelle altre province del Lazio o in altre regioni italiane. 

L'ente a guida grillina si era limitato ad inviare una semplice nota tecnica che indicava quali fossero le aree idonee ad ospitare gli impianti di smaltimento della Capitale. All'interno della nota tecnica vi erano contenute solo zone ricadenti in altri comuni della provincia o del Lazio fuori dall'Ambito territoriale ottimale (ATO)  di competenza. Nessun nuovo impianto di trattamento o discarica di servizio sul territorio capitolino. Questo perché la Roma a Cinque Stelle non prevede discariche ma punta a far volare alle stelle la percentuale di raccolta differenziata così da rendere sempre meno necessari gli impianti per lavorare i rifiuti indifferenziati. In due anni, però, questi valori sono cresciuti pochissimo e il sistema ha continuato a lavorare al limite andando in tilt più volte.

La giunta Raggi, oltre all'idea della nuova differenziata con microchip, ha presentato in Regione i progetti per due impianti di compostaggio, uno a Casal Selce e uno a Cesano. I progetti, in fase autorizzativa, sono osteggiati sui territori e il Movimento Cinque Stelle ha aperto una fase partecipativa. C'è poi la possibilità - ma qui non è stato ancora annunciato o presentato nessun progetto - della costruzione delle cosiddette fabriche di materiali.

Nel frattempo la sindaca ha provato a lanciare l'idea di superare la logica degli Ato, proponendola anche durante l'incontro con il ministro. Si attende il prossimo piano industriale di Ama. Intanto però le parole del Ministro sembrano mettere fine sulla responsabilità dello stallo attuale. 

Lo spezzone dell'intervista tratto dalla pagina facebook del Corriere della Sera. A questo link l'intervista integrale di Tommaso Labate.

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