Raggi e quel silenzio sul ddl Zan: dai social alle piazze, mai un riferimento alla legge anti omofobia
Famiglie Arcobaleno: "Dopo Alemanno e Marino, con l'era Raggi è finita l'interlocuzione". GayNet Roma: "Raggi dimostri l'impegno appoggiando pubblicamente la legge Zan"
Quasi un milione di fan su Facebook, oltre 500mila su Twitter e una sorta di "onnipresenza social" con opinioni e commenti che vanno dal (contestato) rifacimento della ciclabile lungo il Tevere ad argomenti che con Roma poco hanno a che fare, come la SuperLega. La sindaca Virginia Raggi è certamente una “politica 2.0”, i social una delle sue “agorà” predilette, ma c’è qualcosa su cui mai si è espressa ufficialmente e direttamente, di sicuro non in tempi recenti, neppure nei periodi in cui è stato tra gli argomenti più dibattuti: il disegno di legge Zan.
Il tweet di Virginia Raggi su Fedez e i precedenti (assenti)
Il testo proposto dal deputato Pd e finalizzato a combattere ogni forma di omolesbobitransfobia, abilismo e misoginia è già stato approvato alla Camera e da poco è stato calendarizzato al Senato, tra polemiche e proteste per i ritardi. È stato al centro di molte battaglie ed è stato commentato a appoggiato da moltissimi politici: persino Alessandra Mussolini ha voluto dire la sua dopo l’aggressione alla coppia gay a Valle Aurelia, invocando “subito la legge, mai più discriminazioni”. E il dibattito ha ripreso fuoco con il discorso di Fedez sul palco del Concertone del Primo Maggio, riuscendo a riunire le due anime del Movimento 5 Stelle (Di Maio e Di Battista) e suscitando un cenno di apertura anche da parte di Matteo Salvini, che ha chiesto un incontro all’artista. Eppure. Raggi ha twittato, certo, ma con un cinguettio aperto all’interpretazione.
“Fedez è stato un grande e ha ragione. Bisogna ripartire dal lavoro, dal sostegno a chi è rimasto indietro e dai diritti di tutti”, ha scritto Raggi, un endorsement che in parecchi hanno contestato ricordando l’opposizione dell’amministrazione comunale, nel lontano 2017, alla registrazione del certificato di nascita di una bimba figlia di due mamme. Opposizione che si è tradotta in un ricorso al tribunale da parte della coppia per chiedere che l’atto formalizzato dal Comune di Cerveteri venisse recepito anche dal Comune di Roma, e da una sentenza con cui i giudici ha intimato la registrazione. E c’è chi ne ha contestato l’ambiguità, chiedendo perché Virginia Raggi non abbia mai preso ufficialmente posizione sul Ddl Zan, neppure in occasione dell’aggressione di Valle Aurelia, quando aveva sì condannato la violenza di matrice omofoba, ma della legge che potrebbe prevenirla - o quantomeno la punirebbe esplicitamente - non aveva parlato.
Non è un caso, dunque, che nella migliore delle ipotesi il tweet sia passato praticamente inosservato alle associazioni Lgbt+. Nei suoi quasi 5 anni di mandato, Raggi non ha mai toccato in maniera pubblica e diretta il tema: nessuna partecipazione a eventi come il Pride o gli EuroGames, la manifestazione sportiva creata dalla comunità gay e lesbica europea che nel 2019 è andata in scena a Roma.
Famiglie Arcobaleno: "Dopo Alemanno e Marino, con l'era Raggi è finita l'interlocuzione"
Alla mancanza di prese di posizioni pubbliche si aggiunge anche l’assenza di comunicazioni - e convocazioni - con le associazioni Lgbt+ attive sul territorio, come conferma anche Gianfranco Goretti, presidente di Famiglie Arcobaleno: “L’interlocuzione tra le associazioni e il Comune di Roma si è fermata con Marino - conferma a RomaToday - Alemanno dopo l’insediamento convocò le associazioni. Non uscì niente di significativo, ma un paio di incontri in cui la comunità aveva espresso pareri e richieste c’è stato. Con la giunta Marino il rapporto è stato estremamente proficuo, anche con l’allora assessore Cattoi, c’era anche un ufficio per temi Lgbt, sono stati fatti incontri e progetti importanti che partivano proprio dal Comune di Roma, sono state coinvolte Università di Roma e scuole per parlare di bullismo. Quando è arrivata Raggi è finito tutto”.
In quasi 5 anni, sottolinea Goretti, non c’è mai stato nessun incontro - quantomeno ufficiale - come tavolo Lgbt del Comune, né riconoscimento pubblico delle associazioni: “Questo a differenza di altri sindaci che si sono invece mossi in questa direzione - sottolinea Goretti - basti pensare alla collega di partito, la sindaca di Torino Chiara Appendino: se lei registra il certificato di nascita di un bimbo nato da due mamme, Raggi non si è mai neanche espressa, e forse questo è ancora peggio”.
Il silenzio, riflette Goretti, “potrebbe essere rassicurante per un certo tipo di elettorato, certamente all’interno del Movimento 5 Stelle ci sono atteggiamenti diversi sul tema Lgbt+, in generale il movimento sta lavorando bene rispetto al Ddl Zan. Non so se dopo questo tweet Raggi abbia intenzione di fare qualcosa, ma comunque un discorso è la presa di posizione sulla legge Zan, un altro parlare chiaro su cosa lei voglia fare per le famiglie arcobaleno e sui progetti Lgbt. La sindaca poteva combattere l’omofobia anche con altri mezzi, come sindaco, ben prima della legge Zan. Aveva tutti gli strumenti per farlo e cinque anni per dimostrare di avere a cuore la comunità Lgbt+ e non l’ha mai fatto: un tweet ora è veramente fuori tempo massimo”.
GayNet Roma: "Raggi dimostri l'impegno appoggiando pubblicamente la legge Zan"
Concorde Rosario Coco, segretario e referente di GayNet Roma: “Il tweet di Raggi? Non posso che dire ‘alla buon’ora - ironizza amaro - le associazioni hanno sempre cercato di avere un dialogo strutturato con la sindaca, ma un incontro non è mai stato possibile, l’interlocuzione è sempre stata con la giunta o con il vicesindaco”.
Per Coco, “non è mai troppo tardi per abbracciare una causa, ma non ci dimentichiamo il passato. Non avere praticamente mai avuto una interlocuzione diretta con la sindaca Raggi inevitabilmente pesa su qualunque considerazione si possa fare sulla sua amministrazione, anche perché il suo è un tweet generico, strizzare l’occhio a Fedez che ha il vento in poppa ovunque e fa un discorso complessivo sui diritti dicendo è comodo. Non è mai troppo tardi, quindi, ma lo dimostrasse con dichiarazioni più esplicite e in modo concreto, dicendo che appoggia il Ddl Zan, cosa che non ha mai fatto, abbracciando questa battaglia e magari proiettandosi nel nuovo corso dei Cinque Stelle”.
Bimba con due mamme, 30 giorni di tempo alla Raggi per registrare l'atto
Si attende intanto di capire che cosa Raggi farà per adeguarsi al decreto con cui il tribunale di Roma ha ingiunto al Comune di registrare l’atto di nascita della bimba nata da due mamme già formalizzato dal Comune di Cerveteri: "Vogliamo vedere cosa farà con questo decreto, e come si comporterà con tutti gli altri bimbi e bimbe sospesi a Roma per lo stesso motivo - spiega Michele Giarratano, avvocato di Famiglie Arcobaleno che ha seguito il caso - Abbiamo tentato in tutti i modi di avere un’interlocuzione ma Raggi non ha proprio mai risposto, nè si è mai esposta in alcun modo, né positivo né in negativo. Il decreto le è stato recapito il 30 aprile, deve adeguarsi entro 30 giorni. Se non lo farà dovremo procedere ancora una volta per vie legali”.